The Man from Hillside: intervista a Lionel G. Woodman

Lionel Woodman (a sinistra) insieme a Ennio MorriconeUn'intervista esclusiva al produttore e distributore di colonne sonore italiane

Chi avrebbe mai potuto credere che uno dei maggiori esperti di colonne sonore italiane fosse inglese? Si chiama Lionel G. Woodman, sicuramente un nome tutt’altro che oscuro per gli amanti della musica da film: la Hillside CD Productions, l’azienda da lui fondata a Strood, nel Kent, si occupa della vendita diretta di colonne sonore italiane in CD ed LP e dispone di un catalogo che supera i 900 titoli. Inoltre, insieme al discografico italiano Roberto Zamori, il signor Woodman è da diversi anni produttore per la GDM Music, la nota etichetta romana specializzata nel settore, della quale è anche uno dei distributori esclusivi. Da questa collaborazione è nata la “Hillside Series”, la collana dedicata al recupero di gemme musicali semisconosciute come All’ultimo sangue di Nico Fidenco, Love Birds di Bruno Nicolai, Per pochi dollari ancora di Gianni Ferrio, 1000 dollari sul nero di Michele Lacerenza, La lunga notte dei disertori di Stelvio Cipriani e molte altre. Insomma un vero appassionato di colonne sonore non può assolutamente mancare di dare almeno un’occhiata al sito della Hillside CD Productions (www.hillside-cd.co.uk), né deve dimenticarsi di inserire nella propria rubrica l’indirizzo di posta elettronica del titolare, un vero pozzo di scienza in materia (enquiries@hillside-cd.co.uk). 
Con cortesia tutta britannica, il signor Woodman si è reso disponibile per una breve intervista nella quale ci ha parlato non solo delle origini e delle caratteristiche della sua attività commerciale, ma anche della sua esperienza nell’ambito della produzione discografica, non nascondendo, a tal proposito, qualche preoccupazione per l’attuale crisi economica.

ColonneSonore: Signor Woodman, può dirci come è nata la sua passione per la musica da film italiana?

Lionel Woodman: Certamente. Ricordo che un giorno, credo fosse il 1965, mio fratello David mi consigliò di andare a vedere uno strano western italiano dal commento musicale del tutto inusuale. Il suo titolo era Per un pugno di dollari. Quando lo vidi, rimasi subito impressionato proprio dalla colonna sonora, molto diversa da tutte le altre da me ascoltate in precedenza. Da quel momento iniziai ad appassionarmi a questo genere di musica e mi misi alla ricerca sia delle composizioni firmate da Ennio Morricone sia di altri western italiani scritti da altri compositori.

CS: In che modo la passione è diventata una professione?

LW: Stavo studiando al College of Law di Londra per diventare avvocato e intanto lavoravo con mio padre, anch’egli avvocato. In realtà trovavo questa professione poco stimolante e quando mi recavo a Londra o in altre città per questioni legate all’attività dello studio legale, non mancavo mai di entrare nei negozi di dischi per comprare colonne sonore di compositori come Jerry Goldsmith, John Barry, Alex North, John Williams etc. che generalmente scambiavo con quelle italiane, contattando direttamente gli appassionati in Italia. Qualche tempo dopo, nei tardi anni Settanta, mi resi conto di avere molti di questi dischi in eccedenza e così cominciai a venderli. A quel tempo nacque la mia prima attività commerciale chiamata “Soundtrack Deletions”, che infatti era principalmente rivolta alla vendita di colonne sonore in LP e 45’’ giri ormai fuori catalogo (il termine inglese “deletion” significa in questo caso “articoli fuori produzione”, nda).

Lionel Woodman (a destra) in compagnia di Alessandro AlessandroniCS: Da quanto tempo dunque si occupa professionalmente di colonne sonore italiane?

LW: 
Nel corso degli anni, ho fatto amicizia col professor Zamori ed è stato con lui che nel 1993 ho prodotto per l’etichetta Hexacord la mia prima colonna sonora in assoluto: si trattava di Keoma, composta dai fratelli De Angelis. Nello stesso periodo è nata la “Hillside CD Productions” sempre in collaborazione con il mio grande amico e collega Roberto Zamori. La mia prima produzione con la GDM Music è stata invece Maddalena di Ennio Morricone e risale al 1994.

CS: Potrebbe descriverci le diverse fasi della produzione di un CD?

LW: La scelta dei titoli è sempre mia. Generalmente non seguo criteri di completezza, nel senso che il mio obiettivo non è quello di pubblicare l’opera omnia di un autore o di un genere; mi limito semplicemente ad individuare le composizioni che più mi piacciono: questa è la prima fase. Successivamente bisogna verificare l’esistenza dei nastri originali e rintracciare i proprietari dei diritti d’autore: di tali incombenze si occupa Roberto Zamori. Una volta risolti questi problemi, si passa direttamente alla produzione concreta del CD, che può richiedere un tempo di uno o due mesi.

CS: Quali difficoltà si possono incontrare nel produrre un CD?

LW: Per quanto riguarda gli aspetti di cui mi occupo personalmente, non ci sono particolari difficoltà ma credo che se tu rivolgessi la stessa domanda a Roberto Zamori, potrebbe darti una risposta molto diversa!

CS: È difficile trovare i nastri originali di una colonna sonora negli archivi italiani?

LW: Devo dire che molti di questi nastri sono andati irrimediabilmente perduti, ma se sono depositati presso la GDM o la CAM, normalmente non sussistono grossi problemi. A volte le difficoltà nascono dal fatto che la stessa colonna sonora ha più proprietari.

