Memorie da Boston: John Williams' Film Night at Pops (31 Maggio-1 Giugno 2017)

John Williams dirige i Boston Pops nel concerto Film Night alla SymphonyHall (Foto di Michael Blanchard)

Reportage dell’annuale appuntamento dei Boston Pops con il grande compositore americano

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Assistere a un concerto diretto dal Maestro John Williams è un privilegio e una grande emozione. Il geniale compositore ha compiuto quest’anno 85 anni e, per questa occasione, il direttore musicale della Boston Pops Orchestra, Keith Lockhart (subentrato a John Williams nel 1995 dopo 13 anni di direzione di quest’ultimo), ha voluto imperniare l’intera stagione della popolare compagine sinfonica attorno alla celebrazione del compositore di Star Wars e E.T., intitolandola “Celebrating John Williams”. I festeggiamenti sono iniziati il 7 Aprile con uno speciale concerto diretto da Lockhart dedicato interamente alle musiche di Williams, in cui sono state eseguite sia pagine celebri che estratti da colonne sonore poco note ma non per questo meno meritorie di attenzione. Il concerto è stato registrato e, nel giro di poche settimane, pubblicato su CD e in digitale dall’etichetta BSO Classics con il titolo Lights, Camera…Music! Six Decades of John Williams. Lockhart ha poi diretto il film-concerto sia di E.T. l'extraterrestre che la premiere mondiale di quello de Lo Squalo (Jaws). Ha inoltre voluto inserire brani williamsiani nel corso di tutti i programmi della stagione dei Pops.

La città di Boston, e nella fattispecie questa orchestra (che, ricordiamo, altro non è che la versione “estiva” della prestigiosa Boston Symphony Orchestra), è molto legata alla figura di Williams, il quale riveste un’aura leggendaria tra le mura della meravigliosa Symphony Hall. E tutto questo si è potuto quasi toccare con mano nelle due date in cui il compositore è tornato a dirigere i Pops nell’annuale appuntamento della “Film Night”. Quest’anno il podio è stato diviso tra Williams e Keith Lockhart, con quest’ultimo a dirigere la prima metà del concerto, lasciando poi la bacchetta al suo predecessore per la seconda parte. Chi scrive aveva già avuto l’onore di assistere a concerti diretti da Williams in passato, ma si è trattata della prima esperienza nella città di Boston. Come forse molti non sanno, per i concerti dei Pops la platea della Symphony Hall viene trasformata in una sorta di parterre da caffè-concerto: le abituali poltrone vengono infatti sostituite da sedie e tavolini, dove si può persino ordinare la cena con un menù à la carte. Per i puristi della sacralità del rituale sinfonico si tratta probabilmente di un’esperienza irritante e al limite della profanazione, ma anche questo è parte del fascino e della peculiarità dei concerti dei Boston Pops, nei quali si respira un’atmosfera molto informale e particolarmente gioviale (inclusi anche giovanissimi spettatori). Lo spirito dei Pops è quello di avvicinare all’ambiente classico un pubblico più eterogeneo, proponendo un repertorio “light classical” in cui appunto le melodie del grande musical, i ballabili e soprattutto la musica per il cinema la fanno da padroni. Tutto questo Williams lo capì bene negli anni della sua direzione (dal 1980 al 1993) di quella che è definita anche la “America’s Orchestra”, riuscendo anche a svecchiare il repertorio tradizionale e dando alla musica per film un ruolo di primo piano.

La Film Night 2017 alla Symphony Hall sta per iniziare (Foto di Maurizio Caschetto)

