Hancock

cover_hancock.jpgJohn Powell
Hancock (Id. - 2008)
Varese Sarabande 302-066-908-2
20 Brani - durata: 44’37’’

 

Chi cerca una musica da supereroe potente, coinvolgente, con quel sound massiccio che autori come John Williams col suo Superman o Danny Elfman col suo Batman ci hanno regalato nel passato attraverso grandi emozioni cinemusicali sarà costretto a rivedere le proprie idee musicali per questo film. Se Will Smith interpreta il ruolo di Hancock impersonando un qualcosa che stravolge e, perché no, ribalta completamente lo stereotipo del supereroe, John Powell si cimenta nella scrittura musicale con le stesse intenzioni, riuscendo a concepire una partitura assolutamente personale, impregnata dei suoi tratti stilistici più caratteristici, riuscendo a costruire una sequenza che gioca con i succitati luoghi comuni associati ai supereroi, per cucire direttamente sulla pelle di un personaggio atipico una partitura altrettanto inaspettata.
Con un Hammond che sembra quasi dipingere, con i suoi accordi, le strade di una città statunitense tipica, dalle vie sporche e i senza tetto che si scaldano attorno ad un barile in fiamme, “SUV Chase” apre attraverso una ritmica elettronica la colonna sonora che, fin dai primi istanti, traccia con impressionante precisione il profilo di un personaggio realmente fuori dagli schemi.
E la musica stessa si presenta fuori dagli schemi, un crescendo di trombe dal gusto asciutto, stridulo, che si fanno accompagnare da una vivace linea di basso e delle ritmiche di chitarra atte a rappresentare un clima quasi country, che con l'orchestra gioca nella creazione di una marcia grintosa, inevitabilmente stereotipo della musica da supereroe, tirandosi però presto indietro per lasciar spazio ad entrate di tromboni dal gusto ironico.
Lo stile di John Powell non si fa attendere, grazie a delle sequenze musicali caratteristiche del bravo artista, si passa dalla dolce “John, Meet Ray” che attraverso delicati temi di archi, di fiati e vivaci pizzicati rammenta i suoi lavori più tipici per le commedie o i film d'animazione, alla ritmata “Train Disaster”, in cui ritroviamo quel gusto quasi anni '70 nel concepimento di una ritmica che quasi vuol strizzare l'occhiolino a Jimi Hendrix, con una chitarra dal suono caldo, quell'hammond che nelle retrovie continua ad insistere nel ricreare un'immagine che quasi dipinge luoghi come il Queens di Manhattan, e delle ricercatezze ritmiche talvolta appena accennate, ma sempre precise.
Se “Superhero Comix” e “You Should Go!” rappresentano momenti delicati ma che quasi tendono ad accennare ad un crescendo eroico, “To War” e “I Really Hat That World” dipingono invece momenti dal gusto vigoroso e magnificamente prorompente, in cui Powell regala ritmiche e bei passaggi con grande orchestra atti a commentare in modo muscoloso ed eroico la pellicola, senza tralasciare temi d'ampio respiro dal gusto quasi romantico, come quello interpretato da una meravigliosa sezione d'archi in “Standing Ovation”.
Indubbiamente molto personali sono brani come “Indestructible” e “Hollywood Blvd”, che si evolvono in un susseguirsi, un tira e molla di situazioni che spaziano tra l'eroico, la musica da big band ed una serie di ritmiche dai toni acuti e gli spigoli pronunciati. Molta cura viene dedicata alle orchestrazioni, in particolar modo alla sezione d'archi, che in questi momenti ricopre un ruolo non indifferente nell'accompagnamento di questi virtuosismi degli ottoni, i quali si alternano a percussioni sempre molto particolari.
Dopo i drammatici momenti di “Mortal” e “Upon Us All”, che per certi versi quasi richiamano all'orecchio i tappeti monolitici in stile MediaVentures quanto a costruzione melodica, Powell sfodera le sue spiccate qualità attraverso due pagine musicali brillanti e di pregevole fattura: “Death And Transfiguration” e “The Moon And The Superhero”. Attraverso questi passaggi il compositore si esprime scrivendo per grande orchestra dei temi che spalancano le porte su di un'atmosfera d'ampio respiro, in cui il collegamento tra i due risiede in una ritmica dal gusto brillante e moderno, per lasciar spazio poi ad un crescendo eroico esposto dagli archi e dagli ottoni brillante e coinvolgente, con una vena romantica e serena che trascina e alletta.
La sezione d'ottoni nel secondo brano interpreta questo magnifico momento musicale, comunicando forti emozioni e riempiendo le orecchie dell'ascoltatore con un sound puro e pulito, per poi concludere con una ritmica elettronica che, assieme ad una vigorosa marcia, ancora una volta rimarca il profilo di questo atipico personaggio.
Il lavoro svolto da John Powell per questa partitura è tanto particolare quanto difficile da commentare.
Ci troviamo di fronte ad una partitura concepita completamente sul personaggio attorno al quale ruota il film, presentandone gli aspetti più assurdi e tipici, e gli accostamenti musicali più inaspettati.
Se infatti Hancock rappresenta questo supereroe svogliato e disinteressato, in cui confluiscono questi elementi discordanti, nella partitura scritta da Powell sono gli elementi che compongono il corpo orchestrale (e non) a trasmettere lo stesso gusto.
La scelta di assegnare a linee di chitarra molto calda, quasi anni '70 come stile, molti dei passaggi particolari della composizione, e lasciando che gli strumenti tipici per questo genere filmico fungano più da supporto, se non da sfondo ironico, quasi da parodia.
Lo stile compositivo di questo artista è facilmente captabile attraverso le ricercatezze timbriche, gli incastri ritmici e la particolarità dei suoni che hanno reso le sue percussioni e le sue orchestrazioni valido elemento di riconoscimento.
La partitura gioca sui contrasti, sugli aspetti tipici del supereroe che si riflettono sul profilo di un personaggio a cui non interessa nulla di tutto ciò, e quindi questo continuo botta e risposta tra parti contrapposte crea un incastro musicalmente affascinante e al tempo stesso molto interessante da studiare, interpretare e, perché no, semplicemente da ascoltare.
In conclusione una partitura molto particolare, quasi unica nel suo genere, che vale la pena di essere ascoltata lontana dalle immagini, per apprezzarne le caratteristiche più curiose e quella ricerca di un sound atipico, che non risulterà però sgradevole, anzi molto accattivante e coinvolgente, ad opera di uno degli artisti di Hollywood ad oggi più quotati.

 

Stampa