Hans Zimmer Live

Hans Zimmer Live
Reportage del concerto di musiche da film dell’11 Maggio 2016 a Budapest presso l’Arena

Immaginate una grandissima sala da concerto, con un gran coda Steinway che riflette in lontananza i leggii dell’orchestra. Immaginate i maestri d’orchestra vestiti in maniera impeccabile accordare i propri strumenti come in una cerimonia che prelude una sinfonia. Immaginate infine un pubblico in religioso silenzio, pronto ad applaudire un’esecuzione strepitosa condotta da un famoso direttore d’orchestra.
Spesso quando pensiamo ad un concerto di colonne sonore, è così che immaginiamo la scena. E’ così quando Howard Shore conduce Il Signore Degli Anelli, o quando John Williams o Ennio Morricone dirigono la propria musica nei teatri e negli auditorium.

Un concerto di Hans Zimmer non è nulla di tutto questo. Non ci sono parti sui leggii, almeno non su quelli dei circa venti solisti (a seconda degli eventuali ospiti della serata) che aprono il concerto insieme a lui, seduto davanti ad un piccolissimo pianoforte di legno verticale che probabilmente non sceglieremmo mai per un nostro concerto. E ad ascoltare le prime note, non c’è un pubblico appassionato esclusivamente di musica sinfonica. Ci sono migliaia di persone, di intere generazioni e di tutte le estrazioni, desiderose di sognare ancora con quei film, quelle storie, quelle note. Perché ogni brano ha una storia, che Hans racconta al pubblico: come è nata, come è diventata emozione, e come tale emozione è divenuta musica. E dietro ogni sua storia c’è sempre un’idea, articolata, complessa, ma chiara, di come trasformerà in musica tale storia. Si ferma a parlare con il pubblico, con un calore umano non comune, nella speranza di far arrivare a tutti non solo la sua incredibile musica, ma anche l’idea che l’ha creata. Da questo punto di partenza prende vita un concerto di energia spaventosa, dove solisti rock si alternano a voci africane, dove il violoncello elettrico abilmente suonato dalla bravissima Tina Guo si alterna ai soli di campane tubolari, di un clarinetto basso, di una fisarmonica, di flauti dolci ed etnici, di percussioni e di altri strumenti di incomprensibile natura. Così prendono forma tutte le melodie delle sue colonne più famose, e il pubblico cade in un profondo silenzio, avvolto se non invaso completamente dal mastodontico impatto sonoro della sua musica.
Ad avere una storia però, non sono solamente le sue colonne sonore. Presenta tutti i solisti descrivendo la loro anima, il loro rapporto, a volte la loro crescita professionale. Sorride, e racconta come sia indubbio il fatto che la sua musica parli di sé, ma come sia altrettanto vero che essa rappresenti il frutto degli affetti e dell’amore che molte di queste persone hanno condiviso con lui. Abbraccia e presenta tutti, lascia spazio ai solisti, fondendo i linguaggi della colonna sonora e del concerto live. E poi svela un ulteriore pezzo mancante: dietro il gruppo scenografico dei solisti, appare dal buio un’orchestra sinfonica e un coro polifonico Ed è magia. La magia della sorpresa, dello spettacolo, delle coreografie (i solisti si muovono nello spazio guidati segretamente da una regia maestra), delle luci che seguono le tematiche delle colonne, del ledwall che aggiunge elementi visivi al tutto. La magia della sua musica. Capace in maniera sempre diversa di emozionare, andando a scovare nell’elettronica, nella sinfonica, nella sperimentazione, nel Pop, nell’etnico, nel rock, nel sacro e in molti altri generi qualcosa di unico e irripetibile che contraddistingue la musica di Hans Zimmer. Qualcosa che probabilmente chiamerei (con molta paura di definirla): la sua libertà. La libertà di inventare, di giocare, di creare sempre qualcosa di nuovo, per non doversi ripetere, per potersi ogni volta sfidare, per essere sempre capaci di aggiungere qualcosa di ancora non detto senza rinunciare mai alla capacità unica e misteriosa di scaldare il cuore.
La sua musica è sempre caratterizzata da temi forti e riconoscibili, da una forza espressiva e ritmica, ma credo sia l’amore infinito per quello che fa, per quello che è e che è riuscito a comunicare e a condividere di sé, a rendere così speciale la sua musica. Hans Zimmer si diverte sul palco, ad ogni brano prende uno strumento diverso e comincia a suonarlo, gioca con gli altri musicisti, si sposta liberamente e appena può scherza con il pubblico. L’emozione che ne scaturisce è unica, irripetibile, immensa, perché enfatizzata da una musica potente, che sa strizzare l’occhio ai linguaggi più comuni senza mai risultare banale, che sa essere epica anche quando è spiccatamente e semplicemente… intima.

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