Addio Pippo Caruso

Addio Pippo Caruso

Giuseppe Caruso, universalmente noto come Pippo e scomparso all’età di 82 anni, era soprattutto un personaggio televisivo legato alle stagioni d’oro dei varietà Rai targati Pippo Baudo, di cui era amico e sodale oltre che concittadino (catanesi entrambi). Ma Caruso era anche altro. In realtà egli apparteneva a quella pattuglia di direttori d’orchestra/compositori/intrattenitori - come Gianni Ferrio, Willy Brezza, Bruno Canfora, Pino Calvi, Enrico Simonetti, Roberto Pregadio - che univano sopraffine qualità di arrangiatori, autori e strumentisti a quelle di autentici quanto garbati showmen, cresciuti e coltivati nella migliore stagione della canzone d’autore e della “leggera”, nonché provvisti di un eclettismo del quale oggi si è perso il DNA. All’interno di questa dote essi hanno dato anche il loro contributo, spesso quantitativamente ridotto, alla musica filmica, il più delle volte applicandosi a dichiarati B-movies dei più svariati generi, dal western all’erotico, dal peplum al thriller all’horror.

Non ha fatto eccezione Pippo Caruso, autore in una ventina d’anni (dalla metà degli anni Sessanta a quella degli Ottanta) di una decina di titoli, tutti tranquillamente dimenticabili ma nondimeno prove del suo grande mestiere e, dote non da poco, del suo inconfondibile senso dell’umorismo. Uccidete Johnny Ringo ad esempio (1966, Gianfranco Baldanello), spaghetti-western di terza fila, sembrava dilatare già il nascente modello morriconiano sino ad esiti consapevolmente parodistici, mentre un sexythriller come L’occhio dietro la parete (1977, Giuliano Petrelli) gli consentì di sperimentare e sviluppare interessanti connubi timbrici e ritmici, tra l’altro impegnandolo in una personale e raffinata rielaborazione del Concerto n.1 op.11 in mi minore per pianoforte e orchestra di Chopin! Egualmente interessanti score come quella per il lolitesco Maladolescenza (1977, Pier Giuseppe Murgia), scritta a quattro mani con il cantante tedesco Jürgen Drews, e il “sexploitation” Le evase - Storie di sesso e di violenze (1978, Giovanni Brusadori), mentre Porca società (1978, Luigi Russo) si valeva di un soundtrack molto giovanilista per una storia postsessantottina, e Sbirulino (1982, Flavio Mogherini) ne solleticava la vena più disimpegnata e giocherellona in un film imperniato sul celebre clown televisivo interpretato da Sandra Mondaini. Fortuna vuole che, grazie a Cinevox e Digitmovies, le partiture di Caruso siano quasi tutte disponibili in disco. Occasione preziosa per riscoprire un artista modesto quanto capace, per il quale far musica era soprattutto motivo di allegria e di ottimismo.

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