Il potere della Forza... e della Grande Musica
Il concerto-evento “Star Wars: A Musical Journey” all'Auditorium di Milano
Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi
Direttore, Simone Pedroni
Direttore del coro, Erina Gambarini
3-6 Settembre 2015
Non è facile fare un resoconto di quello che per noi di ColonneSonore.net è stato molto, molto più di un semplice concerto. Le ragioni sono molteplici, ma prima di tutto permettetemi una piccola parentesi personale, un brevissimo excursus autobiografico, che serve unicamente ad inquadrare in modo più sincero ciò che per me e i miei amici di ColonneSonore ha significato partecipare (e in piccola parte contribuire) al concerto “Star Wars: A Musical Journey”.
Come molti della mia generazione (classe 1979), la passione, anzi, l’amore nei riguardi della musica per immagini nasce proprio grazie a Guerre stellari e alla musica composta da John Williams. Quel film e quella partitura furono il vero e proprio “battesimo” con cui diventai l’appassionato di cinema e musica che sono oggi. Ma non solo: quel film e quella musica (a cui poi nel tempo se ne aggiunsero altri ed altre, quasi sempre accomunati dalla firma del medesimo compositore) sono ciò che in buona misura hanno influenzato le scelte dei miei studi, del mio mestiere e, non ultimo, ciò che mi ha portato a conoscere un gruppo di persone che oggi sono i miei amici e colleghi di ColonneSonore.net, i compagni di avventura con cui nel 2003 mi imbarcai in questa esperienza che ancora oggi continua a riempirmi di gioia e soddisfazioni. La musica di John Williams è sempre stata una delle più fedeli ed irrinunciabili compagne della mia vita sin dall’infanzia. E continua ad esserlo tutt’oggi, alimentata dall’inesauribile genio creativo di questo straordinario musicista (che alla veneranda età di 83 anni pare non avere alcuna intenzione di tirare i remi in barca), ma anche dalla condivisione dell’amore nei riguardi della sua musica con i miei amici e colleghi.
E dunque, quando conoscemmo il pianista Simone Pedroni in occasione di un suo recital a Milano ormai quasi un anno fa, capimmo immediatamente di aver trovato un altro “fratello nella musica”, graziato oltretutto da un talento musicale incredibile. Ci siamo riconosciuti subito nel suo amore nei riguardi della musica di Williams e siamo rimasti colpiti e toccati dalla sua capacità di saperla raccontare sia a parole (come nell’intervista che facemmo con lui) che con le note, con la sua arte di pianista. In questo filo rosso che collega persone diverse e talora lontane c’è forse quell’invisibile e quell’indicibile che è il più profondo e misterioso canale di comunicazione tra artista e pubblico, capace di creare immediata empatia e condivisione, qualcosa di cui la magnifica musica di John Williams sembra davvero essere ricolma.
Quando Simone ci raccontò del suo progetto di portare le musiche della Saga di Star Wars in un’unico grande concerto sinfonico strutturato come “un’opera senza canto” insieme all’Orchestra e il Coro de La Verdi fummo subito colpiti e coinvolti: era la prima volta che in Italia qualcuno proponeva un programma come questo e che soprattutto un ente sinfonico di prima importanza come La Verdi sceglieva di metterlo in cartellone all’interno della sua stagione sinfonica regolare (dunque non un concerto “straordinario” o un evento fuori abbonamento). A giochi fatti questo può sembrare assolutamente ovvio e normale, ma per chi come noi e come Simone Pedroni ha visto e toccato con mano il pregiudizio nei riguardi di questo repertorio nel nostro paese (ma non solo), il progetto di “Star Wars: A Musical Journey” ha assunto immediatamente i contorni di un evento “leggendario” a cui nessuno di noi sarebbe potuto mancare. Va quindi innanzitutto riconosciuto a Pedroni e alla direzione artistica della Verdi il coraggio, la lungimiranza e la perentorietà con cui hanno scelto di osare ciò che forse fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile, ovvero proporre un programma di uno dei migliori esempi della musica per film con la medesima serietà e dedizione con cui si impagina e interpreta un concerto classico. E il risultato finale, possiamo affermarlo senza timore di essere smentiti, è andato molto al di là delle più rosee aspettative e di qualunque genere di previsione, trasformando questo concerto in un’esperienza musicale di rara potenza emotiva ed espressiva.
