La rabbia

cover_la_rabbia.jpgTeho Teardo & Luis Bacalov
La rabbia (2008)
Warner Chappell Music
9 brani –  Durata: 37’44’’

 

Diciamo subito che la musica di Teho Teardo a chi scrive piace, e molto.
Il mondo di suoni contaminati, magici, in continuo movimento che questo giovane compositore indaga e ricerca dagli anni in cui ha iniziato la propria attività non è privo di fascino. Anche questo lavoro, realizzato per accompagnare un film non certo facile, del regista di Pianosequenza e Golem, sembra essere ben riuscito. Le composizioni di Teardo hanno il pregio di tradurre in musica i colori del mondo e dell’anima del protagonista e di arricchire le immagini di senso conferendo loro una profondità, una ricchezza, che senza la musica non avrebbero. Il tema principale è stato scritto dal premio Oscar Luis Bacalov ed è stato arrangiato da Teardo che oltre a comporre le altre tracce della OST è anche produttore del disco e interprete principale (suona infatti la chitarra, il piano, i sintetizzatori, il basso), e ne ha curato personalmente il missaggio.
Con La rabbia Louis Nero, giovane autore e regista il cui talento sembra essere pari alla scostante consapevolezza del proprio valore, si concede il lusso di un lavoro metacinematografico che riflette sullo stato dell’arte dell’industria culturale e cinematografica in Italia, oggi. Protagonista della pellicola è infatti un ragazzo che sogna di dirigere un film, ma che deve scontrarsi con due terribili figure, quella del Produttore (interpretato da Giorgio Albertazzi), prima, e del Distributore a prodotto finito, personaggi sordi alle ansie, alle paure, ai bisogni estetici dell’autore e attenti soltanto al gradimento della pellicola da parte di un pubblico distratto.
Il  film è co-prodotto dal regista e da Franco Nero, che ha creduto fortemente nel progetto (i due si erano conosciuti sul set di Hans in cui Nero ha interpretato un cameo).
Il tema principale “La Rabbia”, è l’unico insieme al brano “Martelli”, in cui sia possibile identificare un materiale tematico preciso, riconoscibile. Si tratta di un tema ironico, che si colora di “giallo” fin dalle prime note… in cui si gioca tra esposizione del tema, e suo contrappunto ritmico in modo da conferire al brano una forte valenza narrativa. Si avverte con chiarezza che accadrà qualcosa, qualcosa di pericoloso, di spiacevole, di notturno…. Ma tutto sembra quasi essere un gioco, un sogno.
"Nuova Rabbia" resta il brano più duro, in cui si sente il ferro che stride e scintilla nella pancia del protagonista, in un crescendo circolare che torna su se stesso, monta senza mai davvero prender forma, si autoalimenta, consuma.
Fruscii, suoni elettrici, ed elettronici, che si accompagnano al calore dei violoncelli di Erik Friedlander e Martina Bertoni in “Decine di Magritte” chiudono l’album. Un lavoro che è stato realizzato dall’autore senza mai andare sul set, e lavorando soltanto sulla sceneggiatura, e sul mondo narrativo del film condiviso attraverso lunghe telefonate: "Io e Louis non ci siamo mai visti fino alla fine del film, ma ci sono state lunghe telefonate, anche di 4 o 5 volte al giorno. Eravamo diventati in pratica due fidanzatini. Non mi piace far musica per il cinema, ma preferisco portare la musica nel cinema, e in questo senso lavorare a questo film è stata un'esperienza molto gratificante."


 

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