Luci, Motore… Musica! Intervista a Keith Lockhart

Keith Lockhart and the Boston Pops (Photo by Stu Rosner)

Conversazione con il direttore musicale della Boston Pops Orchestra sul suo nuovo CD interamente dedicato alla musica di John Williams

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John Williams e Keith LockhartNell’anno del suo ottantacinquesimo compleanno, il leggendario compositore John Williams ha ricevuto un regalo speciale da uno dei suoi più stimati colleghi ed amici: Keith Lockhart, direttore principale della Boston Pops Orchestra, ha recentemente pubblicato un nuovo album intitolato Lights, Camera, Music! Six Decades of John Williams. Il CD (uscito per l’etichetta indipendente dell’orchestra, BSO Classics) è un vero e proprio viaggio meraviglioso attraverso alcune delle pagine filmiche meno celebri del grande compositore scritte nell’arco degli ultimi 50 anni. Il risultato è una collezione spettacolare che mostra le capacità mimetiche e la versatilità stilistica di Williams come compositore cinematografico, mettendo per un momento sotto i riflettori le sue partiture meno conosciute, ma non per questo meno interessanti rispetto a quelle più famose.

Abbiamo incontrato il M° Keith Lockhart per parlare di questo CD, ma anche delle sue riflessioni riguardo la musica di Williams e del suo ruolo di direttore d’orchestra di una delle più importanti istituzioni musicali degli Stati Uniti.

ColonneSonore: Maestro Lockhart, cominciamo la nostra conversazione parlando del nuovo CD, Lights, Camera, Music! Six Decades of John Williams. Come è nata l’idea di questo album e quali erano gli obiettivi di questo progetto discografico?

Keith Lockhart: Io e l’orchestra stavamo parlando su come celebrare John per il suo ottantacinquesimo compleanno e ci siamo resi conto che questo sarebbe stato il primo album di musica di Williams eseguito dai Pops ma non diretto da lui. Gran parte della sua musica è stata registrata, alcune pagine davvero tante volte. In Lights, Camera, Music volevamo concentrarci sulla musica che non era mai stata incisa e che non fosse familiare per il nostro pubblico. Inoltre volevamo, per quanto possibile, che il CD riflettesse l’incredibile varietà della musica di John nel corso dell’ultimo mezzo secolo.

CS: L’album è in tal senso un magnifico viaggio attraverso la carriera di Williams e ricopre sei decenni della sua attività per l’industria cinematografica, dai suoi primi lavori come arrangiatore fino ai più recenti blockbuster come Il risveglio della forza. Tuttavia, il CD è dedicato in prevalenza a brani tratti da partiture come Heidi, Goodbye Mr. Chips e L’inferno di cristallo, per citare alcuni titoli. Come e perché ha selezionato questi pezzi?

KL: Alcune scelte sono state dettate per ragioni di cronologia. Volevamo che fossero presenti almeno un paio di selezioni da ciascuna delle sei decadi della sua attività come compositore di musica per film. Abbiamo ascoltato moltissime pagine e abbiamo infine scelto quelle che secondo noi raccontavamo al meglio la sua storia. E poi abbiamo iniziato la ricerca dei materiali delle pagine più vecchie… e in alcuni casi non è stato affatto facile!

CS: C’è una pagina in particolare che predilige tra quelle registrate per questo album?

KL: Mi piacciono particolarmente “Reunion and Finale” da Sleepers e l’Overture da L’inferno di cristallo. Ma davvero, mi piacciono tutti i pezzi dell’album!

Keith Lockhart conducts the Boston Pops (Photo by Marco Borggreve)

CS: John Williams è stato coinvolto direttamente in questo progetto? Vi ha fornito i manoscritti e le partiture dei pezzi che non sono ufficialmente pubblicati dal suo editore Hal Leonard?

KL: Abbiamo coinvolto diverse persone nella ricerca dei pezzi non pubblicati. John aveva alcuni materiali nel suo archivio personale, molti dei quali hanno dovuto essere nuovamente trascritti dalle partiture autografe oppure ricostruiti usando le parti delle sessioni originali e i suoi appunti. L’archivista di John e il copista Mark Graham dell’agenzia Jo Ann Kane Music Service ci hanno aiutato a trovare e recuperare diversi pezzi.

CS: Ci sono dei brani che avrebbe voluto registrare per questo album ma di cui non è stato possibile trovare il materiale?

KL: Abbiamo provato a cercare alcuni pezzi dalle partiture della fine degli anni ’50, ma gran parte di quel materiale purtroppo sembra totalmente perduto. Altre selezioni invece non sembravano adatte a questo progetto, oppure non erano di natura prettamente orchestrale.

CS: L’album è un bell’esempio della versatilità di Williams come compositore e delle sue qualità quasi camaleontiche. Sembra davvero in grado di scrivere in qualunque stile e forma. Tuttavia, la voce personale è sempre molto chiara e identificabile. Quali sono le ragioni principali per cui Williams ci “suona” sempre riconoscibile?

KL: Ci sono alcune sue “firme” che possiamo trovare un po’ dappertutto… ogni compositore con una voce riconoscibile ha questo genere di tratti. Tuttavia, direi che la cosa più singolare nella musica di John è la capacità di entrare nell’anima del film per quale scrive. Non mi vengono in mente molti altri compositori in grado di scrivere, ad esempio, sia Star Wars che Schindler’s List. E dunque non è tanto la sua voce che sento in quelle due partiture, quanto piuttosto l’anima del film che si esprime attraverso la musica.

