Andrej Tarkovskij. Nostalgia dell’assoluto!
Andrej Tarkovskij. Nostalgia dell’assoluto!
Concerto in ricordo del regista a San Miniato al Monte
Non poteva trovare luogo migliore dell’imponente cornice offerta dalla Basilica di San Miniato al Monte, massima testimonianza del romanico-fiorentino, la serata musicale e letteraria dedicata al ricordo del regista Andreij Tarkovskij lo scorso 30 ottobre.
Lo slancio e l’atmosfera mistica trasmessa dal suggestivo luogo di fede posto oltrarno in cima alla collina in dominante protezione della città di Firenze si incontrano in modo magico e irresistibile con la dirompente forza visionaria e carica spirituale delle immagini dei lavori realizzati dall’impareggiabile artista, evocate in modo fortemente coinvolgente dalle note di partiture di Bach, Messiaen, Paert e Silvestrov eseguite dal Duo Gazzana (Natasha Gazzana, violino – Raffaella Gazzana, pianoforte) e da letture tratte dal libro ‘Scolpire il tempo’ con la voce recitante di Massimiliano Giovanetti.
Nel suggestivo eclettismo dei brani musicali in programma si intesse la penetrante e coinvolgente voce di Massimiliano Giovanetti che evoca con appassionato fervore alcuni concetti della visione artistica del regista russo. Rappresentazione dell’assoluto in un concetto filmico che include fede, speranza e carità in senso esistenziale, il messaggio etico e responsabilità morale dell’artista, esaltazione del debole e del diverso non omologato apparentemente soccombente agli occhi terreni ma vincitore nel suo concedersi con il sacrificio per la salvezza dell’umanità, preoccupante perdita di significato dei rapporti fra gli uomini con degrado spirituale e l’affermarsi dell’atteggiamento materialistico. Inserito in modo impareggiabile nella sobrietà del dialogo con indimenticabili lunghi piani sequenza il tempo svolge un ruolo fondamentale nell’universo visivo e percettivo di Tarkovskij con il suo trasmettere un messaggio emotivo che accompagna lo spettatore nel confronto con la propria anima.
Il regista non abbraccia il concetto di colonna sonora inteso nel senso di una musica che interagisca in modo dialettico con le immagini con il rischio di invasività o di scadimento in una mera logica esornativa volta a coprire la precarietà delle inquadrature e dei dialoghi. Il suono non deve travalicare il messaggio che proviene dalle immagini e deve per quanto possibile essere rappresentato in modo spontaneo e immanente. La simbiosi ideale fra immagini e suono viene ottenuta attraverso un impiego di musica elettronica che possa dissolversi in modo naturale e spontaneo nel contesto filmico.
Il suo concetto viene magistralmente intuito e realizzato da Eduard Artem’ev compositore di musica elettronica in particolare per cinema e teatro, nella realizzazione delle colonne sonore dei tre film centrali, Solaris (Mosfilm, 1972), Specchio (Mosfilm, 1974) e Stalker (Mosfilm, 1979).
Oltre a essere il punto di riferimento della serata, Bach è anche una profonda passione di Tarkovskij e le sue musiche percorrono i tre film appena citati come pure il suo ultimo lavoro Sacrificio (Svenska Filminstitutet, 1986).
La musica di Bach è utilizzata nei suoi film come ritornello volto a rievocare e rafforzare emozioni e stati d’animo vissuti in precedenza. Un esempio straordinario è dato dal Preludio “Ich ruf zu dir, Herr Jesus Christ” in fa minore BWV 639 che accompagna le dirompenti immagini di Solaris, ispirato all’omonimo romanzo di Stanislaw Lem e che Raffaella Gazzana ha eseguito con grande trasporto nella versione per pianoforte illuminando in modo superlativo la potenza rappresentativa della partitura.
Valentin Silvestrov è un compositore ucraino cui le Sorelle Gazzana sono molto legate e le sue partiture figurano spesso nei programmi dei loro concerti. Nato a Kiev nel 1937 appartiene insieme a Edison Denisov, Sofja Gubaidulina, Alfred Schnittke e Arvo Paert, alla talentuosa e mal sopportata generazione di compositori nati negli anni trenta nella Russia sovietica.
Dopo una iniziale fase dodecafonica è giunto alla scrittura di un linguaggio post moderno percorso da una forte tensione interiore con figure musicali che ondeggiano in evocativi echi romantici e atmosfere sognanti avvolte nel velo di un delicato registro nostalgico e raffinato cromatismo impressionista.
