Korngold & Strauss per uno stellare concerto al Teatro San Carlo di Napoli

Korngold & Strauss per uno stellare concerto al Teatro San Carlo di Napoli

Il mese di Maggio 2018 è stato per il Teatro San Carlo a Napoli particolarmente intenso e ricco di importanti appuntamenti, in particolare con la rappresentazione de Il cappello di paglia di Firenze di Nino Rota con la regia di Elena Barbalich e direzione d’orchestra di Vittorio Galli e con il nuovo allestimento de La traviata di Giuseppe Verdi con la regia di Lorenzo Amato e la direzione d’orchestra di Jordi  Bernacer.
Lo scorso conclusivo fine settimana del 26 e 27 maggio era poi in programma un concerto di grandissimo interesse anche per gli amanti dell’ottava arte, con l’esecuzione di partiture composte da autori assai vicini dal punto di vista artistico e storico come Wolfgang Erich Korngold (1897 – 1957) e Richard Strauss (1864 – 1949).

Il compositore bavarese nel corso del suo incarico di Direttore Artistico alla Wiener Staatsoper, ricoperto dal 1919 al 1924, aveva avuto modo di ammirare le folgoranti capacità compositive del giovane Wolfgang Erich, considerato nella città danubiana come un ‘enfant prodige’ alla stregua di Mozart.
Pur essendo prevalentemente un compositore operistico e sinfonico, nella sua intensa vita artistica Richard Strauss ha avuto anche modo di confrontarsi con il grande schermo, anche se in una sola occasione. Su suggerimento del poeta Hugo von Hoffmanstahl (1874 – 1929) autore del libretto dell’opera Der Rosenkavalier, nel 1925 il regista Robert Wiene (1873 – 1938) noto per la realizzazione de Il gabinetto del Dottor Caligari (1920), icona del cinema espressionista, lavora a una trasposizione filmica dell’opera che con alcuni cambiamenti  di sceneggiatura si trasforma in un film muto accompagnato da musica. Il musicista e i suoi collaboratori si vedono costretti a preparare integrazioni e rimaneggiamenti per rendere la partitura funzionale al film e alle variazioni apportate alla trama.
Per il passaggio a una scrittura prettamente strumentale le voci dei cantanti vengono eliminate e sostituite dall’impiego di vari strumenti, la durata del lavoro viene accorciata e alcune parti sostituite o integrate da immagini filmiche. Vengono introdotti anche valzer e marce attinte dal proprio repertorio o di nuova composizione e approntate due stesure della colonna sonora, una per orchestra sinfonica e una seconda per orchestra di cabaret. La prima mondiale del film di Wiene avviene il 10 gennaio 1926 a Dresda con l’accompagnamento musicale dal vivo della Staatskapelle Dresden diretta dal compositore. Il film è stato sottoposto a restauro digitale e a revisione musicale da parte del compositore Bernd Thewes (1957) per essere poi riproposto nel 2006  a Dresda con la Staatskapelle Dresden guidata dal Maestro Frank Strobel.
Sicuramente il linguaggio sinfonico ‘a programma’ di Strauss con la costruzione in tecnica leitmotivica ereditata da Wagner e Berlioz, ha avuto un notevole impatto sul percorso artistico di un compositore come Gottfried Huppertz (1887 – 1937) autore fra l’altro delle partiture composte per i due capolavori del muto firmati da Fritz Lang (1890 – 1976): Die Niebelungen (1924) e Metropolis (1927).
Huppertz adotta un linguaggio di taglio sinfonico improntato a un avvolgente cromatismo, severa solennità ed eloquenza espressiva e forte senso del dramma che anche nei momenti più epici evita di scadere in sterili rappresentazioni oleografiche mentre assume un ruolo fortemente protagonistico nella costruzione filmica.
Korngold invece presenta rimandi oltre che a Strauss anche alle più decadenti atmosfere di un Alexander von Zemlinsky (1871 – 1942), in uno stile post-romantico avvolto in lirico languore e artificiosa magniloquenza, ma a volte anche con timidi tentativi modernizzanti, che avrà un rilevante impatto sul  percorso musicale hollywoodiano a partire dagli anni trenta e influenzerà anche compositori come Alfred Newman (1901 – 1970) e Max Steiner (1888 – 1971). Fra i suoi lavori particolare interesse assume il suo “Concerto in Do maggiore per violoncello e orchestra op. 37” composto per il film Deception (Il prezzo dell’inganno, 1946) diretto da Irving Rapper (1898 – 1999) e ispirato al romanzo Jealousy di Louis Verneuil sulla tragica relazione triangolare fra una pianista, un violoncellista e un compositore.  
Concepita in un unico movimento, la partitura, scritta quasi in contemporanea al “Concerto per violino”, richiede un’elevata tecnica virtuosistica. Pur non priva di passaggi melodici, evidenzia un carattere moderatamente spigoloso e dissonante dovendo rappresentare il pezzo che il contemporaneo compositore (Claude  Rains) nel  film scrive per il violoncellista suo rivale in amore (Paul Henreid).  Il “Concerto per violoncello “ subisce nel film inevitabili aggiustamenti ma anche per il suo magistrale montaggio la musica si intesse in modo superlativo nella complessa sceneggiatura. Il compositore sottolinea come nella stesura della scrittura sia stato fortemente influenzato dalla voce e dalla presenza scenica della grande star Bette Davis.