CS: È complicato ottenere una licenza di stampa di un CD?

LW: Tutte le mie produzioni vengono fatte in Italia e ottenere le licenze è generalmente agevole, anche di questo si occupa Roberto Zamori.

CS: Contrariamente alla tendenza generale, il CD originale sembra essere ancora insostituibile per i collezionisti di colonne sonore. Come vede il suo futuro nell’ambito del mercato musicale?

LW: In effetti il CD ha ancora successo tra i collezionisti, ma solo in quantità ridotte: è per questo che tutte le mie produzioni sono al momento limitate ad un numero di 500 copie. Infatti le vendite dei CD sono costantemente in calo in tutto il mondo ed oggi come oggi è meglio stampare solo le copie che si è sicuri di vendere. In questo modo una produzione, di solito piuttosto costosa, può sostenere quella successiva.

CS: Le colonne sonore italiane sono molto popolari nel mondo?

LW: Riscuotono molto successo ovunque e infatti ho clienti in tutto il mondo. In Giappone, ad esempio, c’è un fortissimo interesse per i western italiani.

CS: A questo proposito, tra le sue produzioni e nel suo catalogo ci sono molti western all’italiana e, a giudicare anche dalla grafica del suo sito, è un genere che lei apprezza più di altri. Potrebbe spiegarcene le ragioni?

LW: Semplicemente perché ritengo che abbia espresso il meglio della musica italiana dedicata al cinema e la caratterizzi profondamente. Devo anche ammettere però che è un genere che vende sempre molto bene. Naturalmente ci sono molte altre colonne sonore che vorrei produrre e che non sono dei western, in particolare quelle di Gianni Marchetti, a mio giudizio uno dei più grandi compositori.

CS: Qual è la principale differenza tra le colonne sonore dei western all’italiana e quelle dei western americani?

LW: C’è un’enorme differenza: i western americani tendono ad essere molto sinfonici ed oggi risultano piuttosto datati all’ascolto; d’altro canto quelli italiani, generalmente eseguiti da un numero limitato di strumenti dai suoni individuali molto marcati come il fischio, la voce femminile, il coro, la chitarra elettrica, la tromba etc., mantengono tuttora freschezza ed attualità.

CS: Bill il taciturno di Berto Pisano, Garringo di Marcello Giombini e Sei già cadavere amigo… Ti cerca Garringo! di Enrique Escobar sono tre esempi a caso di grandi colonne sonore western mai pubblicate e potrei continuare citandone altre. A suo avviso sono ancora molti i western all’italiana le cui colonne sonore meriterebbero di essere sottratte a un probabile oblio attraverso una pubblicazione su CD?

LW: Effettivamente sarebbero moltissime, importanti come quelle che hai menzionato, ma pare che per parecchie di esse i nastri originali siano andati perduti per sempre. Ad esempio, sarei stato ben lieto di produrre uno score come Tre pistole contro Cesare di Marcello Giombini, ma dopo lunghe ricerche ho scoperto che i relativi nastri erano stati distrutti. Stesso destino, almeno così sembra, per quelli di Diamante Lobo di Sante M. Romitelli, anch’essa una straordinaria colonna sonora. Un vero peccato!

Lionel Woodman (a sinistra) in compagnia di Alessandro AlessandroniCS: Chi sono i suoi preferiti  tra i compositori italiani?

LW: I miei preferiti sono Gianni Marchetti, Stelvio Cipriani, Bruno Nicolai, Ennio Morricone, Marcello Giombini, Berto Pisano, Armando Trovajoli, Nico Fidenco, Gianni Dell’Orso, Giacomo Dell’Orso, Carlo Savina, Alessandro Alessandroni, Luis Bacalov, Roberto Pregadio, Francesco De Masi, Nino Oliviero, Nora Orlandi, Michele Lacerenza, Robby Poitevin, Gianni Ferrio.

CS: Praticamente, quasi tutti!

LW: Già!

CS: Quale evoluzione ha potuto cogliere nelle OST italiane dal periodo d’oro degli anni Sessanta fino ad oggi?

LW: Mi pare di poter dire che purtroppo quello è stato un periodo irripetibile. Confesso che non amo molto la musica di oggi, tranne, s’intende, qualche rara eccezione. A mio avviso, c’è stato un progressivo peggioramento a partire all’incirca dal 1980 in avanti.

CS: Quali colonne sonore le sarebbe piaciuto produrre?

LW: 
Probabilmente alcuni lavori di Ennio Morricone come Navajo Joe, Roma come Chicago, Un fiume di dollari, tutti in versione stereo.

CS: Una curiosità: il nome della sua azienda deriva da quello dell’edificio in cui essa ha sede, “Hillside House”. Quest’ultima è una costruzione molto antica?

LW: Hillside House è un edificio costruito con le pietre ricavate da un ponte di epoca medievale, il Rochester Bridge, che fu demolito nel 1854 da John Howell Ball. Nel 1866 Hillside House divenne appunto la sua dimora privata.

CS: Per concludere, venendo ai suoi progetti futuri, può dare qualche anticipazione ai lettori di Colonne Sonore?

LW: Purtroppo non sono in grado di farlo perché ho sospeso tutte le produzioni a causa della sfavorevole congiuntura economica attuale e della conseguente costante perdita di valore della Sterlina rispetto all’Euro. Dunque al momento non ho più convenienza ad attivarne di nuove, ma riprenderò sicuramente non appena la situazione tenderà a migliorare.

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