Keith Lockhart conducts the Boston Pops (Photo by Winslow Townson)

CS: La musica di Williams sembra fondere due differenti anime: la grande tradizione musicale europea e un sincero spirito American. Il modo in cui unisce questi due mondi ricorda quello che Leonard Bernstein e Aaron Copland hanno fatto prima di lui. Quale pensa sarà il posto che la Storia della Musica riserverà a John Williams?

KL: La musica per film è la vera novità musicale del Ventesimo secolo, oltre che la prima vera nuova piattaforma per l’espressione sinfonica che abbiamo avuto negli ultimi duecento anni. John ha perfezionato questo genere al punto che probabilmente non ci sarà mai nessun altro come lui. E’ il successore e il diretto discendente dei grandi compositori dell’epoca d’oro di Hollywood come Waxman, Steiner, Korngold… e si è inserito nel solco e nell’eredità di compositori come Copland, Gerhswin e Bernstein.

CS: Quanto è importante eseguire e registrare le pagine meno conosciute di Williams, oltre a quelle più celebri?

KL: Credo sia importante per dare un quadro completo del contributo che John ha dato al genere della musica per film, oltre che portare gli appassionati che conoscono solo le sue musiche più note verso un viaggio di scoperta. E non importa quanto belle siano le sue colonne sonore più famose, esiste la possibilità di sciuparle… Sarebbe uguale la nostra ammirazione per Beethoven se suonassimo soltanto la Quinta e la Nona Sinfonia?

CS: Lei è diventato direttore principale dei Boston Pops nel 1995, dopo 13 anni di conduzione di Williams ed è il loro “capitano” da allora. Williams le diede qualche suggerimento quando Lei accettò l’incarico? Era spaventato ad entrare a far parte di questa grande icona della musica americana come i Pops?

KL: Non saprei se “spaventato” sia la parola giusta, ma ero certamente consapevole che stavo per entrare a far parte di qualcosa di grande. Il consiglio di John fu di non avere fretta e di non spendere subito le mie energie per tentare di rendere “miei” i Pops. Mi disse di concentrarmi soprattutto ad essere un buon ambasciatore di questa incredibile tradizione e di permettere al cambiamento di avvenire con calma e in modo organico. Ce l’ho messa tutta per seguire il suo consiglio.

CS: E noi crediamo che Lei ce l’abbia fatta. In tal senso, qual è la Sua visione dei Boston Pops nel 21° secolo? Quanto è importante mantenere il repertorio vivace includendo nuove proposte e formati senza dimenticare la tradizione?

KL: La nostra sfida continua e la nostra missione sono di offrire grande musica per orchestra al più vasto pubblico possibile, sia i classici del nostro repertorio che musica differente arrangiata per orchestra appositamente dai Boston Pops. E’ la stessa sfida che c’era 50 anni fa, ma ovviamente le persone oggi sono diverse, così come sono cambiati i loro gusti musicali. Cerchiamo sempre di avere un piede ben piantato nella tradizione e un altro nella contemporaneità.

Keith Lockhart and the Boston Pops (Photo by Winslow Townson)

CS: Da questo punto di vista, qual è la Sua opinione sul formato dei film concerts che sta esplodendo in tutto il mondo? Lei ha diretto diverse partiture di Williams come I predatori dell’arca perduta, E.T e la premiere mondiale de Lo squalo. Ritiene che questo sia il modo migliore per presentare la musica per film in sala da concerto o pensa che sia altrettanto importante continuare ad eseguire brani cinematografici senza alcun ausilio delle immagini?

KL: Il fenomeno dei film concerts sta portando tanto nuovo pubblico nelle sale da concerto. In generale sono favorevole a questo formato, sebbene il successo sia tale che alcuni dei film che vengono presentati non abbiano a mio parere partiture davvero degne di tutta questa attenzione (ovviamente quelle di John non rientrano in questa categoria!). Credo sia un modo affascinante per concentrarsi sul ruolo della musica all’interno del film, anche quando si tratta di un film che si conosce molto bene. Dopotutto, questa è la natura della musica per film. Ma non smetterei mai di eseguire musica per film in forma da concerto… viviamo in una società che è sin troppo concentrata sull’aspetto visivo e tutti noi abbiamo bisogno di imparare ad ascoltare… ed ascoltare bene!

Keith Lockhart conducts Jaws Live to Picture (Photo by Hilary Scott)

CS: Per chiudere la nostra conversazione, ci piacerebbe porre alla sua attenzione un brano di John Williams che ci auguriamo Lei possa ritrovare ed eseguire con i Boston Pops. Si tratta di The Esplanade Overture e fu composto nel 1983 appositamente per i Pops. Williams lo diresse diverse volte in quegli anni, ma è da parecchio tempo che non viene più eseguito. Potrebbe essere un bell’estratto da inserire in un secondo volume di Lights, Camera, Music!

KL: Approfondirò, grazie della segnalazione! Quest’anno abbiamo “riscoperto” un altro pezzo raro, Pops on the March, che John scrisse per i Pops nel 1981.

CS: Sì, è stato molto emozionante ascoltarlo dal vivo durante il concerto a Boston lo scorso Maggio! Maestro Lockhart, grazie davvero per il tempo che ci ha dedicato!

KL: Grazie a voi!

Un ringraziamento speciale a Amanda Severin e Taryn Lott (BSO Press Office) per l'aiuto e il supporto. Le immagini del M° Lockhart sono di proprieta di BSO, utilizzo su autorizzazione.

Keith Lockhart with the Boston Pops (Photo by Winslow Townson)

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