Franco Piersanti e la musica per immagini

Franco Piersanti

Reportage del concerto del 20 febbraio 2010 all’Aula Magna per la stagione IUC

Una prima esecuzione assoluta rappresenta  – almeno per chi scrive – un momento di grande emozione. La presentazione di una nuova creatura artistica assume la valenza di un grande avvenimento soprattutto se si riflette sulle enormi difficoltà in cui versa la vita culturale, in particolare nel nostro paese dove tutto sembra essere travolto da mediocri programmi televisivi che quotidianamente competono in un patetico confronto di audience e che tristemente e (in)spiegabilmente  ricevono enorme spazio sui principali quotidiani. Una prima esecuzione assoluta può diventare poi un ricordo indimenticabile quando l’incontro dell’ascoltatore avviene con una scrittura musicale vera e profonda e non limitata alla semplice sperimentazione sonora. Prima di essere inquadrato come specialista  di partiture per il cinema Franco Piersanti è un grande compositore classico come del resto profondamente ‘classica ‘ è la sua formazione. Al conservatorio di Santa Cecilia studia contrabbasso e direzione d’orchestra  con il grande maestro Franco Ferrara. Si cimenta quindi  con il suo strumento prediletto per alcune stagioni nell’Orchestra Sinfonica della Rai di Roma per poi  divenire - dal 1975 al 1977 - assistente del compositore Nino Rota  che lo sostiene e incoraggia a dedicarsi alla composizione per il cinema . Alla fine degli anni settanta  ha inizio un intenso rapporto di collaborazione con il regista Nanni Moretti. Molto importante è anche il suo incontro nel 1982 con Gianni Amelio, per cui ha realizzato  le partiture di notevoli film come Il ladro di bambini e Le chiavi di casa. Molti altri registi apprezzano il suo stile sobrio, raffinato ed  equilibrato e gli affidano la scrittura di partiture per i propri lavori, da Marco Tullio Giordana a Roberto Faenza, da Margarethe von Trotta a  Ermanno Olmi.  Diversi  compositori classici si sono trovati nella propria vita  – per necessità o per passione – a dedicarsi al grande schermo. Pensiamo proprio a Nino Rota con il suo stretto rapporto con Federico Fellini ma anche ad Alfred Schnittke che ha lavorato per alcuni  importanti registi come Elem Klimov, Larisa Sepitko o Aleksander Mittà. Il linguaggio di Franco Piersanti è sicuramente meno impetuoso e drammatico di quello di Schnittke e si presenta  fortemente introspettivo e contemplativo.
Nel suo nuovo affascinante lavoro “Requiem Marino”, presentato il 20 febbraio scorso all’Aula Magna dell’Università la Sapienza a Roma per la Stagione della Istituzione Universitaria dei Concerti, evoca la forza interiore e la carica spirituale di Sofja Gubaidulina e di Olivier Messiaen. Nella sua concezione per sola orchestra  la nuova partitura  richiama anche l’idea del “Requiem”  per archi di Toru Takemitsu, autore giapponese scomparso nel 1996 che ha lasciato nella sua eredità compositiva anche alcune colonne sonore fra cui quella per il suggestivo film  Ran di Akira Kurosawa.  Il lavoro di Franco Piersanti si presenta come una profonda e coinvolgente meditazione sul mare, sulle sue enormi dimensioni, sulle sue bellezze naturali simbolo assoluto  di vacanza e divertimento come, allo stesso tempo,  portatore di trasfigurazioni bibliche e, con la sua  forza impetuosa e dirompente, artefice e spettatore di naufragi e lutti che si abbattono su molti viaggi della disperazione che dall’Africa prendono il via verso il sogno di una vita migliore.
L’avvolgente carattere contemplativo, introspettivo e  espressivo di una musica che appare sospesa nel tempo viene esposto dalle lunghe linee disegnate dagli archi  in suggestivo chiaroscuro e punteggiate da interventi di vari strumenti, fra cui emerge la profonda voce della tuba, e trasmette il  profondo senso del dramma di un pellegrinaggio esistenziale che si manifesta in dimensioni sconfinate, ostili  e misteriose.  Lontano dalla plateale esuberanza e invadenza di molta musica hollywoodiana, dall’incedere dialettico di Schnittke o dal pathos melodico di Morricone  il carattere intimo e introspettivo caratterizza fortemente anche  la musica scritta da Piersanti per il grande schermo. Avendo il maestro dedicato nella sua carriera molte energie per le composizioni per il cinema e tv con oltre cento partiture, egli ha dovuto operare per il concerto una inevitabile  stretta selezione. Sono così rimaste fuori le sue straordinarie OST scritte per due splendidi film come La bestia nel cuore di Cristina Comencini e La stella che non c’è di Gianni Amelio,  così come quella realizzata per il  riuscitissimo lavoro televisivo di Alberto Sironi Il grande Fausto, dedicata all’indimenticabile campione delle due ruote.
Splendidamente assecondato dall’Orchestra Roma Sinfonietta con il suo gesto attento ed estremamente lineare, il maestro conduce l’ascoltatore dapprima nel toccante e complesso universo filmico di Gianni Amelio, dove emerge l’impetuoso crescendo che coinvolge in raffinatissimo dialogo archi, flauto e percussioni che caratterizza  la musica composta per il bellissimo lavoro Il ladro di bambini  e la raffinatezza timbrica che percorre quella che accompagna le immagini di Così ridevano.
Franco Piersanti e Gianni AmelioCarattere sinfonico, elegante strumentazione e forte autonomia espressiva e architettonica  distinguono le partiture del musicista  romano. Assolutamente affascinanti risuonano le note scritte per Il caimano di Nanni Moretti che egli dirige come pezzo conclusivo  e che evidenziano accenti sobri, atmosfere rarefatte e tinte nordiche (pensiamo ai due compositori estoni Arvo Paert e Lepo Sumera) percorse da una interiore contenuta tensione drammatica che si associa  splendidamente  al carattere del film. Al riguardo è straordinario rilevare come la immanente  carica espressiva della musica e la sua emozionante costruzione architettonica dai tratti sinfonici risulti avvincente proprio  anche in un ascolto disgiunto dalle immagini.
Fra i  lavori scritti per la televisione Piersanti si cimenta con la forte carica satirica che avvolge  il coinvolgente ritmo di marcia delle note che percorrono I ragazzi della via Pal di Alberto Sironi che richiama il Prokovjev della Quinta Sinfonia,  pur nella sua formidabile originalità timbrica e contrappuntistica.
Il climax della serata è probabilmente toccato dall’intrigante moto danzante  del suggestivo tango sorprendentemente trasportato  in una formidabile raffinatissima orchestrazione nelle travagliate terre siciliane del Commissario Moltalbano, amatissimo protagonista dei romanzi di Andrea Camilleri.  Il tema inizialmente enunciato da piano, violoncello e fisarmonica gradualmente si allarga a legni, percussioni e archi nel crescente turbinio di una trama musicale dalla  formidabile  e trascinante  fantasia timbrica  che si esprime in forti accenti drammatici che in alcuni momenti arrivano ad  assumere contorni bruckneriani. Il tema del tango riaffiora in modo fortemente atmosferico e intimo nell’ austero finale esposto dal violino e dal violoncello. In conclusione una grande serata musicale di cui siamo grati all’Istituzione Universitaria dei Concerti (www.concertiiuc.it)  e contiamo vivamente in un bis per la prossima stagione.

Stampa