Un giorno perfetto

cover_un_giorno_perfetto.jpgAndrea Guerra/AA.VV.
Un giorno perfetto (2008)
RadioFandango
17 brani (4 canzoni e 13 di commento) – durata: 38’32”

 

Dopo la pausa di Saturno contro, musicato da Neffa, con Un giorno perfetto si riforma il sodalizio tra il regista Ferzan Ozpetek e il compositore Andrea Guerra. Al quarto film insieme, Guerra si conferma la perfetta voce sonora per le immagini del regista turco, la sua è una musica che scruta fin dentro l’anima della varia umanità che popola i fotogrammi di Ozpetek (leggi l’intervista). Per la storia di Un giorno perfetto, tratta dall’omonimo romanzo di Melania G. Mazzucco, il regista ci fa entrare, dopo un tragico evento, nella vita (che si dipana nell’arco di una giornata solo all’apparenza perfetta!) di Emma (Isabella Ferrari) e Antonio (Valerio Mastandrea), separati da un anno circa e con due figli. Una coppia complessa, come complessi sono tutti i personaggi di contorno in un film riuscito solo a metà, data la drammaticità dei fatti stemperata da una didascalica messa in scena nella sua seconda parte che tradisce un ottimo inizio. La partitura di Guerra è molto presente nel film però mai invadente, sempre sul filo dell’emozionalità con quell’uso intimistico del violino (“Parole d’Autunno”) e della fisarmonica (“Corre sul mare”) solista. Le musiche eseguite dall’egregia Czech National Symphony Orchestra, sotto la direzione di Luca Salvadori, rispecchiano il percorso poetico musicale ricercato dal compositore romagnolo con Le fate ignoranti e proseguito con La finestra di fronte e Cuore sacro, come a tracciare un trait d’union sentimentale tra tutte le pellicole di Ozpetek. Sembra, infatti, ad un ascolto separato dalle immagini, di ascoltare non la nuova colonna sonora di Un giorno perfetto ma quella degli altri film del regista turco, senza che ciò vada ad invalidare la qualità della seguente OST. Perché quest’ultimo lavoro di Guerra possiede svariati passaggi in cui il cuore sobbalza per la forte emozione e al contempo si rattrista per gli eventi intensi che vivono sullo schermo. Come non lasciarsi trasportare dalle note intime per piano, archi, arpa e fiati di “Un’ombra leggera”, dalla fisarmonica (ottima performance di Giovanni Giombolini) che esegue il tema principale, coadiuvata da piano e chitarra, in “Vola nel vento” o lo sfuggente crescendo dell’orchestra e della fisarmonica nel breve “In un respiro”? Il leitmotiv di matrice popolare torna nella trascinante canzone finale “Un altro cielo” (musica di Guerra, Giombolini, Giorgetti, Pierotti e parole di Tonino Guerra) cantata da Ermanno Giove con voce incisiva ed appassionata, dalla notevole carica drammaturgica. Il testo del celebre poeta e sceneggiatore Tonino Guerra, padre del compositore Andrea, è una poesia acuta che racchiude tutta la tragicità della storia del film (tutti i titoli dei brani dello score sono frasi della canzone). Una menzione speciale, come sempre, d’altronde, nelle soundtracks dei film di Ozpetek, va alle canzoni selezionate dal regista stesso: la nota “Nah neh nah” dei Vaya con Dios, briosa e dal ritmo alla Django Reinhardt, il tango passionale di “Cordoba sin ti” eseguito da Luciano Pereyra e la prediletta del regista (già usata ne La finestra di fronte e Cuore sacro) Sezen Aksu con la scatenata “Sanima Inanma (Kivanch K versiyon)”.          

 

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