Galantuomini

cover_galantuomini.jpgGabriele Rampino
Galantuomini (2008)
Dodicilune Dischi ED260
25 brani –  Durata: 1h e 07’

 

Il mondo della comunicazione e del World Wide Web stanno modificando il nostro modo di vivere i prodotti, i libri, la musica, i film. Ma un CD come questo mi fa pensare a quanto l’oggetto che conserva l’opera sia importante per far vivere pienamente l’opera stessa. È bello il disco, il modo in cui è impaginato, le foto di scena che sono state scelte, per raccontare in poche immagini il film. E i ringraziamenti che Gabriele Rampino fa in calce sono una testimonianza di quello che la musica all’interno di un film può e per certi versi deve essere. Il grazie del musicista al direttore della fotografia, che alla musica ha dato i colori e la luce, al montatore, che conserva i segreti del ritmo del film, al produttore, al regista, per il modo in cui hanno vissuto la pellicola e trasmesso un’idea.
La OST di Galantuomini, regia di Edoardo Winspeare, prodotto da Fabrizio Mosca, è un viaggio in cui i suoni prendono forma, si colorano, si trasformano in personaggi che narrano una storia, fatta di piombo, di sole, di lotta, d’amore, di vita.
Ci sono momenti in cui il film è dentro la colonna sonora, e i suoni, la musica, le parole sono così intimamente connessi tra loro che non è possibile separare un elemento dall’altro. È il caso di "Nostalgia dei vecchi tempi" un brano in cui i rumori del film, la battuta di un attore, che da il nome al brano, si trasformano in elementi musicali. O di "Viltà Fatale" in cui le percussioni sono usate come fossero delle armi che esplodono colpi mortali.
Dal punto di vista formale l’intero score si basa su una cellula melodica semplice ed efficace che genera il tema principale, "Galantuomini", e che poi ritorna in modo diverso in altri brani. Il forte senso di unità dell’opera deriva da questo elemento comune, e dalla scelta dell’organico strumentale: chitarre e percussioni sono di fatto sempre presenti, a questi strumenti si sovrappongono sonorità e colori che restano in equilibrio tra occidente e oriente, tra jazz e musica popolare, la voce di Serena Spedicato, il dubuk, il bandoneon.
Gabriele Rampino, attivo da oltre dieci anni  in qualità di musicista, di produttore musicale e di sound designer, aveva già in altre occasioni lavorato con Edoardo Winspeare, producendo nel 1998, l'opera prima della rinascita della musica popolare salentina, Pizzicata, colonna sonora dell'omonimo film di Winspeare, e componendo poi la partitura del corto Coppula Tisa
Il bel film di  Edoardo Winspeare resta ancorato alla terra d'origine del regista, il Salento, luogo/personaggio di tutti i suoi film (Pizzicata, Sangue Vivo, Il miracolo). Il film racconta la storia d'amore impossibile tra un uomo di legge e una donna della malavita, il difficile equilibrio tra ciò che sentiamo di voler fare, e ciò che è giusto.  Un nodo amaro che suona come una danza, un tango, come recita il titolo di una delle tracce del disco ("Our First Tango"), reso perfettamente dalla musica di Rampino che sa raccontare la tenerezza di una madre, e la ferocia di un mondo in cui di galantuomini forse non ne restano.

 

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