1M1: "Gentlemen, you had my curiosity. But now you have my attention": Morricone vs. Tarantino

Ennio Morricone e Quentin Tarantino

Ovvero, la presunta e artificiosa polemica sulle dichiarazioni di Ennio Morricone su Quentin Tarantino e lo stato del giornalismo di spettacolo italiano (e non solo).

Qualche giorno fa, come molti di voi hanno sicuramente letto in giro per il web e siti dei principali quotidiani, hanno suscitato clamore le dichiarazioni di Ennio Morricone riportate dalle principali agenzie stampa a proposito di Quentin Tarantino e dell'uso delle musiche composte dal Maestro nel film Django Unchained e, più in generale, sui metodi musicali del regista. Le frasi di Morricone (pronunciate durante una lezione-incontro tenutasi Giovedi 14 Marzo 2013 con gli studenti dell'Università LUISS Guido Carli di Roma) hanno generato in men che non si dica un vespaio di polemiche che, come ormai è inevitabile, sono rimbalzate all'impazzata attraverso i social network Facebook e Twitter, i vari aggregatori di notizie e persino articoli di molte testate nazionali. Quasi tutti gli articoli che riportavano la nota dell'agenzia si aprivano con frasi sensazionalistiche come "Morricone: non lavorerò mai più con Tarantino", "Morricone: non amo lavorare con Tarantino", "Scoppia la polemica tra Morricone e Tarantino" e addirittura un lapidario e durissimo "Morricone contro Tarantino: mai più con lui". La nota delle agenzie è stata ripresa con vigore persino da The Hollywood Reporter, la prestigiosa testata statunitense di entertainment considerata una delle Bibbie del settore insieme alla concorrente Variety, dando un rilievo internazionale a questo supposto "scoop" cine-musicale e arroventando ulteriormente la temperatura della polemica. E' infatti da notare come la sezione dei comments in coda agli articoli (presente in ormai qualunque sito web) si sia immediatamente popolata di post degli utenti che si sono divisi in vere e proprie fazioni pro-Morricone/contro-Tarantino e viceversa. In ciascun articolo sono riportati soltanto stralci della frase di Morricone e dunque non si è riusciti e risalire alla dichiarazione originale nella sua completezza. Tutti gli articoli riportano la seguente frase:

"Django non mi è piaciuto: troppo sangue. Comunque io semplicemente ho composto una canzone per Elisa, apposta per lei. Ho detto spesso che con Tarantino non ci vorrei mai lavorare, sceglie le musiche senza coerenza e io non ci posso fare nulla con uno così."

A questa dichiarazione ne precedeva un'altra sulle ragioni della mancata collaborazione tra il Maestro e il regista americano sul film Bastardi senza gloria, progetto per cui inizialmente Morricone accettò di comporre una partitura originale ma che infine dovette abbandonare per via di un accavallamento di piani di lavorazione tra il film di Tarantino e Baaria di Giuseppe Tornatore:

"Mi aveva detto che finiva a febbraio ma aveva fretta perché a maggio andava a Cannes (con Bastardi Senza Gloria) e io gli ho detto di no, non c’era tempo, e lui ha usato comunque altre mie canzoni di prima."

Come è prevedibile, tali dichiarazioni estrapolate dal loro contesto originario e mancanti di quella che probabilmente era la domanda che le ha scaturite (che, ipotizziamo con beneficio del dubbio, gli chiedeva probabilmente di raccontare il suo rapporto e la sua collaborazione con il regista), sono state lette ed intepretate in modo arbitrario (e persino in malafede, vien da pensare) da cronisti senza troppi scrupoli presenti al'incontro e convinti di avere in mano una storia buona per generare chiacchiericcio mediatico.

Il Maestro Morricone si è dunque ritrovato suo malgrado nel tritacarne giornalistico odierno e, il giorno successivo alla pubblicazione della notizia che riportava le sue dichiarazioni, si è trovato nell'obbligo di chiarire e rettificare, diramando alle agenzie stampa un comunicato ufficiale per dare la sua versione dell'accaduto:

"Quello che ho letto a proposito di mie affermazioni su Quentin Tarantino è una parziale scrittura del mio pensiero che ha privato del vero significato quel che ho dichiarato, isolando una parte dal resto. In tal modo la mia affermazione appare scioccante, mi penalizza e mi disturba moltissimo. Ho una grande stima di Tarantino, come ho dichiarato più volte, sono contento che scelga la mia musica, un segnale di fratellanza artistica e sono felice di averlo incontrato recentemente a Roma. Il fatto che Tarantino scelga da un’opera brani musicali molto diversi in un film fa sì che, secondo me, non siano sempre coerenti con l’intera opera. Il rischio per me, quando scrivo, è di non essere coerente con l’opera filmica e il mio desiderio è che il regista accetti la mia coerenza. Tarantino mi aveva proposto di lavorare per Bastardi senza gloria, che considero un capolavoro, ma avrei avuto solo due mesi di tempo perché dovevo scrivere la colonna sonora per Baaria di Giuseppe Tornatore e non è stato possibile. Per quanto riguarda Django, il problema è che non riesco a vedere troppo sangue in un film per questioni di carattere, è una mia sensazione e mi fa impressione soprattutto in un film fatto molto bene dove il sangue è ben ripreso. Ma questo non c’entra con la mia stima per Tarantino che rimane grandissima."

