X-Files: I Want to Believe

cover_x_files_i_want_to_believe.jpgMark Snow/AA.VV.
X-Files: Voglio crederci (X-Files: I Want to Believe, 2008)
Decca 478 1028 DH
23 brani (2 canzoni e 21 di commento) – durata: 1h 11’ 49”

 

Deludente il film, debole la colonna sonora! X-Files: voglio crederci segna il ritorno sul grande schermo, a distanza di sei anni dall'ultimo episodio televisivo e dieci dalla prima pellicola diretta da Rob Bowman, degli agenti dell’FBI Fox Mulder e Dana Scully, diretti stavolta dal creatore della celebre serie anni ’90 Chris Carter. Un film che appare come un episodio dilatato del telefilm originale, dove i due protagonisti, ora ex-agenti dell’FBI, sono richiamati in servizio per ritrovare, con l’aiuto di un prete pedofilo sensitivo, una loro collega misteriosamente scomparsa. I paesaggi innevati, il buio opprimente, un caso che nulla ha a che fare con entità extraterrestri, nuove e vecchie conoscenze, una musica molto aderente alle immagini e la presenza dei due eroi della serie, seppur invecchiati e meno convincenti nella recitazione rispetto al passato, rendono il film non del tutto disprezzabile per un neofita, ma parecchio banale per un fan accanito del telefilm di provenienza. Mark Snow, il rinomato autore delle sei note inquietanti e misteriose della sigla televisiva di X-Files, torna a collaborare con il regista e sceneggiatore Carter per questa seconda pellicola, ma perde la sua vena creativa che tanto aveva giovato al telefilm anni ’90 come al primo film del 1998. Forse anche il compositore statunitense non è riuscito a farsi coinvolgere da questa moderna dark story ispirata al mito del mostro di Frankenstein, infatti è vero che il suo score aderisce alla perfezione ai singoli fotogrammi, però perde mordente e annoia ad un ascolto separato dalle immagini. Pochi i brani incisivi che si rammentano dopo l’ascolto del CD: “The Trip to DC” parte lento con morbidi archi, arpa e xilofono e un piano che presenta un tema nostalgico che sfuma per far posto ad un ostinato epico per archi e fiati stile Philip Glass; commenta l’arrivo in elicottero dei nostri eroi alla sede dell’FBI. Il medesimo ostinato si ripropone nel pezzo adrenalinico “Foot Chase” che delinea l’inseguimento a piedi di Mulder di un sospetto. “Father Joe” propone il tema del prete sensitivo con archi e ottoni quieti (l’inizio rammenta dei passaggi sonori alla Signore degli anelli di Shore!) che cedono il posto ad una ritmica lenta ed un mellifluo vocalizzo femminile, tipico di molte partiture americane degli ultimi anni. Con “Home Again” si rifà vivo il tema nostalgico, quasi un love theme malinconico, che con quegli archi ariosi ci trasporta verso un finale dove credere che c’è sempre una speranza dietro il buio dell’anima. O no? Difatti il brano termina con il noto tema della serie, fino a questo momento solamente accennato e mai definito nelle sue sei note integrali, come a dire che il mistero non finisce qui, perché qualcosa di sinistro sta sempre per accadere! Il CD si chiude con due canzoni, “Broken” degli Unkle e “Dying 2 Live” del rapper Xzibit, e un’ avvincente versione ambient percussiva, con assolo di violoncello, del tema di X-Files eseguita dagli Unkle.       


 

Stampa