Corpse Bride

cover_la_sposa_cadavere.jpgDanny Elfman
Corpse Bride (La sposa cadavere, 2005)
WEA 49473-2
24 brani - durata: 59'31"



Danny Elfman compone per Corpse Bride una partitura delicata e sognante ma non priva di accenti drammatici, venata dall’umorismo colorato e fantasioso e dal gusto fiabesco per il gotico e il macabro propri del cinema di Tim Burton.
"Main Title", il brano di apertura, introduce il protagonista maschile, il timido Victor, con toni di commossa partecipazione: note lievi ma emotivamente palpitanti riempiono la prima, bellissima scena del film, seguendo il volo della farfalla prima disegnata e poi liberata da Victor. La seconda parte del brano acquista un ritmo saltellante che descrive l’ambiente grigio e monotono della cittadina in cui vive il protagonista e va a legarsi alla successiva "According to Plan", la prima delle quattro canzoni inserite nella colonna sonora.
Uno dei momenti centrali della composizione di Elfman è sicuramente "The Remains of The Day", allegra e trascinante, ricca di sonorità jazz che descrivono il mondo dei morti come un universo liberato, pieno di quei colori e di quegli slanci di cui la terra dei vivi sembra priva. La canzone, interpretata dallo stesso Elfman nel ruolo del bizzarro scheletro Bonejangles, contiene poi lo straziante racconto della storia della Sposa, la dolce Emily che i morti sembrano voler amorevolmente proteggere da nuove sofferenze e delusioni.
Il cuore tragico e struggente del film si esprime perfettamente in "Tears to Shed" in cui Elfman sa rendere reali e pulsanti il dolore e il disperato desiderio d’amore di Emily, portando l’assunto assurdo e bizzarro del film, che vede i morti come creature ancora capaci di provare emozioni, a vette di rara poesia. Nelle parole di Emily (“...I feel my heart is aching, though it doesn’t beat it’s breaking...”) c’è tutta la sofferenza per una condizione crudele e ingiusta, in cui il cuore non batte più, il dolore fisico è scomparso ma non la capacità di provare sentimenti; e il modo in cui il Verme e la Vedova Nera tentano di consolarla non fa che mettere ancor più in evidenza l’impossibilità, per Emily, di veder realizzato il suo sogno d’amore.
Bellissimi poi "Victor’s Piano Solo", intimo pezzo affidato alle mani di Victor, e "The Piano Duet", in cui la tristezza della Sposa, espressa nella prima parte da una melodia che riprende il tema di "Tears to Shed", si fonde con i sentimenti di Victor, paradossalmente più liberi e giocosi dopo il suo ingresso nel regno dei morti.
Particolarmente struggenti sono "Moon Dance" (la malinconica danza di Emily al chiaro di luna) e "The Finale", brano dolce, intensamente triste e che tuttavia si apre, nell’ultima parte, ad un senso di liberazione che dissolve il dolore a lungo trattenuto nel cuore di Emily e lo scioglie in un sentimento di gratitudine e gioia per un bisogno d’amore finalmente appagato ma, purtroppo, non completamente vissuto, lasciando nello spettatore una malinconia lieve, dai toni quasi soavi ma non per questo meno reali e toccanti.



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