La prima parte del concerto al San Carlo era dedicata al suo “Concerto per violino op. 35 in re maggiore” che il compositore viennese considerava come una specie di inno alla melodia in un periodo in cui si stavano profilando in Europa complesse costruzioni armoniche e nuove sperimentazioni sonore.
Annoverato fra i suoi lavori più noti, è concepito in una classica struttura in tre movimenti ed è percorso da acceso, sensuale lirismo in una sorprendente eleganza stilistica. Il suo linguaggio coniuga la tradizione tardo-romantica  viennese con il suo impegno musicale cinematografico sviluppatosi a Hollywood dove era approdato nel 1934 su invito del regista Max Reinhardt (1873 – 1943) e degli studi Warner Bros. Apprezzatissimo per le sue qualità artistiche negli ambienti cinematografici, riceve numerose commissioni coronate da notevole successo.
A causa dei difficili risvolti politici in Europa e della sua origine ebrea, nel 1938 decide di stabilirsi nella città californiana.
Il materiale musicale del “Concerto per violino op. 35” deriva da precedenti colonne sonore ed è volto ad esaltare il potenziale cantabile dello strumento solista. Riaffiorano temi tratti da Another Dawn (Aurora sul deserto, 1937), Juarez (Il conquistatore del Messico, 1939) e Anthony Adverse (Avorio nero, 1936).
Dopo un primo movimento “Moderato nobile”, costruito in classica forma sonata, un secondo movimento “Romance”, fortemente atmosferico e sognante, il conclusivo “Finale. Allegro assai vivace” si muove sul Leitmotiv del soundtrack The Prince and the Pauper (Il principe e il povero, 1937) ed evidenzia rimandi a Prokof’ev in esuberante virtuosismo e carica ritmica con rapidi passaggi in tripletta .
Dedicata al violinista Bronislaw Huberman, in realtà la partitura viene tenuta a battesimo da Jashka Heifetz il 15 febbraio 1947 a St. Louis e accolta con grande successo.
L’esecuzione tenuta al San Carlo colpisce per lo straordinario equilibrio e intesa fra orchestra e solista. Stefan Jackie, considerato fra i prominenti virtuosi della nuova generazione, si fa apprezzare per la imponente disinvoltura con cui affronta i difficili passaggi tecnici, la purezza di suono e la profondità di pensiero. Il suo ampio e intenso fraseggio, unito al suono vellutato e trasparente dell’orchestra, guidata dal Maestro Valcuha, restituiscono la partitura nella sua giusta dimensione artistica e intellettuale e interiore tensione espressiva evitando con maestria ogni possibile sterile compiacimento estetizzante.
Le ampie volte melodiche del lavoro di Korngold affascinano il raffinatissimo pubblico del San Carlo che accoglie l’esecuzioni con festosi applausi ricambiati dal solista con un fuori programma di Bach (“Largo” dalla “Sonata n. 3 per violino solo BWV 1005”).
Come tutti i lavori sinfonici di Richard Strauss anche “Eine Alpensinfonie op. 64” presenta una forte componente associativa. Come in “Also Sprach Zaratustra op. 30” anche in questo caso il riferimento ispiratore è Friedrich Nietzsche (1844 – 1900) con il suo “Antichrist”.


 
Il compositore non si limita a tratteggiare in musica le sensazioni ed emozioni trasmesse da idillici paesaggi ed emozionanti panorami di una escursione in alta montagna mentre, come postulato nell’”Antichrist”, si impegna a costruire un vasto inno alla natura, unico elemento capace di purificare l’uomo dal giogo della dilagante mediocrità terrena. L’imponente affresco sonoro è costituito da 22 episodi che partono dalla “Notte” (Nacht), attraversano una intera giornata toccando la vetta della montagna (“Auf dem Gipfel”, episodio 13)  per poi terminare con la discesa e il ritorno della notte.
Gli episodi 18 (“Stille vor dem Sturm”) e 19 (“Gewitter und Sturm.Abstieg”) presentano chiari rimandi figurativi  alla “Sesta Sinfonia in fa maggiore op. 68 Pastorale” di Ludwig van Beethoven.
L’imponente apparato strumentale previsto da Strauss richiede 125 esecutori fra cui organo, macchina del vento, macchina del tuono e Glockenspiel.
L’esecuzione ascoltata al San Carlo può essere definita semplicemente memorabile. Il Maestro Valcuha rende questo straordinario affresco sonoro in tutto il suo avvolgente cromatismo, eloquenza espressiva e opulenza timbrica, cogliendone in modo superlativo la sua interiore tensione narrativa in un tratteggio severo, lucido e solenne e mai compiacente o scadente in eccessi retorici.
Superlativa la prestazione dell’Orchestra del Teatro San Carlo che colpisce per la sua straordinaria compattezza e il suo suono morbido, intenso, profondo e avvolgente. Di avvincente e toccante suggestione il poetico intervento dell’oboe magistralmente sostenuto dalla prima parte Hernan Garreffa nell’episodio 13 “Auf dem Gipfel” (In vetta) che introduce il solenne climax in piena orchestra nel suo imponente arco espressivo.  
Successo clamoroso coronato da trionfali interminabili applausi rivolti al Maestro Valcuha e all’Orchestra.
La straordinaria esperienza artistica e musicale vissuta a Napoli lo scorso 26 e 27 Maggio rappresenta una ulteriore testimonianza della quanto mai illuminata nomina del Maestro Juraj Valcuha – che ricordiamo ancora come vincitore del Premio Abbiati  2018 – a Direttore Musicale del grande Teatro napoletano.

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