 Ma veniamo al racconto vero e proprio. La sala gremita e completamente sold out ha accolto Keith Lockhart con un grande applauso, che ha immediatamente iniziato la serata con una pagina tra le meno note ed eseguite di Williams: “Pops on the March”, pezzo scritto in memoria del suo predecessore ai Boston Pops, il direttore d’orchestra Arthur Fiedler. Si tratta di una composizione breve eppure straordinaria, una marcia chiassosa  e sorniona, con punte persino di divertita sbruffoneria (come ad esempio la citazione di “Stars and Stripes Forever”, da sempre uno dei cavalli di battaglia dell’orchestra), con ardite sovrapposizioni armoniche quasi jazz intessute con una strumentazione brillante e giochi contrappuntistici assai complessi (Lockhart ha rivelato un aneddoto gustoso: l’inciso ritmico che fa da base al pezzo è una sillabazione del nome del direttore: “Ar-thur Fied-ler! Ar-thur Fied-ler!”). Il pubblico ha particolarmente gradito questo “opener” del concerto ed ha risposto con un fragoroso applauso. Lockhart ha poi preso la parola per introdurre la sua metà del programma, che è stata dedicata in buona parte al Williams meno noto a cui è dedicato il CD menzionato prima: a seguire è stata infatti la volta degli entusiasmanti “Main Titles” tratti da L’inferno di cristallo (The Towering Inferno, 1974), uno dei primi esempi di funambolismo sinfonico nella carriera del compositore, in cui la fenomenale sezione degli ottoni dei Pops ha letteralmente brillato con una prestazione incandescente. Il brano che è seguito non poteva essere più diverso per contrasto e atmosfera: “Stargazers” dalla colonna sonora di E.T., magnifico cimento per arpa e orchestra (molto brava la solista Jessica Zhou) che ha immerso l’intera Symphony Hall in una atmosfera di trasognato, commovente lirismo e dove si sono potute inoltre ammirare le ottime capacità di Lockhart come maestro concertatore. La mefistofelica “Devil’s Dance” da Le streghe di Eastwick (1987) è stata eseguita con particolare gusto da tutta l’orchestra, capace di restituire perfettamente tutta la caleidoscopica tessitura del pezzo. E se il tema da JFK (1991) ha mostrato il volto patriottico e nobile del compositore (magnifico l’assolo della prima tromba Thomas Rolfs), lo Scherzo tratto da Le avventure di Tintin (“The Duel”) ci ha riportato al Williams più giocoso e prokofieviano, grazie anche all’esecuzione in sincrono con un gustoso montaggio dedicato agli eroi dei film “cappa e spada” del cinema hollywoodiano, proiettato su un grande schermo posizionato sopra l’orchestra. “Viktor’s Tale” da The Terminal (2004) ha rimesso al centro un solista dell’orchestra (il clarinettista Thomas Martin), che ha restituito in modo brillante la gustosa marcetta di sapore mitteleuropeo che descrive le (dis)avventure del protagonista interpretato da Tom Hanks. La parte finale della prima metà del concerto è stata dedicata a due evergreen del repertorio di Williams: “Harry’s Wondrous World” dal primo capitolo della saga di Harry Potter (2001), un vero e proprio tour de force di profonda sapienza orchestrale eseguito impeccabilmente da Lockhart e i Pops; infine l’irresistibile Marcia da Superman (1978), eseguita su un montaggio di clip tratte da tutti i grandi successi della carriera di Williams. Un pubblico entusiasta ha dedicato un lungo applauso a orchestra e direttore mandandoli in pausa.

John Williams dirige i Boston Pops nel concerto Film Night alla SymphonyHall (Foto di Michael Blanchard)

Passati i canonici 15 minuti di intervallo, l’orchestra è rientrata sul palco e, dopo pochi istanti, ha fatto il suo ingresso sul podio John Williams, accolto dal pubblico con una vera e propria ovazione da rockstar. Volto sorridente e felice, Williams ha incassato brevemente l’applauso e si è rivolto subito all’orchestra, attaccando con il suo arrangiamento “Hooray for Hollywood”, un magnifico bon-bon in cui si succedono alcuni dei motivi più popolari del musical hollywoodiano, amalgamati in una orchestrazione brillante memore degli arrangiamenti del grande Conrad Salinger (il maestro dei musical MGM anni ’40 e ’50). A seguire è stato il momento di uno dei vertici della serata, la suite tratta dal film di Steven Spielberg The BFG (2016), intitolata da Williams “A Child’s Tale”: otto minuti in cui Williams distilla il meglio della partitura, un irresistibile susseguirsi di virtuosismo orchestrale (eccezionale la prestazione di Elizabeth Ostling, primo flauto dei Pops) e grande invenzione melodica, capace di dipingere in modo vivo le atmosfere da libro illustrato del film. Qui il confine tra natura cinematografica del pezzo e capacità espressiva autonoma scompare del tutto, consegnando al pubblico qualcosa di unico. Williams ha preso la parola per ringraziare il pubblico e presentare il pezzo seguente: “Out to Sea/Shark Cage Fugue” da Lo squalo (Jaws, 1975), uno dei pezzi da novanta del suo repertorio. Williams ha ricordato l’esperienza di quello storico successo insieme al suo inseparabile partner Steven Spielberg e poi ha diretto l’orchestra in una bellissima lettura di questa pagina che, come nel caso di The BFG, si appropria di forme tipicamente classiche (qui il Preludio e Fuga) e trasforma dei pezzi di accompagnamento in qualcosa di grande autonomia in senso squisitamente musicale. Williams sul podio è parso particolarmente vivace e di grande precisione nella concertazione. Il pezzo seguente è stato invece un altro excursus nel suo repertorio meno popolare ma non per questo meno affascinante: “A New Beginning” da Minority Report (2002), un adagio per archi di bellissima ed estatica contemplazione, anch’esso diretto ed eseguito impeccabilmente. Williams ha poi nuovamente preso la parola per introdurre tre pezzi tratti dalla suite di Il risveglio della Forza (The Force Awakens, 2015), il settimo capitolo della saga di Star Wars. Il compositore ha nuovamente ricordato il suo legame con la serie cinematografica che gli ha dato enorme popolarità, informando il pubblico di aver quasi terminato la lavorazione del prossimo capitolo in uscita a Dicembre (The Last Jedi) e confermando la sua “infatuazione” per la giovane protagonista Daisy Ridley (“Quando mi è stato chiesto se volevo scrivere la colonna sonora del nuovo film, ho detto sì perché non volevo che nessun altro scrivesse musica per Daisy!”, ha scherzato il compositore).

