Inside Man

cover_inside_man.jpgTerence Blanchard
Inside Man (id. – 2006)
Varèse Sarabande VSD 6722
27 brani - durata: 56’31”

 

Raggiunto con La 25ª ora l’attuale zenit della loro rinomata collaborazione, Spike Lee e Terence Blanchard non hanno denunciato nel successivo incontro cali di forma, proponendo anche per She Hate Me, opera dal bisogno audiovisivo nettamente più sobrio e leggero, soluzioni degne di un sodalizio mai fuori fase. Per il riuscito crime-thriller Inside Man, Blanchard dà l’impressione di aver compendiato le stilistiche dominanti nei due passati lungometraggi, mescolando con misura il sinfonismo post-moderno dischiuso nel primo film e la naturale, sofisticata vena urban-jazz imperante nel secondo. Naturalmente, rivedendo i dosaggi orchestrali e il contesto melodico. Lo svettante pathos lirico alla base del primo modulo di scoring suona infatti notevolmente alleggerito, mentre la strumentazione vira decisamente in favore degli ottoni, responsabili dell’inesorabile tema principale (“Ten Thirty”). Lo spirito jazzistico del secondo approccio è invece calato stavolta in modalità funky, restituendo un Blanchard in piena condivisione d’intenti con la volontà del regista di rifarsi alla corrente di genere anni ’70. Non sorprende quindi che nelle sparse occasioni di convivenza dei due stili si respirino atmosfere alla Dave Grusin, alla Schifrin o alla Elmer Bernstein (soprattutto quello del coppoliano The Rainmaker). Non intacca il piacevole ascolto di questo disco attraente e sofisticato l’ultimo brano, “Chaiyya Chaiyya Bollywood Joint”, hit della cinematografia indiana che in America si è rivelato principale motivo d’interesse dell’album.

 


 

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