Come Dio comanda

cover_come_dio_comanda.jpgMokadelic
Come Dio comanda (2008)
CAM 515484-2
12 brani –  Durata: 44’31’’

 

Sarebbe bello che questo film avesse un livello narrativo che continua a bruciare, ma non si consuma mai. Come il rock.”
Sono queste le parole che Salvatores ha usato per commentare il suo film,  facendo riferimento ad un genere  musicale che ha sempre amato, per riuscire a descrivere quale sia l’anima di questo suo ultimo lavoro: un film rock o meglio un film che sappia trasmettere “[…] ciò che resta del rock dopo il diluvio”. Sonorità che i Mokadelic hanno sviluppato fin dagli esordi, nel 2000 quando ancora il gruppo si chiamava Moka ed era composto dai quattro membri originari: Alessio Mecozzi, Alberto Broccatelli, Cristian Marras e Maurizio Mazzenga, a cui si aggiungerà più avanti Luca Novelli. Le prime esperienze del gruppo romano si concentrarono su delle improvvisazioni strumentali, esperimenti che confluirono nel loro primo album autoprodotto uscito nel 2002, quattro anni più tardi sarà pubblicato il loro secondo album “Hopi” il disco che ha segnato l’incontro con Salvatores. Un incontro casuale, come spesso accade in questi casi, l’ascolto di alcuni brani a casa di un amico sono stati sufficienti al regista napoletano per riconoscere nei suoni dei Mokadelic il mondo sonoro più adatto alla sua pellicola. Nella musica dei Mokadelic il freddo delle chitarre elettriche si incontra con il calore del pianoforte, la semplicità di alcune cellule tematiche si fonde con elementi psichedelici, acidi a volte, sempre tenuti insieme dal robusto pulsare delle percussioni, il risultato è un suono pieno, forte, vitale, frutto di un percorso di ricerca espressiva che ha consentito a questo gruppo di confrontarsi con questa nuova sfida artistica senza mai dover rinunciare alla loro personale cifra stilistica.
La colonna sonora del film è stata composta prima dell’inizio delle riprese, così come lo stesso Salvatores aveva chiesto, ispirandosi alla sceneggiatura della pellicola, ai personaggi, agli ambienti nati dalla penna di Niccolò Ammanniti. Così ha preso forma questo disco pensato come un vero e proprio album, una sorta di concept album legato al racconto del film e dolcemente costretto a svolgere la funzione di colonna sonora. Le musiche sono state utilizzate in fase di ripresa, e l’intero film, girato senza un vero e proprio storyboard, è pensato come una successione di piani sequenza poi montati insieme. La musica in questa operazione di montaggio acquista dunque un'importanza fondamentale utilizzata spesso in funzione di contrappunto drammatico, in contrasto con le immagini, o come elemento unificante del racconto.
Un lavoro interessante, ben costruito, capace di legarsi alle immagini in modo efficace, lasciando allo spettatore la libertà di cancellare la musica, rapiti dal tempo sospeso del racconto, anche se spesso resta soltanto la musica a scandirlo questo tempo, battito dopo battito. Ma Come Dio comanda resta anche un album in sé compiuto cui sarà sempre possibile accostarsi con piacere, anche lontano dal grande schermo, un disco dove chiunque ami il rock potrà trovare un luogo privilegiato di incontro con una musica capace ancora di raccontare una storia, di stupire e di suggerire… cosa resta del rock dopo il diluvio… 

 

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