Das Leben der Anderen

cover_le_vite_degli_altri.jpgGabriel Yared e Stéphane Moucha / AA.VV
Le vite degli altri (Das Leben der Anderen, 2006)
Colosseum  LC 03387
19 brani – Durata: 75’02”

 

In collaborazione con Stéphane Moucha, Gabriel Yared ha composto per Le vite degli altri di Florian Henckel von Donnersmarck, fresco dell’Oscar come miglior film straniero, una soundtrack che combina con intelligenza nervosismo e pathos drammatico. Le note si rincorrono qui in strutture musicali dal sapore classico, ma dalla forte capacità empatica: sensibile e intelligente, Yared è riuscito a ottenere dalla collaborazione con Moucha un intreccio musicale solido e coerente.

Gli archi sanno essere rapidi e guizzanti come nella migliore tradizione delle spy story; ne è esempio il ricorrente motivo principale, in cui le note si susseguono a due a due secondo uno schema regolare, presentato in “Die unsichtbare Front”, “Der Verrat” e in “IM ‘Martha’”. Ma le melodie sanno anche essere malinconiche. Strumenti solisti sono qui la chitarra e il pianoforte; la prima interviene in lenti pizzicati (“Linienstrasse” o “Georg Dreyman, der Dichter”), il secondo si impone ora per nervosismo (va ascoltato in proposito “”Die Sonate vom Guten Menschen”, con i suoi accordi gravi e le acciaccature acute) ora per nostalgia.
In alcuni passaggi struggenti l’uso degli strumenti fa tornare alla memoria una delle colonne sonore migliori di Yared, quella composta per Il paziente inglese di Minghella, grazie alla quale il compositore si aggiudicò l’Oscar nel 1997. Le diversità permangono; le vette di intensità tragica, nell’OST del ‘97, erano massime, imbattibili nel loro lirismo; qui invece la densità musicale rende il risultato più greve. Una somiglianza è comunque ravvisabile in diversi momenti di “HGW XX/7” e soprattutto del toccante “Gesichter der Liebe”.
Gli inserti di altri autori, dalle sfumature jazz al pop tedesco, risultano qua e là spiazzanti nell’ascolto del CD al di fuori della visione cinematografica; le musiche di Yared e Moucha, però, conservano pregevole compattezza e ben si prestano a dare corpo al groviglio dei sentimenti umani.

 

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