World Trade Center

cover_world_trade_center.jpgCraig Armstrong
World Trade Center (id. 2006)
Sony Classical SK 88057
18 Brani – Durata: 57’26”

 

Quanto può essere complesso produrre una colonna sonora per gli eventi dell’11 settembre? Quell’evento che ha segnato la storia degli ultimi anni, solo ora è stato affrontato dal cinema in due film, uno dei quali è World Trade Center di Oliver Stone. Craig Armstrong ha accettato la sfida, l’ha accettata perchè Stone ha descritto quella giornata in un modo estremamente personale, interiore. La prima traccia, con il violoncello che tocca il cuore, è intensa perchè parla a chi è stato testimone dell’evento, senza fare differenze. Un inizio silente, poi l’arco che attacca profondo, lento, armonioso. E’ il dramma che si concretizza, è la lacrima immobile priva del coraggio di scendere lungo le guance. Di seguito la seconda traccia. E’ il piano che parla. Comunica il dolore e poi reagisce, perchè l’uomo vive nella speranza. E allora si apre, si ferma a riflettere, e poi si apre ancora con gli archi che illuminano il cielo sopra le torri. Basterebbero i primi due pezzi per descrivere la profondità della musica di Armstrong, che in un terreno non suo si allinea a Oliver Stone, e osserva. Fino ad arrivare alla sesta traccia, un coro muto che riprende il tema principale (ricorda Glory di James Horner), in cui il compositore mette in gioco l’elemento umano, attonito e ancora vivo. World Trade Center emoziona e, per chi ha vissuto soltanto in televisione quegli attimi terribili, non lascia scampo, con quei due uomini intrappolati nelle macerie che sono tutti noi.


 

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