Hommage à Tarkovskij

Hommage a TarkovskyAA.VV.
Hommage à Tarkovskij
Deutsche Gramophone – Wien Modern II  437 840-2
4 brani – durata: 51’12’’



La prima parte della serata musicale che il Luzern Festival dedicherà alla memoria del grande regista Andreij Tarkovskij  in data  11 agosto 2007 riesuma il programma del concerto diretto dal Maestro Claudio Abbado nel 1991 a Vienna in occasione della rassegna Wien Modern.
Il presente CD della Deutsche Gramophone rappresenta il documento sonoro del concerto viennese dove Abbado univa il brano "No hay caminos, hay que caminar…Andreij Tarkovskij", ultimo lavoro orchestrale scritto da Luigi Nono (1924 – 1990), alla prima esecuzione assoluta di pezzi scritti su sua richiesta da Gyoergy Kurtag, Beat Furrer e Wolfgang Rihm per commemorare il regista russo prematuramente scomparso il 29 dicembre 1986. La musica nel suo movimento di ricerca nello spazio è il filo conduttore dei quattro lavori, pur nel diverso linguaggio timbrico ed espressivo e nel comune omaggio al ricordo e all’impressionante attualità dell’arte e del pensiero di Andreij Tarkovskij.
Il rapporto artistico e spirituale fra Abbado e Tarkovskij aveva trovato concretizzazione nell'indimenticabile produzione del Boris Gudunov di Mussorski scaturita dalla collaborazione dei due artisti al Covent Garden nel 1983.
La partitura della composizione di Nono, il cui titolo è ispirato a un incisione rinvenuta in un monastero di Toledo, prevede sette gruppi strumentali situati intorno al pubblico. Il linguaggio sonoro nei suoi mutamenti timbrici e strumentali e nei suoi affascinanti movimenti nello spazio raggiunge una rarefazione volta a un’assoluta interiorizzazione ed espressione di una voce solitaria.
Il Prof. Morelli dell’Università Ca’ Foscari a Venezia stabilisce un illuminante relazione fra il lavoro di Nono e l’ultimo film del regista, Il Sacrificio (1986).
Lo stile musicale del compositore ungherese Kurtag (1926) è sobrio e asciutto: in "Samuel Beckett -What is the Word" la voce di Ildiko Monyok crea un’atmosfera tesa e allucinata, muovendosi fra canto e recitazione pur in modo diverso dallo Sprachgesang schoenberghiano, nel vuoto della solitudine che circonda l’umanità.
Beat Furrer (1954), compositore svizzero di formazione viennese conduce l’ascoltatore nel suo "Face de la chaleur" in un universo musicale  seducente e misterioso dove clarinetto, flauto e piano si rapportano con l’orchestra  in un singolare intreccio di sovrapposizioni ritmiche e sonore che trasmettono una rarefatta atmosfera poetica.
Wolfgang Rihm (1952) compositore tedesco formatosi alla scuola di Darmstadt, molto legato a Luigi Nono, possiede un linguaggio più spiccatamente seriale.
Nel suo pezzo richiama l’idea cara al compositore veneziano, specie  verso la fine della sua attività creativa, del rifuito dell’immagine (bildlos) e dell’assenza di un cammino certo (weglos) e ripropone la dialettica sul movimento del suono nello spazio con un avvincente gioco contrappuntistico fra vari gruppi strumentali (fiati e archi) opposti a singoli strumenti (piano e arpa).
Suggestivo l’utilizzo delle sette voci soprano nel finale che conferiscono alla partitura  una dimensione cosmica.
Claudio Abbado alla testa dell’Ensemble Anton Webern e dell’Arnold Schoenbeg Chor di Vienna si cala con impressionante disinvoltura nei diversi universi sonori dei quattro autorevoli compositori e realizza un’esecuzione  avvincente per  intensità espressiva, rigore analitico e profondità d’interpretazione.
Fra i solisti una citazione particolare merita la voce recitante di Ildikò Monyòk, straordinaria attrice e interprete.
Hommage à Tarkovskij è sicuramente un documento musicale che impone un ascolto più impegnativo di un normale soundtrack, ma non mancherà di stupire quanti si lasceranno coinvolgere dalle suggestioni sonore che le indimenticabili immagini lasciateci dal  regista russo hanno saputo suscitare in quattro grandi compositori del XX secolo.

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