John Williams dirige i Boston Pops nel concerto Film Night alla SymphonyHall (Foto di Michael Blanchard)

L’orchestra, comandata con grande verve da Williams, si è cimentata nell’infuocato “Scherzo for X-Wings” (una performance persino migliore di quella registrata per il disco della colonna sonora), il magnifico tema di Rey e la vibrante “Marcia della Resistenza” (quest’ultima ha mostrato la vena contrappuntistica ancora brillante del compositore). In chiusura del programma, Williams ha regalato al pubblico un lungo medley intitolato “A Tribute to Steven Spielberg & George Lucas”: i temi principali de Lo Squalo, Star Wars, Indiana Jones e E.T. si susseguono uno dietro l’altro in accompagnamento a un efficace montaggio di clip dai rispettivi film. Un vero e proprio crowd-pleaser in cui è pressoché impossibile non abbandonarsi all’entusiasmo. Un pubblico ormai in totale adorazione ha tributato un lunghissimo applauso e la standing ovation al compositore, che è tornato sul palco per dirigere il primo dei tre bis, ovvero il tema della Principessa Leia dal primo Guerre Stellari, eseguito in memoria dell’attrice Carrie Fisher, scomparsa improvvisamente lo scorso Dicembre (Williams ha raccontato che sua figlia e l’attrice erano coetanee e molto amiche, dunque è rimasto particolarmente toccato dalla morte della Fisher). L’esecuzione è stata infatti un altro forte momento emotivo della serata, con Williams propenso ad una lettura ricca di rubati e di espressività (eccellenti il corno di Richard Sebring e il flauto di Elizabeth Ostling). Williams ha poi regalato al pubblico una stupenda esecuzione della trascinante “Marcia” da 1941 – Allarme a Hollywood, commedia ipertrofica di Steven Spielberg del 1979, sicuramente una pagina capace di far brillare il carattere più estroverso dell’orchestra (Williams, come un moderno John Philip Sousa, ha anche invitato il pubblico a battere le mani a tempo durante il pezzo). E infine, non poteva mancare il brano deputato a chiudere tutti i suoi concerti, ovvero la “Imperial March” da L’impero colpisce ancora, facendo calare il sipario su un concerto davvero splendido con un pubblico in totale venerazione.

John Williams saluta il pubblico al termine del concerto (Foto di Michael Blanchard)

In occasione di questi concerti, abbiamo accompagnato a Boston il nostro amico Simone Pedroni, il quale ha presentato a John Williams la prima copia del suo CD, John Williams: Themes and Transcriptions for Piano (in uscita il 7 Luglio su etichetta Varèse Sarabande). Siamo sempre stati grandi ammiratori dell’arte di Simone Pedroni come pianista e direttore d’orchestra e condividiamo con lui la passione e l’entusiasmo per la musica del compositore americano. E dunque è stato davvero un onore assai speciale, oltre che un’emozione unica, essere ricevuti insieme a lui dal Maestro Williams al termine del concerto. La gentilezza e il calore dell’uomo è pari alla grandezza dell’artista: il Maestro ci ha ricevuti con un garbo e una cortesia d’altri tempi.

Il pianista italiano Simone Pedroni presenta a John Williams il suo CD (foto di Maurizio Caschetto)

Il pianista Simone Pedroni e il Maestro Williams in conversazione ( Foto di Elisa Petrarulo)

Abbiamo inoltre colto l’occasione per presentare di persona a Williams le targhe del Premio ColonneSonore.net 2016, che ha vinto nelle categorie “Migliore Musica per Film Straniero” e “Migliore Compositore Straniero”. Come si può ben immaginare, è stato un momento di grande emozione che ha coronato, oltre ad un personale sogno, tutti gli sforzi, la dedizione e l’impegno che la squadra di ColonneSonore.net (Massimo Privitera, Pietro Rustichelli, Alessio Coatto, Giuliano Tomassacci, Roberto Pugliese) ha profuso in quindici anni di attività e che nella musica del compositore ha sempre trovato ispirazione e un formidabile collante di amicizia. Come ci insegna John Williams, andiamo avanti con gioia ed umiltà. E allora lasciateci dire davvero, con sincero entusiasmo: Grazie mille, Maestro!

John Williams riceve il Premio ColonneSonore.net 2016 per la colonna sonora di The BFG

Un sentito e particolare ringraziamento a Simone Pedroni, Elisa Petrarulo e Emilio Audissino, per l’amicizia e la condivisione dell’esperienza; a Doreen Reis, Sam Brewer e Taryn Lott (Boston Symphony Orchestra), per la preziosa collaborazione e il supporto; al Maestro Keith Lockhart e a Jamie Richardson. E infine al Maestro John Williams, per l’infinita bontà e gentilezza dimostrate.

Tutte le foto ufficiali del concerto sono di Michael Blanchard. Tutti i diritti riservati. Usate su autorizzazione. Le altre foto sono di Maurizio Caschetto e Elisa Petrarulo.

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