The Lord of the Rings - The Two Towers - The Complete Recordings

cover_le_due_torri_complete_edition.jpgHoward Shore
The Lord of the Rings - The Two Towers - The Complete Recordings
(Il Signore degli Anelli - Le due Torri, 2002)
Reprise Records 44376-2
3 CD + DVD Audio
45 brani (16+15+14 su 3 CD) - durata totale: 188'36"

 

In un mondo ideale ci piacerebbe poter far ressa ai botteghini delle migliori sale da concerto del nostro paese per assistere all’esecuzione integrale della saga musicale de IL SIGNORE DEGLI ANELLI composta da Howard Shore. Un po’ come avviene con la Tetralogia di Wagner e con tutte quelle grandi musiche che hanno segnato i tempi. Ma non siamo nel mondo ideale, siamo in Italia. E questo sogno non si avvererà probabilmente mai, nonostante l’immenso valore artistico dell’opera del canadese Shore. Negli auditorium nostrani, sempre più disertati dagli spettatori più giovani, non c’è posto per l’ancella di tutte le musiche, la disdegnata composizione per il cinema. Consoliamoci, dunque, con l’edizione discografica intitolata “the complete recordings”, costituita da tre box con tre CD e un DVD ciascuno, che si completerà entro l’anno prossimo, offrendo all’ascolto tutta (ma veramente tutta) la musica composta per la trilogia cinematografica campione di incassi.
Siamo giunti al secondo trittico. Dopo la passione suscitata dallo straripante box dedicato a LA COMPAGNIA DELL’ANELLO, gli estimatori non hanno esitato a mandare esaurite le prime tirature del nuovo capitolo, quello dedicato al film LE DUE TORRI.
La formula editoriale rimane per fortuna immutata. Nell’accattivante custodia a forma di libro antico (il colore del dorso, questa volta, è blu notte), la partitura è contenuta in tre lunghi compact disc e in un dvd che riespone tutto quanto in un unico flusso di qualità sonora allo “stato dell’arte”, nell’abbraccio quasi fisico veicolato dal formato 5.1. Non solo: nel cofanetto è contenuto un libretto in cui vengono individuati e descritti i singoli temi, mentre sul sito ufficiale del disco si può scaricare l’ulteriore ricco fascicolo (in formato pdf) con l’analisi accurata, brano per brano, della partitura e l’indicazione delle parti mai sentite nemmeno nei film.
Apprezzata la confezione, degna dei grandi eventi discografici, non resta che sprofondare in un ascolto rapito, che richiede concentrazione assoluta e tre ore buone di tempo a disposizione.
Il piacere è immediato, profondo e spaesante. Una vera “meraviglia”. È raro poter utilizzare in modo più calzante questa parola. Ogni istante dello sconfinato e minuzioso affresco regala autentico stupore, insieme a rapimento, gioia, in un’altalena di emozioni che oscillano dall’euforia alla malinconia. Se la musica applicata al cinema deve essere un vascello per sospingere lo spirito degli spettatori verso parti inespresse del racconto, la voluminosa partitura sinfonica di Shore è un esempio sfolgorante di un tale strumento mediatico.
Le sue melodie vaporose e cangianti come nubi, la scrittura sinfonica fluida e avviluppante, cesellata nei minimi dettagli timbrici con cura maniacale (non si contano gli strumenti inusuali che vengono utilizzati), favoriscono l’incessante impasto di elementi astratti, che la mente non potrebbe cogliere limitandosi alle immagini o ai dialoghi, nemmeno grazie alla pur convincente interpretazione degli attori.
LE DUE TORRI è l’opera emotivamente più sofisticata del trittico. Jackson ha rielaborato la disposizione cronologica del materiale narrativo di Tolkien, spingendo il racconto verso una perfetta doppia apoteosi scenica. La battaglia del Fosso di Helm e, quasi in parallelo, la calata degli Ent verso la distruzione di Isengard. Pur confluendo verso questi momenti di alto trasporto passionale, la trama percorre sentieri sinuosi, che permettono al cantastorie di alludere anche a sentimenti più oscuri e ambigui.
Non ci sono solo forti contrasti e passioni vivide come l’amicizia e il tradimento che dominavano il primo capitolo, e non sono ancora arrivati i momenti dell’episodio conclusivo, in cui l’eroismo epico assorbe e catalizza ogni altra emozione. Come si conviene ad ogni fase intermedia, LE DUE TORRI è intriso di suggestioni più sfumate, dominate da un senso di fatalismo, di perdizione e di resa. Si inizia con la Compagnia dell’Anello disciolta e spinta in direzioni differenti, si assiste al penoso recupero dalla corruzione di re Theoden, all’accidiosa indifferenza degli Ent, alla partenza malinconica degli Elfi, alla rinuncia di Arwen all’immortalità per coronare un amore dal futuro incerto, alla disperata resistenza durante l’assedio di Helm, e infine, vero grande fulcro emozionale dell’episodio, all’ultima grande occasione che viene offerta a Gollum di sottrarsi al suo destino di perdizione, nel momento in cui Frodo gli offre la sua fiducia. Occasione miseramente smarrita per la bramosia di un tesoro infetto, che significa solo condanna.
Shore raccoglie ed esalta tutti questi passaggi, filtrando nei suoi moltissimi temi, nelle trasfigurazioni corali, nelle rabbiose cariche orchestrali il pathos che trasuda dalle scene, e restituendo vigore e lucentezza al disegno complessivo. I brani di Shore sono finestre sulla quintessenza narrativa dell’opera, e l’ascolto integrale offre loro la coerenza necessaria ad un così grande monumento artistico. Ancora una volta gli episodi tramandati dal disco originale (già splendidi di per sè) vengono ora amalgamati in un flusso di grande robustezza strutturale. Le pagine inedite esaltano i passaggi noti e li rafforzano. L’ascolto è perfetto nella sua globalità, non si ha mai una sensazione di ridondanza, anche se alcuni episodi svettano inevitabilmente (il tema di Edoras, l’arrivo degli Elfi a Deep, l’ultima marcia degli Ent, il delirio di Aragorn) e alcuni brani inediti offrono autentiche sorprese. Tra questi ultimi, l’inseguimento di Merril e Pipino nel bosco di Fangorn, le brevi ma folgoranti apparizioni del tema di Gondor (che sarà l’apice melodico del terzo capitolo), il canto funebre di Èowyn per Théodred, l’ampliata battaglia coi lupi di Isengard, la breccia nel bastione di Helm. È comunque abbastanza inutile andare alla ricerca di momenti forti nell’ascolto di un un’opera che mantiene costante un livello qualitativo di gran lunga superiore alla media. Il merito sbalorditivo del compositore è proprio quello di aver espresso al massimo dell’ispirazione così tante pagine di musica.
Non resta che attendere, contaminati dalla stessa bramosia di Gollum, il box conclusivo dell’opera, previsto per la fine dell’anno prossimo.

 

Stampa