Ricordiamo la sua felice collaborazione con la regista, anch’ella ucraina, Kira Muratova (1934) in alcuni suoi bellissimi lavori quali Motivi Chechoviani (Nikola Film, 2002), L’accordatore (Odessa Film Strudio, 2004) e Melodia per Organetto (Sota Cinema Group, 2010), L’eterno ritorno (Sota Cinema Group, 2012).
“Dedication to J.S.B.” è un pezzo breve scritto originariamente per violino e vibrafono e tenuto a battesimo nel 2011 dal violinista Gidon Kremer e dal percussionista Andrej Pushkarev, parte di un ampio progetto discografico ideato dal celebre solista lettone che ha coinvolto alcuni fra i più apprezzati compositori contemporanei fra cui Leonid Desyatnikov, Alexander Wustin, Giya Kancheli, Raminta Serksnyte, Alexander Raskatov e lo stesso Valentin Silvestrov in un congiunto omaggio musicale denominato ‘The art of instrumentation’ dedicato a Bach e alla memoria del grande pianista Glenn Gould (CD Nonesuch 7559 79634 – 5). Natasha e Raffaella Gazzana si immergono con grande autorità e impegno intellettuale nel gioco di sospensioni e interruzioni del suggestivo universo sonoro di Silvestrov e restituiscono la scrittura in una incantata rappresentazione di grande forza espressiva.
La disarmante essenzialità, immediatezza espressiva e coinvolgente forza spirituale del linguaggio musicale del compositore estone Arvo Paert (1935) sembra muoversi in un tempo scolpito come nei capolavori di Tarkovskij con cui condivide molte affinità e cui ha dedicato il suo lavoro “Arbos” per ottoni e percussioni (1977).
La sua musica è una presenza costante nei programmi dei concerti delle due soliste che a Firenze si sono cimentate con “Fratres” (1977 / 1980) e “Spiegel im Spiegel “ (1978).
Le due soliste con l’eloquenza e l’eleganza del fraseggio e ammirevole chiarezza dell’articolazione illuminano la drammaturgia sonora che riposa su un’elegante semplicità architettonica che si muove fra tradizione e avanguardia con l’incontro fra una linea melodica e un’armonia ‘tintinnabula’ basata su triadi che evoca il rintocco di una campana. La struttura armonica riposa su un miracoloso equilibrio polifonico e suggestivo dosaggio di canoni e elementi geometrici in un gesto espressivo rivolto alla ricerca dell’assoluto e capace di suscitare profonde emozioni. L’esecuzione trascende il mero aspetto tecnico per trasformarsi in una coinvolgente, assorta preghiera.
Il mondo del cinema d’autore sembra amare in modo particolare il linguaggio estetico e spirituale del compositore estone e diverse sue partiture sono state inserite da importanti registi nei soundtracks dei loro lavori.
I più recenti esempi sono quelli di Il re di coppe (2014) di Terence Malick, in concorso alla Berlinale 2015 e Mia Madre (2015) di Nanni Moretti in concorso a Cannes 2015. Sicuramente la musica di Paert, se ben inserita e montata nel contesto del film, produce con la sua rarefatta liturgia sonora un suggestivo impatto in drammi psicologici come nei titoli sopra citati. D’altra parte il continuo e crescente ricorso alla sua musica rischia di porre qualche problema di sterile imitazione e mancanza di idee che ci riserviamo di approfondire in altra occasione.
Ricordiamo fra gli altri titoli arricchiti da partiture del compositore estone Pentimento (1987) di Tengiz Abuladze, Sognatori d’inverno (1997) e Haeven (2002) di Tom Tykwer, Da quando Oscar è partito (2003) di Julie Bertuccelli, Fahrenheit 9/11 (2004) di Michael Moore e Times and Winds (2006) di Roha Erdem, Habemus Papam (2011) di Nanni Moretti.
Il programma del concerto articolato in modo estremamente interessante giunge quindi a compimento nel segno di J.S. Bach (“Adagio ma non tanto” dalla “Sonata” in mi maggiore, “Largo” dalla “Sonata” in do minore e “Sarabanda” dalla “Partita” in re minore per violino solo) e di Olivier Messiaen (“Thème e Variazione” da “Thème et Variations” per violino e pianoforte).
Successo calorosissimo da parte di un pubblico straripante assiepato in ogni angolo della Basilica.
Segnaliamo infine un concerto del Duo Gazzana che avrà luogo a L’Aquila il prossimo 15 novembre (www.barattelli.it) che vede in programma fra l’altro l’esecuzione della “Suite im alten Stil” di Alfred Schnittke (1934 – 1998) basata su temi tratti dalle colonne sonore composte per i film L’avventura del dentista (Mosfilm , 1965) e Sport, Sport, Sport (Mosfilm, 1970) di Elem Klimov (1934 – 2003).