Luigi Maiello musica Shakespeare in Dream – L’isola magica

Luigi Maiello musica Shakespeare in Dream – L’isola magica

Il 27 e 28 Novembre è andato in scena al teatro AncheCinema Royal di Bari, lo spettacolo Shakespeare in Dream – L’isola magica. L’opera prima, che ha registrato il tutto esaurito, intreccia i versi del grande poeta drammaturgo con il testo originale di Selene Favuzzi. Particolare rilievo hanno le eleganti ed evocative composizioni del Maestro Luigi Maiello, nonché le sontuose coreografie di Elisa Barucchieri. Lo spettacolo, rappresentato in doppia lingua giocando sul contrasto tra la parola poetica di Shakespeare e l’immediatezza della lingua madre del pubblico che assisteva alle prime rappresentazioni del genio inglese.

Colpisce immediatamente sia l’interazione tra parola, musica e danza, sia il fatto che l’autrice e la regista abbiano scelto di affidarsi a musiche potenti e grandiose, senza il timore di cedervi parte della scena. Le musiche appunto, sono un’attenta e sapiente selezione di brani tratti dai tre poemi sinfonici di Maiello: The Elements, ispirato agli elementi ed alla forza creatrice e distruttrice della natura; The Stars, dedicato alle stelle ed alle forze oscure del cosmo; Atlantis, ispirato al sorgere e al tramontare della mitica società, come metafora del mondo occidentale. Non mancano anche brani tratti da album come Music from the XXI Century, Lost in the Fields (editi da Heristal Entertainment) o The Hero’s Journey (RaiCom).
Se il testo di Selene Favuzzi si incunea sapientemente tra i profondi respiri dei brani più carsici che sostengono la scena scorrendo come un fiume sotterraneo, le coreografie aeree di Elisa Barucchieri sono invece sapientemente modellate sui brani più possenti ed epici. Uno spettacolo bello ed evocativo, in cui la musica svolge finalmente un ruolo narrativo e strutturale assolutamente centrale. In molti spettacoli infatti, la musica è spesso relegata ad un ruolo decisamente ancillare. In questo invece, l’autrice e la coreografa hanno attinto alle musiche di Maiello con intelligenza e coraggio creativo e soprattutto senza quella sotterranea paura (tipica di molti registi italiani) di affidare alla musica un ruolo da protagonista.

 

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