Già nelle ore che hanno preceduto il concerto nella serata del debutto (Giovedì 3 Settembre) si percepiva un’atmosfera carica di una particolare elettricità. Insieme a Emilio Audissino (autore del libro John Williams’s Film Music, il primo vero studio critico sulla musica del compositore pubblicato in lingua inglese), abbiamo intervistato Simone Pedroni in un pre-concert talk dove il direttore d’orchestra ha raccontato il suo personale rapporto con la musica di questo compositore (che risale sin dalla tenera età) e le ragioni che lo hanno portato a voler proporre questo concerto. Nelle parole di Pedroni diventa molto chiaro quale sia uno dei (tanti) aspetti che rendono la musica di Williams qualcosa di speciale, capace di elevarla dal suo status originario di musica di accompagnamento per immagini: è musica che si fa racconto, capace di interpretare stati d’animo e di arrivare a saper dire quello che le immagini e le parole non possono e non riescono a raccontare. E’ la naturale evoluzione di ciò che compositori come Wagner e Puccini facevano nell’Ottocento con le loro opere liriche. E nel suo essere sempre così giusta e perfetta per la storia e le immagini che accompagna, la musica di Williams contiene una qualità intrinseca che la rende pienamente autonoma e dunque capace di essere presentata in sala da concerto per essere apprezzata come musica in sé. Come faceva esattamente Nino Rota, anche Williams non fa distinzione tra generi e stili e ha sempre affrontato le commissioni cinematografiche con la stessa integrità con cui scrive per la sala da concerto. Le partiture dei sei film di Star Wars sono sicuramente uno dei massimi traguardi artistici del compositore e della disciplina della musica applicata, qualcosa che il programma impaginato da Pedroni insieme alla Verdi ha restituito in tutto il suo splendore di colori e dettagli, arrivando anche a travalicare la propria natura cinematografica. Le selezioni proposte in concerto hanno infatti seguito il percorso cronologico della storia creata da George Lucas, trasformandosi in un lungo ed affascinante poema sinfonico di rapinosa bellezza. Se la narrazione mitologica della saga, semplice e allo stesso tempo ricca di sfumature, sembra fatta apposta per essere accompagnata da una musica senza tempo, familiare eppure nuova, il regista Lucas ha più volte affermato che Star Wars assume un senso estetico più profondo se lo si vede come un film muto accompagnato dalla musica: l’ascesa, caduta e redenzione di Anakin Skywalker diventa così “l’opera senza canto” composta da John Williams, un sorprendente viaggio musicale nel quale il compositore si tramuta nel co-autore dell’opera cinematografica. Tra i molti meriti del film di George Lucas, forse uno dei più importanti è quello di aver riportato – grazie al talento e alla sensibilità di John Williams – l’orchestra sinfonica al centro del grande spettacolo popolare hollywoodiano e di aver così contribuito ad introdurre almeno una generazione di spettatori al suono della musica orchestrale. E tutto questo è diventato tangibile nel concerto proposto da Simone Pedroni insieme alla Verdi.
Un gremitissimo Auditorium tutto esaurito ha salutato la grande orchestra e il coro sul palcoscenico. Il pubblico, accompagnato in sala dagli impeccabili figuranti della 501st Italica Garrison e della Rebel Legion Italian Base – i due gruppi ufficiali di costuming dedicati alla Saga – era evidentemente diverso da quello che solitamente affolla le sale da concerto ed è probabile che per molti di loro si trattasse della prima esperienza di un concerto sinfonico (un altro aspetto su cui bisognerebbe soffermarsi a riflettere). Quando il Maestro Pedroni ha dato l’attacco del celeberrimo “Main Title”, con la sua esplosione di ottoni e percussioni a cui segue uno dei più entusiasmanti prologhi della storia del cinema e della sua musica, si è capito immediatamente che la serata sarebbe stata di quelle da ricordare. La potenza sonora della musica di Williams diventa ancora più travolgente quando la si ascolta eseguita dal vivo da un’orchestra eccellente e compatta come La Verdi, un aspetto che nessuna incisione discografica sarà mai in grado di riprodurre. L’emozione di orchestra e direttore era palpabile, ma ancora più forte si percepiva l’entusiasmo e la gioia del fare musica insieme. Come dicevamo prima, Pedroni ha scelto coraggiosamente di proporre un programma di quasi due ore, in cui le pagine si sono susseguite quasi senza soluzione di continuità, se non per lasciare spazio ad applausi sempre più scroscianti (quando non a vere e proprie ovazioni da stadio!) da parte di un pubblico sempre più coinvolto e partecipe. Le selezioni sono state impegnative soprattutto per tutti i musicisti sul palco: la musica di Williams non fa sconti nemmeno alle orchestre migliori del mondo e richiede prestazioni di grande capacità tecnica ed esecutiva a tutti i comparti. Da sopraffino orchestratore quale è, Williams chiama ogni sezione a destreggiarsi tra pagine di virtuosismo mozzafiato e momenti di lirismo appassionato, senza però mai eccedere in un esibizionismo