Elba Festival: Cinema and Comedy con Gidon Kremer e il duo Igudesman & Joo

 

Gidon Kremer “…Il far musica contiene componenti drammatiche e teatrali…” – afferma  Gidon Kremer (leggi intervista). Nel 1975 il Times di Londra sosteneva, dopo un concerto, che la sua performance era stata opaca e senza interesse mentre contemporaneamente il maestro Herbert von Karajan non esitava a definirlo come il più grande violinista vivente….
Oltre a essere un artista estroverso e raffinato, dotato di una tecnica sbalorditiva che mai travalica con mero virtuosismo esibizionista la profondità di pensiero che percorre la sua interpretazione musicale, egli riesce a passare con folgorante disinvoltura dalle perfette architetture armoniche e contrappuntistiche di Bach al complesso e introverso linguaggio avvolto nel misticismo di Sofja Gubaidulina (1931).
Con il suo formidabile talento eclettico ama associare stili e generi musicali diversi e contrapposti e – come egli afferma – persegue un solo scopo, al di la delle contrastanti reazioni che a volte il suo approccio musicale singolare riesce a suscitare: parlare con la musica al cuore dell’ascoltatore.
Il  grande amore per il cinema si riflette  nei programmi dei suoi concerti, che spesso uniscono pezzi di Bach e Mozart a famose melodie composte per lo schermo da grandi musicisti quali Rota, Morricone, Piazzolla o Shostakovich. Una preziosa testimonianza al riguardo è rappresentata dal suo CD intitolato Le Cinema (Teldec Classics 0630-17222-2, leggi recensione) .
Un aspetto forse meno noto di Gidon Kremer è quello relativo alla sua attività di scrittore. Con il suo stile incisivo e coinvolgente, sempre accompagnato da una sottile carica di humour, egli racconta nel suo libro Zwischen Welten (Piper Verlag, Muenchen, ancora non disponibile in lingua italiana, NDR)  momenti della sua vita adulta, sospesa per molti anni fra la ottusa e soffocante dittatura sovietica e l’occidente libero, ma spesso anche superficiale e opportunista e a volte solo consumista.
Il libro riflette in modo appassionato gli stati d’animo vissuti dal violinista lettone nelle sue spesso rocambolesche avventure musicali che lo hanno visto esibirsi in tutto il mondo accanto ai maggiori direttori d’orchestra e solisti, nonché coinvolto in importanti storie d’amore.
Come nel libro anche nel  concerto-show Cinema and Comedy, presentato il 4 settembre scorso per la prima volta in Italia a Portoferraio nell’ambito della dodicesima edizione del Festival Elba Isola musicale d’Europa, sostenuto dal duo di  formidabili comici-musicisti composto dal russo Aleksey  Igudesman e  dall’anglo-coreano Richard Hyung-Ki  Joo, Kremer conduce l’ascoltatore  attraverso momenti divertenti o drammatici della sua esistenza musicale in una suggestiva rappresentazione parodistica in cui musica, mimica e recitazione trovano una perfetta simbiosi.
Il percorso della vita di un musicista, anche stellare come Kremer, è costellato da avvilenti confronti con persone spesso ottuse e incompetenti. Si va dagli stupidi quesiti più politici che musicali delle audizioni alla tracotante ignoranza dei supervisori delle registrazioni che arrivano a confondere Stradivari con Armani o che vorrebbero le copertine del cd con avvenenti fanciulle bionde seminude per un valido marketing-look o ancora che non lasciano che il musicista esegua il pezzo nella sua integrità in quanto poi la performance si può aggiustare e abbellire con sofisticate apparecchiature elettroniche….
Il solista da registrazione discografica deve essere giovane aitante, guardare il pubblico con sorriso inebetito mentre suona pezzi popolari di impatto immediato. L’intrinseco valore artistico e interpretativo – ovvio – non interessa….
Magari si vorrebbe tenere la registrazione favolosa (di Kremer…) utilizzandola per far apparire in copertina un giovane solista da lanciare come “enfant prodige” e a questo punto il difficile confronto dialettico si trasforma in scontro esistenziale e ideologico con risultati quantomai incerti….
Il pubblico viene disabituato ad ascoltare un pezzo nella sua integrità visto l’uso superficiale che si fa del “remote control” passando da Vivaldi a Ramazzotti, da Schoenberg a Madonna…
L’incredibile percorso esistenziale del musicista viene associato a un articolato caleidoscopio musicale che conduce l’ascoltatore in un turbinio di continue emozioni e sensazioni, con Kremer inimitabile animatore e solista.
La musica scritta per il grande schermo è presente in modo  massiccio e resa con straordinaria intensità e trasparenza dall’Orchestra Kremerata Baltika: la marcia di Rota per il felliniano 8 e mezzo, lo "Smile" di Charlie Chaplin , il Preludio scritto da Bernard Herrmann per Psycho di Hitchcok, il tango "Ave Maria" scritto da Piazzolla per il film Enrico IV di Marco Bellocchio si alternano al "Bel Danubio Blu" di  Strauss, alla wagneriana “Cavalcata”, alla Sinfonia 40 di Mozart, allo Scherzo di Shostakovich, a un Capriccio di Paganini, alla "Moonlight Seranade" di Miller, al Nokia-Tune (..!... anche denominato Kremerata Ring Tone, eseguito in varie modalità strumentali) fino alla formidabile cadenza composta da Alfred Schnittke per il Concerto per violino di Beethoven.
Particolarmente interessante ci è sembrato l’arrangiamento  per archi e percussioni della colonna sonora per I figli del Capitano Grant di Vladimir Vajnshtok (GUFK, 1936) scritta da Isaak Dunayevsky (1900-1955), un compositore poco noto in occidente e molto apprezzato nella Russia stalinista, perfino dallo stesso dittatore. Malgrado il suo turgido languore melodico, la musica è nell’insieme di piacevole ascolto.
Fenomenale poi quello realizzato per il glorioso Per un pugno di dollari di Morricone trasformato in suggestiva chiave classica in una singolare orchestrazione per due violini, pianoforte, batteria, archi e coro.
Successo travolgente per uno spettacolo grandioso e commovente.

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