Buon funerale amigos!... Paga Sartana/Gli fumavano le Colt… Lo chiamavano Camposanto

cover_buon_funerale_amigos.jpgBruno Nicolai
Buon funerale amigos!... Paga Sartana (1970)/Gli fumavano le Colt… Lo chiamavano Camposanto (1971)
Beatrecords Company CDCR39
21 brani (11 + 10) - durata: 50'17"

 

Negli ultimi anni le case discografiche specializzate (GDM, Beatrecords, Digitmovies etc.) si stanno impegnando per sottrarre ad un oblio tanto probabile quanto ingiusto le composizioni del Maestro Bruno Nicolai, attivo in tutti i vari filoni cinematografici in voga nei decenni ’60 e ’70. In particolare, i suoi commenti ai western all’italiana occupano un posto di assoluto rilievo nella pur vasta produzione nazionale per l’intensità e l’originalità con le quali vengono riletti gli stilemi propri del genere. Il compositore romano è stato un Maestro tanto nell’atonalità quanto nella melodia: le colonne sonore dei due film di Anthony Ascott (alias Giuliano Carmineo) contenute nel CD sono un fulgido esempio soprattutto della seconda e vantano piena autonomia rispetto alle immagini. Purtroppo le note contenute nel libretto allegato al disco sono limitate agli aspetti essenziali: mancano i titoli delle sequenze (ma è probabile che non sia stato possibile recuperarli) e i musicisti non sono accreditati, nemmeno i solisti. Dettagli che possono interessare i collezionisti ma che certamente non inficiano la qualità generale del prodotto. Il tema musicale principale ("Seq. 1") del primo film, in cui si narra la storia del pistolero Sartana impegnato a scoprire i mandanti dell’uccisione di un cercatore d’oro, è caratterizzato da un preludio drammatico dove un pianoforte cupo e misterioso si sovrappone alle percussioni fino ad aprire ampi spazi alle chitarre elettriche; seguono alcune battute dominate da una chitarra acustica arpeggiata su cui si inserisce a intervalli regolari un’imitazione del verso del barbagianni (diventerà un vero e proprio tòpos musicale disseminato in vari punti dell’opera), uno di quei suoni della natura che rendono più udibile il silenzio della notte. Successivamente il brano esplode colorandosi di accenti epici e maestosi grazie ad un assolo di chitarra elettrica su base orchestrale e ad un altro, veramente emozionante, di tromba. Tale tema verrà poi ripreso più volte con variazioni: in una versione con fraseggi di chitarra elettrica leggermente più veloci ed interventi del coro (ma senza assolo di tromba) ("Seq. 6"); in una stile deguello, che evoca l’afa e la polvere dell’Almerìa ("Seq. 7"); in una eseguita dal fischio ("Seq. 9"); infine in un’altra, abbreviata, dove l’inizio lento eseguito da una chitarra classica anticipa la ripresa della sequenza 1 ("Seq. 11"). Le "Sequenze 2, 3 e 5" commentano i momenti drammatici del film sfruttando sonorità ottenute con le chitarre elettriche distorte o gli archi dissonanti, ma poi sfociano in melodie più romantiche e distese (riprese anche nella "Seq. 8") o addirittura vagamente blues. Non mancano infine brani etnici dal sapore orientale ("Seq. 4") e da saloon ("Seq.10"). Il brano numero 14, corrispondente alla prima sequenza del secondo film, condensa in 2’ e 21’’ la quintessenza del western all’italiana: la batteria, suonata con le spazzole, disegna un tipico ritmo incalzante che imita il fragore dei cavalli lanciati al galoppo; il coro a tratti asseconda la melodia, a tratti emette dei grugniti; la chitarra elettrica e le campane enfatizzano i vari passaggi ma le note principali sono eseguite virtuosisticamente da un fischio potente e ben vibrato. Tutto il pezzo si muove su un’elegante base orchestrale. A tale tema principale, ripetuto ancora due volte, più lentamente nella "Seq. 4" con l’aggiunta di un’armonica a bocca e, praticamente identico, nella conclusiva "Sequenza 10", si affiancano altri due motivi - suonati dall’oboe ("Sequenze 2 e 5") e poi ripresi (rispettivamente nelle "Sequenze 3 e 8") con diverse strumentazioni - usati per descrivere le situazioni malinconiche e nostalgiche del film nel quale si affronta la tematica della riconoscenza: il tenebroso pistolero Camposanto aiuta due fratelli a liberare la loro famiglia dalle angherie di una banda di malavitosi.  Le "Sequenze 6 e 9" ricorrono alle dissonanze e sono legate a momenti di suspance, mentre la "Sequenza 8", dove una chitarra molto suggestiva ruba la scena, riprende dilatandolo un frammento delle melodie più tristi. Due partiture pregevoli dunque che rivelano la classe e la sensibilità melodica del maestro Nicolai ed un disco da inserire senza indugio nella propria collezione per essere riascoltato più e più volte.


 

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