Addio Fred Bongusto

Addio Fred Bongusto

Ci ha lasciati Fred Bongusto, pseudonimo di Alfredo Antonio Carlo Buongusto (Campobasso, 6 aprile 1935 – Roma, 8 novembre 2019), cantante e compositore italiano dalla voce calda e sensuale, molto popolare negli anni Sessanta e Settanta come “cantante confidenziale” (in contrapposizione ai c.d. urlatori), figura che rimandava a quella dei “crooner” nella scena anglo-americana, di cui Frank Sinatra, Bing Crosby o Tony Bennett erano solidi esempi. Già nel 1960, Bongusto, voce solista nel gruppo I 4 Loris, ottenne un contratto discografico con la Primary di Giovanni Battista Ansoldi, debuttando in proprio nel 1961 con il 45 giri “Madison Italiano/Notte d’amore” (reinterpretazione di “Jealous Lover” di Charles Williams, canzone inserita nella colonna sonora del film L’appartamento di Billy Wilder, con il testo italiano curato da Misselvia).
Il vero successo discografico arrivò grazie all’amicizia che lo legava a Ghigo Agosti, che gli scrisse il brano “Bella bellissima”, inciso su 45 giri nel 1962, accompagnato sul lato B da “Doce doce”; seguirono “Una rotonda sul mare” (1964), considerato il suo maggiore successo, e - tra gli altri – “Malaga” (1963) (definita da Joao Gilberto “una canzone perfetta”), “Spaghetti a Detroit”, “Amore fermati” (1963), “Frida” (1963), “Tre settimane da raccontare” (1973), “La mia estate con te” (1976), “Lunedì” e “Prima c’eri tu” che già nel 1966 vinse “Un disco per l’estate”, manifestazione alla quale Bongusto aveva partecipato anche nel 1964 con “Mare non cantare”, nel 1965 con “Il mare quest’estate”, nel 1969 con “Una striscia di mare”, nel 1972 con “Questo nostro grande amore” e nel 1974 con “Perdonami amore”. Nel 1976 e nel 1977 Fred incise altri due successi estivi che rimarranno negli anni: “La mia estate con te” (di Luigi Albertelli e Gene Colonnello) e “Balliamo” (Di Francia-Iodice-Di Francia), poi tradotto in spagnolo, che diverrà un grande successo anche in Sud America, specie nell’interpretazione di Manolo Otero.
Tra la fine dei Sessanta ed i primi anni Settanta è stato anche autore e interprete di colonne sonore di film, soprattutto nel genere della commedia all’italiana, grazie alla feconda collaborazione con il suo arrangiatore e direttore d’orchestra, Josè Mascolo. Oltre ad aver partecipato a un paio di film “musicarello” nella prima metà degli anni Sessanta, Obiettivo ragazze (1963) di Mario Mattioli, Questi pazzi, pazzi italiani (1965) di Tullio Piacentini, Bongusto incise alcuni 45 giri legati al mercato cinematografico, come “A man, a story” (1965) con l’orchestra di Gianni Ferrio (dal film Un dollaro bucato) e "Gringo" (1965) con l’orchestra di Benedetto Ghiglia (dal film Adios Gringo) e si mise in gioco come autore, arrangiatore ed interprete di colonne sonore: ne ha curate in tutto una trentina per film come – tra gli altri - Il tigre (1967) di Dino Risi, Un detective (1969) e Il divorzio (1970) di Romolo Guerrieri, Gli ordini sono ordini (1972) di Franco Giraldi, Malizia (1973) (colonna sonora candidata al Nastro d’argento) e Peccato veniale (1974) di Salvatore Samperi, o Venga a prendere il caffè da noi (1970), Le farò da padre (1974), Oh Serafina (1976) e La cicala (1980) di Alberto Lattuada.

Oltre alla musica per il cinema, Fred ha interpretato anche diverse sigle di programmi televisivi della RAI: negli anni Sessanta celebri le sigle di Leggerissimo (“Amore fermati”, 1963), Za Bum (1964), Scala Reale (1966), mentre nei Settanta restano indimenticabili “Quando mi dici così”, sigla di Speciale per noi (1971) con la voce da “gattina” di Giulia De Mutiis (interpretata sullo schermo da Minnie Minoprio), quella di chiusura “Quattro colpi per Petrosino” per lo sceneggiato Joe Petrosino (1972) di Daniele D'Anza, “Vino, whisky e chewing gum” per Questo nostro grande amore (1974), e tante altre; nel 1973 incise anche una propria versione del brano di Stevie Wonder “Superstition”, con lo pseudonimo di Fred Goodtaste, traduzione inglese del proprio nome e cognome.
Negli anni Ottanta Bongusto pubblicò ancora degli album come "Dillo tu..." (1985) in cui spiccava "Ammore scumbinato" che riscosse un buon successo, specie nei piano-bar, e “Le donne più belle” (1989), contenente un brano inciso e cantato con Il Giardino dei Semplici ('E fantasme), e partecipò al Festival di Sanremo 1986 con “Cantare” (Di Francia-Iodice-Bongusto), ottenendo un ottimo successo, oltre che all’edizione del 1989 del Festival con “Scusa”, continuando occasionalmente a collaborare con registi e produttori cinematografici (in particolare con Neri Parenti, Paolo Villaggio e Salvatore Samperi).
Sposato fin dal 1967 con Gabriella "Gaby" Palazzoli (scomparsa nel 2016) Bongusto continuò a svolgere di tanto in tanto attività canora mantenendo immutato il suo rapporto con il Sudamerica, ed il Brasile in particolare: la sua intensa amicizia con artisti come Toquinho (anche lui di origini molisane) e Vinícius de Moraes lo portò più volte ad esibirsi in Uruguay e Argentina (l’ultima tournee nel 2007).
Nel 2005 gli venne consegnata una targa d’argento per i 50 anni di carriera, e nello stesso periodo venne insignito dal Presidente della Repubblica Ciampi dell’onorificenza di Commendatore (ordine al merito della Repubblica italiana).
Bongusto trascorse buona parte del suo tempo ad Ischia, isola che amava profondamente, in cui aveva stabilito un “buon ritiro” nel borgo marinaro di Sant’Angelo; l’ultima delle sue apparizioni pubbliche il 22 aprile 2013, in occasione del concerto in ricordo dell’amico Franco Califano; negli anni Novanta rivestì anche la carica di Consigliere Comunale a Bari, eletto nelle fila del Partito socialista italiano. Da giovanissimo Bongusto aveva giocato a calcio, mostrando buone qualità, ma il suo sport preferito era diventato il tennis, disciplina nella quale si era fatto apprezzare raggiungendo anche un buon livello agonistico.
È morto la notte dell’8 novembre 2019 a 84 anni nella sua casa di Roma, dopo una lunga malattia.

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