Le parole di Morricone non lasciano spazio alcuno ad interpretazioni dietrologiche o addirttura in malafede riguardo la sua opinione su Quentin Tarantino, i suoi film e sull'uso delle sue musiche (e che comunque rimane un suo sacrosanto diritto poter esprimere senza dover essere tacciato di ingratitudine nei riguardi di chicchessia o di reato di lesa maestà, come ci è capitato di dover leggere).

Noi di ColonneSonore.net abbiamo sentito immediatamente puzza di bruciato quando ci siamo trovati di fronte alla notizia originale ed è per questa ragione che abbiamo scelto di non pubblicarla sul nostro sito o tantomeno sulle nostre pagine Facebook e Twitter. Permetteteci un piccolissimo e modesto segno di orgoglio professionale e personale, ma siamo felici di constatare che il nostro dubbio in merito alle dichiarazioni di Morricone fosse più che fondato: abbiamo avuto modo di conoscere personalmente il Maestro, lo abbiamo incontrato più volte e lo abbiamo intervistato in pubblico in occasione dell'Oscar alla carriera nel 2007; conosciamo bene qual è la sua visione della musica applicata, quale pensiero profondo attraversa la sua opera, come ci ha raccontato in diverse occasioni ed interviste. E' una visione precisa, senza compromessi, che mette sempre al centro il ruolo del compositore al servizio del film, che ne deve trovare il giusto senso musicale e restituirlo attraverso la sua arte. E infatti ci sono tornate alla mente le sue dichiarazioni rilasciate durante un lungo incontro pubblico presso la libreria Fnac di Milano nell'ormai lontano 2004 e pubblicate integralmente in uno speciale in 3 parti nei numeri 12-13, 14 e 15 dell'edizione cartacea di Colonne Sonore, dove è più che evidente quale sia la ragione profonda alla base del suo lavoro. Il ragionamento sul criterio dell'uso della musica e sulla coerenza della partitura con l'opera filmica sono sempre stati dei vessilli della visione morriconiana sulla musica applicata (si vadano a rivedere le numerose dichiarazioni riguardo la travagliata collaborazione con Pier Paolo Pasolini in Uccellacci e uccellini, tanto per fare un esempio noto). Ed è per questo che non deve sorprendere (né tantomeno irritare) che lui non si ritrovi nel metodo patchwork che ha sempre contraddistinto il modus operandi musicale di Quentin Tarantino. Anzi, rispondendo a una domanda che gli chiedeva di illustrare la collaborazione con un regista, il compositore ha voluto umilmente minimizzare l'entità del suo apporto al film in oggetto ("ho semplicemente composto una canzone") ed ha rimarcato la differenza sostanziale che passa tra l'uso di musiche preesistenti e la composizione di una partitura originale, riconoscendo comunque la piena libertà di un regista di scegliersi l'approccio musicale più idoneo. Insomma, Morricone ha ribadito una volta di più qual é il suo modo di intendere la musica per film, un atteggiamento fatto di serietà, rigore, disciplina e profonda comprensione del mezzo cinematografico e del suo linguaggio, a cui un grande compositore come lui ha sempre prestato servizio al massimo delle sue potenzialità e con grande umiltà, facendolo così diventare uno dei massimi alfieri di questa forma d'arte ancora così poco compresa.

Ci pare un po' assurdo se oggi, nel 2013, dopo una carriera di centinaia di colonne musicali, collaborazioni con alcuni dei massimi registi della Settima Arte, infiniti premi e riconoscimenti e legioni di ammiratori della sua musica, ci dobbiamo trovare a "difendere" il Maestro Ennio Morricone e la sua opera (che non hanno certo bisogno di noi). Ma tutta questa inutile ed artificiosa polemica mette ancora una volta il dito su una piaga dolorosa: lo stato del giornalismo di spettacolo (e non solo) nel nostro Paese (e non solo). L'assenza di controllo delle fonti, di suffragio delle notizie, la tendenza a sparare titoli sensazionalistici, sono tutti difetti che accompagnano questo ambito da lungo tempo. Oggi però la velocità con cui le notizie corrono, rimbalzano e successivamente si piegano e si distorcono, dovrebbe far riflettere tutti coloro che hanno una responsabilità di questo genere. Non è mai stato nel nostro stile intervenire su questioni che non riguardano la materia che trattiamo, ma l'episodio ci ha fatto riflettere sullo stato delle cose, oltre a rimarcare ulteriormente quanto tutto ciò che riguarda l'universo della musica per film sia ancora "materia oscura" non solo per la maggioranza delle persone, ma anche per i cosiddetti giornalisti "di settore".

Noi non siamo dei giornalisti (e non abbiamo mai preteso di esserlo): siamo appassionati e studiosi della musica applicata e, per usare una metafora cara a Morricone, siamo "al servizio" di questa forma d'arte. Forse qualcuno potrà obiettare "Beh, ma almeno tutto questo è servito a parlare della materia e qualcuno forse si è interrogato sul ruolo della musica nei film". Noi continuiamo a pensare che questa disciplina abbia bisogno di un approccio serio, meditato e consapevole, lontano da qualunque forma di isterismo e di fanatismo, ma senza per questo rinunciare alla passione. E' quello che facciamo dal 2003 e che, nelle nostre migliori intenzioni, continuiamo a fare anche oggi.

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