Flags of our fathers

cover_flags_of_our_fathers.jpgClint Eastwood/AA.VV.
Flags of our fathers (Id. 2006)
Milan 399 061-2
20 brani – Durata: 59’41’’

 

Può una foto cambiare il corso di una guerra? Se l’istantanea in questione è quella rappresentante i marines che piantano la bandiera a stelle striscie durante la battaglia di Iwo Jima, sul monte Suribachi, la risposta è indubbiamente sì. Flags of our fathers racconta la storia dei soldati che combatterono quella battaglia, decisiva per le sorti della Seconda Guerra Mondiale, ma anche, e soprattutto, cosa avvenne “dietro le quinte” e i retroscena della propoganda che venne organizzata per cavalcare l’emozione suscitata nei cuori di milioni di americani da quello scatto. Un grande merito da ascrivere al film è quello di saper riprodurre fedelmente sensazioni ed atmosfere degli anni 40’: un grande contributo al raggiungimentio di questo difficile obiettivo arriva da una soundtrack che, invero tra più alti che bassi, si dimostra efficace accompagnamento e corredo sonoro alle vicende narrate sullo schermo. Due le chiavi sonore della colonna sonora: quella drammatica, che segue il dramma bellico e le vicende dei soldati sul campo di battaglia, caratterizzata dall’alternarsi di un registro cupo ed oscuro ("Wounded Marines", "Goodbye Ira", "Inland Battle") con contrappunti più leggeri e malinconici ("The Thunderer", "The Medals", "Platoon Swims") e quella al servizio della opera “documentaristica” di Eastwood, che propone marce militari allegre e solenni ("Armada Arrives", "Washington Post March"), canzoni d’epoca ("I’ll walk alone", "Any Bonds Today?", "Vict’ry Polka") e musica classica (Mozart e Haydn). Il jazz, prevedibilmente, fa di quando in quando capolino ("Knock Knock", "Summit Ridge Drive"), permettendo al regista di utilizzare il suo genere preferito come elegante elemento di raccordo tra i diversi momenti del film. Opera retorica, nella quale Eastwood non ha saputo/voluto dimostrarsi antipatriottico o sentito omaggio ai caduti di tutte le guerre? Ai posteri l’ardua sentenza: la OST è invece sicuramente incisiva, anche se forse a difettare in un contesto globale, sono proprio i brani scritti apposta per la pellicola che non paiono particolarmente ispirati ed emozionanti (si pensi a "Flag Rising" che dovrebbe accompagnare il momento clou del film).

 

 

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