Night at the museum

cover_notte_al_museo.jpgAlan Silvestri
Night at the museum (Una notte al museo, 2006)
Varèse Sarabande – VSD 6778
35 brani – durata: 53’37”

 

E’ bastata un’accorta revisione burlesca degli scenari serlinghiani “ai confini della realtà” (in particolare delle atmosfere filo-grandguignolesche delle ultime stagioni classiche del cult seriale) adattate ad hoc alla caricaturale ironia di Ben Stiller perché Una notte al museo si aggiudicasse le alte vette del box-office americano.

E perché Alan Silvestri – in una stuzzicante nuova pausa dalla composizione del zemeckisiano Beowulf – firmasse l’ennesimo gioiello musicale di stampo comedy-adventure. Una commissione imprevista (dopo l’esonero dell’inizialmente ingaggiato John Ottman) che non lo ha trovato però impreparato, ancora una volta in perfetta assonanza con una sceneggiatura pirotecnica, perfetta per una partitura di estrema elasticità che si rifà alla versatilità con cui il compositore non ha finora sfigurato, sin dai tempi dell’insuperato commento per Un Topolino Sotto Sfratto. La rigogliosa sontuosità del tema portante presentato in “Night At The Museum” concentra il velo misterioso e la dinamica prestante di un commento intessuto sulle maglie sinfoniche dell’opera russa ottocentesca e sulla relativa aspirazione fiabesca (il riferimento al Williams di Harry Potter, seppur non vincolante, rifulge proprio nel main theme). La puntualità alle esigenze narrative del compositore produce però un parco tematico tutt’altro che limitato, regolato da un copertura pressoché totale dei personali moduli stilistici: dalla leggerezza del motivo pizzicato pensato per il protagonista (“One Of Those Days”) alle immancabili ostinazioni ritmiche degli sfavillanti materiali action (“Saved By Teddy”, “Stage Coach”) si alternano in agili giochi leitmotivici cadenze rituali (“Where’s Rexy?”), miniature Western (“The Iron Horse”), scherzosi colloqui imitativi delle sezioni (per Dexter, l’indomabile scimmietta, in “Meet Dexter”) e aperture egizie (“Tablet Of Akmenrah”) - che attestano l’altro modello formale dello score in quanto a sospensione mistica: La Mummia-Il Ritorno (come oltremodo certifica il trattamento imposto al montage di “Study Up On History”, in pronunciata affinità strutturale con il “Sandcastels” del film del 2001).
Resa inevitabilmente frammentaria dalla stringatezza di molti interventi, la presentazione discografica soddisfa adeguatamente; certo la mancanza di un End Titles riepilogativo non avrebbe guastato (nel film i titoli scorrono sul risaputo medley rock di repertorio, non presente nello score album Varèse) ma la bellezza di questa bomboniera sinfonica non perde comunque smalto all’ascolto isolato. Un nuovo viaggio nel tempo inconfondibilmente silvestriano.


 

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