Perfume - The Story of a Murderer

cover_profumo_assassino.jpgTom Tykwer, Reinhold Heil e Johnny Klimek
Profumo - Storia di un assassino (Perfume - The Story of a Murderer, 2006)
EMI  3 72002 2
18 brani - durata: 70'03"

 

Dopo aver firmato film di grande spessore come Lola corre e Haeven, il regista tedesco Tom Tykwer si confronta ora con l’ambiziosa trasposizione del romanzo Il Profumo, storia di un assassino di Patrick Sueskind.
La realizzazione è gratificata da un cast superlativo che unisce Ben Wishow, Alan Rickman, Dustin Hoffman e l’astro nascente Rachel Hurd Wood  e si impone anche per la sua spettacolare scenografia. Di grande fascino, in particolare, le sequenze finali con la rappresentazione dell’esecuzione dove si  realizza la trasfigurazione poetica del dramma in cui il profumo del condannato arriva a suscitare la metamorfosi in un inquietante trasporto mistico-idolatrico che gradualmente contagia la folla dei presenti.
Profumo - Storia di un assassino è la rappresentazione del dramma dell’effimero e del suo potere sull’uomo e della solitudine in cui si ritrova colui che consegue un anelato obiettivo o riesce a giungere alla dura realizzazione di un ideale.
La suggestiva scenografia e gli ammirevoli virtuosismi delle riprese non consentono peraltro di trasmettere allo spettatore  l’elemento chiave della storia: le straordinarie doti olfattive del giovane Jaen Baptiste Grenouille, vissuto nella Francia del 1700, la cui grande passione per la creazione di nuovi profumi lo porta a diventare un serial killer di giovani fanciulle dai cui corpi egli estrae le preziose essenze da conservare per le sue future creazioni cosmetiche.
Lo spettatore può solo immaginare le eteree essenze e gli inebrianti aromi che il film illustra ed è quindi la musica ad assumere per espressa volontà del regista un fondamentale ruolo trainante e integrante: i suoni, come i profumi, hanno il potere di evocare in noi  ricordi e di influenzare la nostra personalità.
‘I paralleli fra profumi e musica nel libro di Suesskind sono ben evidenti’ – afferma Tom Tykwer – e la terminologia cosmetica deriva da quella musicale: ai profumi si associano sempre termini come accordo, tono e nota…’.
Gli autori della colonna sonora sono lo stesso Tykwer insieme a Reinhold Heil e Johnny Klimer che sono riusciti a coinvolvere per l’esecuzione i leggendari Berliner Philharmoniker diretti da  Simon Rattle, un artista sicuramente più a suo agio in questo tipo di composizioni che non nel repertorio del romanticismo sinfonico tedesco.
Il voluttuoso impasto sonoro della formidabile orchestra tedesca – colto in modo superbo dai tecnici della EMI nella registrazione CD -  assicura al film un grande impatto e ulteriore prestigio.
Non ci si poteva certo attendere dai tre autori un linguaggio compositivo di forte impronta contemporanea come sarebbe potuto scaturire da un Hans Werner Henze o Arvo Paert, il compositore estone che lo stesso Tykwer utilizza nella colonna sonora del suo film Heaven del 2002.
I compositori optano per un linguaggio sinfonico melodico e immediato che partendo da  motivi aerei  e leggiadri raggiunge nello scorrere delle immagini sonorità possenti e maestose .
La musica pur muovendosi con destrezza nell’orlo del precipizio di una possibile pericolosa caduta nel kitsch raramente scade in ovvio sentimentalismo o retoriche sdolcinature mentre le sue lunghe linee sonore  creano avvincenti atmosfere che conferiscono al dramma un singolare e ammaliante fascino romantico.
Gli interventi corali del superbo Coro lettone di Riga guidato da Kristian Jaervj, il più giovane di una famiglia estone di eccelsi musicisti, creano nel brano "Prologue - The Highest Point" come in "Lost Love" e nell’"Epilogue - Leaving Grasse" momenti di mistico romanticismo in contrasto con i forti accenti drammatici che caratterizzano "Grasse in Panic".
Il suono inimitabile dei Berliner Philharmoniker trasporta poi lo spettatore in voluttuosi paesaggi sonori che evocano incantate atmosfere cosmiche.
Il capriccio con gioco di campane, arpe, celesta e violini è volto a sottolineare il carattere effimero del profumo mentre l’ossessione folle del giovane è rappresentata da armonie di grande intensità drammatica come nel pezzo "The 13th Essence". Il canto solista del fagotto nel "Moorish Scents" crea un’atmosfera tersa ed enigmatica che richiama i grandi momenti sinfonici di Schostakowitsch (pensiamo in particolare al 4° movimento della sua 9^ sinfonia) mentre il seguente procedere melodico dei violoncelli  conduce nel clima ambiguo del sogno. Di grande suggestione l’episodio centrale del brano "Meeting Laura": qui la musica raggiunge probabilmente l’apice con il pathos espressivo e il fascino misterioso della voce del soprano (Chen Reiss) trasportata dalla lunga e magica onda sonora del tema incantato dalla forte carica mistica intonato dagli archi.
In conclusione una musica dal grande potere magnetico, seducente come il profumo del film…

 

 

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