Rambo

cover_john_rambo.jpgBrian Tyler
John Rambo (Rambo, 2008)
Lions Gate Records LGM2-0014
20 brani – durata: 75’42’’

 

Sequel che dopo circa vent’anni ripropone uno dei personaggi più amati interpretati da Sylvester Stallone, John Rambo gode di una buona partitura, ad opera del compositore Brian Tyler. Il disco si apre con un meraviglioso “Rambo Theme”, caratterizzato da quel dolcissimo arpeggio di chitarra acustica ed un malinconico tema esposto prima dalla tromba solista e poi dall’intera sezione d'ottoni. Il tema altri non è che la melodia composta da Jerry Goldsmith nel 1982 per il primo Rambo (First Blood in USA), e Tyler omaggia il grande maestro scomparso nel luglio del 2004 riproponendo quel momento musicale che porta con se tanta speranza e dolcezza, elementi caratterizzanti di John Rambo, personaggio principale dell’omonimo film. Le variazioni comunque non si fanno attendere, ed infatti Tyler fornisce al tema un sapore molto malinconico ed introspettivo grazie ad un delicato tappeto di archi che precede la conclusione della traccia, ad opera della tromba solista.
Con “No Rules Of Engagement” entriamo nel pieno della partitura composta dall’artista; non bisogna infatti attendere molto per scontrarsi musicalmente con un trionfo di percussioni e temi action molto drammatici, in cui le sezioni d'archi e ottoni lavorano a pieno regime per costruire un'atmosfera forse un po' conosciuta e ricorrente nei suoi lavori, ma sicuramente di grande impatto musicale ed emotivo.
Indubbiamente seducenti i crescendo, che si lasciano condurre magnificamente da una ritmica martellante e dall'intenso carattere action-tribale.
Saltano all'orecchio i vari botta e risposta tra i violini e i tromboni, che disegnano immagini molto pungenti da un lato ed estremamente gravi dall'altro, per poi sfociare in una conclusione molto cupa e che strizza l'occhiolino ai momenti più caratteristici del Rambo di Goldsmith. Questo aspetto tribale con largo uso di percussioni, timpani e tromboni si protrae per diversi brani, lasciando ampio spazio a variazioni di indubbia bellezza, come il leitmotiv drammatico che troviamo in “The Rescue”, in cui la sezione d'archi esegue con molto carisma le note composte dall’egregio artista statunitense.
In “Aftermath” troviamo invece un proseguimento di quella malinconica e delicata variazione conosciuta all'interno di “Rambo Theme”, un'atmosfera delicata, armoniosa, che si evolve continuando in “Searching For Missionaries”, dove un lungo momento d'attesa, caratterizzato da delicati pizzicati d'arpa e tappeti molto cupi di archi, lascia presto spazio ad interessanti dissonanze, accompagnate da una ricerca ritmica che oscilla tra il tribale e l'etnico, quasi a voler richiamare un carattere mediorientale grazie alla continua presenza di arpeggi e pizzicati caratteristici di quei luoghi. La chitarra elettrica di “Hunting Mercenaries” squarcia il silenzio dalle retrovie, rafforzando brutalmente la cadenza ritmica dei timpani ed una presenza sincopata degli archi, atta a rimarcare la scansione temporale che le percussioni portano avanti.
Musicalmente è un brano molto seducente, sebbene porti con se più atmosfera e ritmica che melodia; encomiabile però è la ricerca compositiva e la costruzione tematica, che riesce a trovare ampio spazio tra una martellante presenza di timpani ed un insistente crescendo di tromboni. I corni poi, nella loro entrata, aggiungono un tono eroico al brano, prima di lasciare di nuovo spazio a presenze ritmicamente serrate di trombe e tromboni. Dopo una serie di momenti delicati, che spaziano dalla silenziosa “Crossing Into Burma” alla dolce “The Village” ci si scontra con un vigoroso “Rambo Returns”, in cui Tyler dimostra più che mai la sua scelta ritmico-dissonante per commentare le imprese dell'eroe, piuttosto che di carattere melodico-tematica.
Questa scelta diventa elemento caratterizzante dei brani successivi, spaziando dal morbido “The Call To War” al cupo e silenzioso “Prison Camp”, per poi esplodere di nuovo con un carattere tribale in “Attack On the Village”. Gli ultimi pezzi del disco portano avanti questa scelta stilistica, fornendo variazioni molto interessanti alle medesime tecniche d'approccio dei brani passati, riconfermando l'intenzione di Tyler di affrontare la pellicola in un modo molto introspettivo ed epidermico, senza privarci però di una buona presenza tematica di buon effetto.
A conclusione dell'album “Rambo Main Title” e “Rambo End Title”. Il secondo va tenuto in particolare considerazione, perché arrangiato sulle orme dei temi composti da Jerry Goldsmith, e quindi di notevole effetto emotivo, specialmente per chi, come me, ha amato il grande maestro scomparso e le sue spettacolari, inimitabili partiture.
In quest’ambito Brian Tyler si è dimostrato un buon artista, e oserei anche un buon artigiano, vista la sua presenza costante nelle orchestrazioni, capace di omaggiare le partiture originali di Jerry Goldsmith senza scadere nel ripetitivo o nella riproposizione di intere pagine musicali composte dall’artista scomparso.
Tyler infatti rispolvera i magnifici temi composti da Goldsmith per aprire la pellicola, per chiuderla, per commentare qualche momento apparentemente introspettivo o che magari sul film evoca qualcosa appartenente alle pellicole passate, ma per il resto si cimenta in una scrittura ritmica e di puro commento, lasciando che i temi di Goldsmith siano quelli davvero memorabili nell’opera, un omaggio e un ricordo, un rispetto diciamo, di ciò che è stato nel passato, e prendendo in mano le redini della composizione dando sfogo alle sue capacità più aggressive, più dissonanti, più martellanti, in cui anche elementi musicali come violini, arpe, pianoforti o ottoni occupano una posizione più ritmica che melodica.
Ciò che si sente di musicale è personalissimo, inconfondibile, talmente inconfondibile che rischia spesso di scadere nel già sentito da parte di questo artista, ma fortunatamente così non è, ed il risultato è quindi molto buono, non un capolavoro, ma sicuramente degno di nota, confermando la mia idea su Brian Tyler, quale artista sicuramente meritevole di attenzione, sperando che questo suo Rambo e Aliens Vs Predator Requiem divengano il suo standard di partenza per i lavori futuri.


 

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