fine a sé stesso. Gli ottoni in particolar modo hanno dovuto sostenere una vera e propria “maratona”, ma lo stesso si può dire di archi, percussioni e legni. La concertazione di Pedroni è stata in tal senso davvero superba, resa ancor più straordinaria dal fatto che si trattava del suo debutto come direttore. La varietà stilistica, il ventaglio espressivo e il senso di grande teatralità delle pagine williamsiane sono state un’altra grande prova della versatilità di questa compagine e della sua capacità mimetica in ogni genere e stile. Ed è bello averne prova su pagine che probabilmente molti di noi hanno ascoltato tante volte su disco e che improvvisamente risplendono di nuova luce grazie all’interpretazione di tutti i professori della Verdi, in cui hanno spiccato tutte le prime parti: Luca Stocco (oboe), Sandro Ceccarelli (corno, davvero splendidi i soli nelle tre perle liriche “Princess Leia”, “Han Solo and the Princess” e “Luke and Leia”), Davide Viada (basso tuba, protagonista del lungo e difficilissimo solo nella spiritosa pagina dedicata a “Jabba The Hutt”), Luca Santaniello (violino), Ninoska Petrella (flauto), Alessandro Caruana (tromba), Giuliano Rizzotto (trombone). Ma si dovrebbero davvero citare uno ad uno tutti quanti, perché la qualità dell’esecuzione è stata di altissimo livello dal principio alla fine da parte di tutta l’orchestra. Anche le difficilissime pagine di musica d’azione e di battaglia (da “The Asteroid Field” a “The Battle of Yavin” fino all’irresistibile “The Forest Battle”, che dal vivo assume davvero una dimensione entusiasmante) sono state restituite con grandissimo vigore da parte di orchestra e direttore. E se ovviamente sono le note del tema della Forza in “Throne Room and Finale” o della intramontabile “Imperial March” (entrambe eseguite con una potenza sonora al calor bianco) a scatenare maggiormente l’entusiasmo del pubblico, è stato forse ancor più affascinante poter sentire dal vivo pagine meno note ma altrettanto emozionanti, come le tre selezioni per coro e orchestra (“Duel of the Fates”, “Anakin’s Betrayal” e “Battle of the Heroes”). E’ stata soprattutto la seconda pagina – definita da Pedroni come “il cuore di tutto il programma” – ovvero la sequenza del tradimento di Anakin, a mostrare il lato epico e melodrammatico più profondo di Williams e della sua musica per la saga di Lucas: un lamento per coro e orchestra che si sviluppa e raggiunge l’apice emotivo con intensità mahleriana, restituita con grandissima intensità dal Coro Sinfonico diretto da Erina Gambarini e dall’intera compagine. Ma c’è stato anche spazio per il puro divertimento, come nell’intermezzo jazzistico della celebre “Cantina Band”, eseguita con gusto da un manipolo di professori a mò di improvvisazione.
L’assenza di qualunque genere di supporto visivo – spesso più un elemento di distrazione che non un valore aggiunto in moltissimi “film concert” - ha messo al centro la musica rendendola regina assoluta e mai si è avvertita la mancanza di un rimando visivo specifico alla natura cinematografica di queste composizioni. Le immagini dei film della Saga sono impresse in modo duraturo nella nostra memoria ed è normale che anche solo poche battute della loro musica siano in grado di rievocarle immediatamente, ma è assai probabile che il pubblico che ha riempito l’Auditorium sia Giovedì 3 che Domenica 6 Settembre abbia posto la propria attenzione per la prima volta solo sulla partitura, magari persino dimenticandosi per qualche momento che era “musica per film” e apprezzando così la bellezza e la raffinatezza instrinseca di quelle pagine, rese ancor più luminose dall’esecuzione di orchestra e direttore. L’entusiasmo e la gioia che si sono scatenate al termine del concerto, dopo che le ultime note di “Throne Room and Finale” hanno terminato di risuonare in sala, sembravano proprio testimoniare la forza che questa musica è capace di esercitare sugli ascoltatori. La musica di Star Wars oggi è davvero diventata un oggetto quasi a sé stante, che vive di vita propria in sala da concerto e in altre molteplici forme. La sua popolarità nel pubblico, ma anche tra coloro che fanno musica, l’ha trasformata in un’opera che si può studiare, ascoltare e suonare senza per questo doverla incasellare in un genere o una categoria. E’ Grande Musica. E come tutta la Grande Musica, essa vive e si trasmette grazie all’amore e alla dedizione di coloro che la suonano e la interpretano, come è accaduto in entrambe le date di questo straordinario concerto.
Ringraziamo di cuore Simone Pedroni, l’Orchestra e il Coro della Verdi e tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione e al successo di “Star Wars: A Musical Journey”: le emozioni che ci avete regalato le porteremo a lungo dentro di noi.
Un ringraziamento sentito a Massimo Colombo, Enrico Ercole, Emilio Audissino, Alessia Usuelli, Pasquale Guadagnolo, Paola Blandi, Vincenzo Di Bono, Angela Bonecchi per la bella e intensa collaborazione.
Servizio fotografico di Mario Mainino e Paolo Dalprato
http://www.concertodautunno.it/150903-laverdi20152016/150903-laverdi_starwars-conf.htm