Teho Teardo, il nuovo che avanza e la musica per film si rinnova

Teho Teardo in concertoReportage dell'incontro tenutosi a Bari il 4 dicembre 2009

Venerdì 4 dicembre 2009, la rassegna TIME ZONES – sulle vie delle musiche possibili ha ospitato a Bari, presso il Teatro “Di Cagno”, il compositore Teho Teardo. Elettronica, violoncello e chitarra. Due persone: il musicista stesso e Martina Bertoni. Alle loro spalle uno schermo sul quale era proiettato il film Il Divo di Paolo Sorrentino, “diluito” con immagini sovrapposte, lente, molto zoomate, fuori fuoco, ovvero, il secondo livello, di disturbo e di fusione, della percezione visiva.

Confermo il concetto contenuto nell’intervista concessa al nostro caporedattore nel maggio scorso: la musica del compositore di Pordenone è fortemente cinematica; sembra intonarsi alle immagini (dal loro contenuto ai movimenti di macchina) con estrema semplicità e immediatezza, anche con pochissime note. Live set solo apparentemente semplice, nel quale la chitarra baritona di Teardo e il violencello della Bertoni, erano spesso pesantemente effettati da vari dispositivi azionati dal vivo dal compositore, che si occupava anche del lancio di alcune sequenze pre-registrate, ovvero il fondale sonoro delle performance sui rispettivi strumenti. Mixer e controller erano usati dal nostro come veri e propri strumenti musicali, con grandissimo gusto e senza mai ripetersi.
Questo è un punto sul quale ho riflettuto e che ho condiviso con una persona che, anche lei in sala, ha avuto la stessa impressione. Ci sono effettivamente alcuni stilemi di Teardo facilmente riconoscibili, come un certo modo di usare la chitarra elettrica e un suo particolare suono; le tessiture del quasi sempre presente violoncello; e in generale un certo metodo compositivo che si ripropone. Eppure, ed è questo un elemente tanto importante quanto unico, non si ha mai l’idea della ripetizione, del riascolto di qualcosa che si è già ascoltato, semmai di un “pensiero” che si evolve, o la ripresa di un discorso interrotto solo dalla formale suddivisione in brani.
Avendo già nella memoria parecchie delle composizioni di Teardo, è innegabile che il suo stile è immediatamente riconoscibile, una deriva sorprendente e inaspettata nel panorama, per certi versi omologato e per altri musealizzato, della musica per film italiana. Quella del nostro compositore ha uno spazio tutto suo, che ancora non vede la nascita di epigoni, forse perchè troppo giovane, o forse perchè quella apparente semplicità è troppo tale da essere imitata. Eppure la forza di questa musica c’è tutta ed è innegabile.
Il live set ha dimostrato quanto la musica di Teardo sia capace di stare in piedi anche da sola, ma, contemporaneamente, quello spessore comunicativo la rende una delle realtà più interessanti e fresche della scena musicale cinematografica.

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