Musicando La Terza Madre: Intervista a Claudio Simonetti

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Claudio Simonetti non ha certo bisogno di presentazioni. Un compositore e un musicista che, pur cimentandosi in esperienze musicali diversissime fra loro, ha da sempre mostrato una particolare predisposizione ed attrazione per la colonna sonora. Legando in maniera indissolubile la sua carriera artistica a quella del maestro del brivido, il regista Dario Argento.

Simonetti ha da poco composto e registrato la nuova colonna sonora del film di Argento La terza madre, l’ultimo della trilogia horror iniziata nel 1977 con Suspiria e il successivo Inferno (1980) e che sarà nelle sale dal 31 ottobre. A missaggio ultimato, negli studi di Cinecittà, e durato ben oltre un mese, lo abbiamo intervistato “a caldo”, per darci qualche anticipazione in esclusiva sul film e parlarci in maniera più approfondita della sua nuova score.
Colonne Sonore: Claudio, hai avvertito una maggiore responsabilità nel comporre la colonna sonora di un film come La terza madre, che è, indubbiamente, una delle tappe più importanti nella filmografia di Dario Argento?

Claudio Simonetti: Devo ammettere che inizialmente ho avvertito una grande responsabilità nel comporre le musiche de La terza madre soprattutto calcolando che era un film molto atteso ed importante e che aveva già due illustri precedenti:  Suspiria e Inferno (tutti e due con grandissime e famose colonne sonore). Superato questo momento iniziale mi sono poi dedicato, con grande entusiasmo e soddisfazione, completamente a questo lavoro durato quasi  4 mesi tra pre-produzione e registrazione.

CS: Cosa ti sei portato dietro dell’esperienza di Suspiria (il primo film della trilogia delle tre madri) con i Goblin? Ti senti ancora, un po’ come allora, una sorta di pioniere e sperimentatore?

CS: Questa volta ho messo da parte il mio pionierismo anche perché oggi è difficile percorrere nuove strade rispetto a 30 anni fa. Anzi, questa volta, ho fatto un ritorno al passato. Visti i miei studi al conservatorio sono tornato al mio primo amore, la musica classica. Quindi questa volta niente musica rock o elettronica ma solo musica con grande orchestra e cori (anche se ho usato alcuni suoni elettronici qui e là). Oltretutto, come potrai vedere,  la tipologia del film richiedeva proprio questo tipo di musica e devo dire che anche Dario ha condiviso questo pensiero con me al 100% fin dall’inizio. Siamo tutti e due molto soddisfatti del lavoro anche per il missaggio finale del film che è stato fatto a regola d’arte, con grande impegno.

CS: C’è qualche riferimento (musicalmente parlando) in questo tuo nuovo lavoro alla storica esperienza precedente?

CS: Non c’è nessun riferimento al passato, nessun richiamo nè alla musica dei Goblin né a quella di Keith Emerson. Forse c’è sicuramente qualche riferimento alla musica classica del passato, d’altronde è anche quella che ha condizionato quasi tutti gli attuali musicisti di colonne sonore che provengono da studi classici (John Williams, Jerry Goldsmith, ecc.).

interviste_argento.jpgCS: Anche Inferno, a mio parere, è stata un’ottima colonna sonora. E il film ne ha tratto sicuramente beneficio. Il fatto di doverti confrontare con un personaggio-mito della musica, Keith Emerson, un artista, che è risaputo, stimi molto, ti ha un po’ inibito durante la fase creativa o è stato un ulteriore stimolo?

CS: La colonna sonora di Inferno è bellissima e poi è stata scritta da uno dei miei miti: Keith Emerson. Però,  nonostante questo, non mi sono affatto sentito inibito a scrivere la musica de La terza madre, anzi è stato uno stimolo a fare del mio meglio. Ormai sono molti anni che lavoro con Dario (questo è il 13° film con lui) e ho acquistato molta più sicurezza. Negli ultimi due anni, dopo Il cartaio, ho fatto altri due film con Argento: Jenifer e Pelts della serie americana Masters of Horror dove anche li ho usato l’orchestra piuttosto che il gruppo rock o l’elettronica. Ho avuto molte soddisfazioni da Jenifer, oltretutto è stato l’episodio che ha avuto più successo di tutta la serie, ha venduto più di 1.100.000 DVD solo in USA.

CS: Mi raccontavano di averti visto più volte sul set de La terza madre con una videocamera per “catturare” delle immagini e raccoglierne le sensazioni da trasferire nel tuo nuovo lavoro.  E’ un metodo che hai utilizzato già in passato?

CS: Andare sul set mi piace molto. Però ho girato i miei “backstage personali” solo per divertimento e per avere un ricordo della lavorazione. In realtà filmare personalmente il set non è che mi serva molto ai fini compositivi mentre invece lo stare lì, vivere le emozioni dal vivo ed entrare nello spirito del film, mi ispira molto per la creazione della musica.

CS: Passiamo ad analizzare più da vicino questo tuo nuovo lavoro con Argento. Innanzitutto parlaci dello stile. Sarà classicheggiante (in Jenifer, mi sembra avessi intrapreso felicemente questa strada), etnico (come in  Suspiria, ma anche in Pelts), hi-tech (come ne Il cartaio) o esplori nuove sonorità, affacciandoti ad altri generi musicali?

CS: La musica de La terza madre è tutta classica. Ho usato un’orchestra (la D.I.M.I. di Roma) formata da archi, percussioni, fiati e un coro (la NOVA LIRICA) di 18 elementi. Ho usato anche qualche suono elettronico in qualche brano, ma molto poco rispetto al passato. Ho cercato di scrivere e arrangiare l’orchestra in modo abbastanza imponente, in stile “colossal” dei vecchi tempi. Era una cosa che volevo fare già da tempo.

CS: Quali strumenti predominano in questa colonna sonora?

CS: Già dai titoli di testa, con il  coro che canta "Mater lacrimarum", si capisce quale possa essere poi la musica del film. Sicuramente gli strumenti predominanti sono gli archi anche se i fiati e le percussioni fanno la loro bella figura.

intervista_daemonia.jpgCS: Quanti brani hai composto precisamente?

Il film è composto da 49 M (M è il nome tecnico usato per definire un brano musicale applicato ad una scena) e, diversamente da Suspiria, dove lo stesso brano veniva spesso ripetuto, qui ogni scena ha la sua musica, diversa dalle altre (anche se più o meno nello stesso stile). L’unico brano differente dal resto della colonna è il pezzo che ho scritto per i titoli di coda: Mater lacrimarum eseguita da me con i Daemonia e cantato da un illustre ospite: Dani Filth (che ha anche scritto il testo), il cantante dei Cradle of Filth.

CS: E quanti ne sono stati inseriti nel film?

CS: Tutti!

CS: Giorgio Gaslini, nel corso di un’intervista, mi disse che, secondo lui, il cinema è la più importante scuola per un musicista. Concordi con la sua affermazione? E ritieni che la colonna sonora sia ancora terreno fertile per proporre qualcosa di musicalmente nuovo?

CS: Gaslini ha proprio ragione. Scrivere musica per il cinema ti  apre la mente e ti dà la possibilità di spaziare in vari generi. E’ sicuramente l’esperienza più bella e gratificante che un musicista possa avere!

CS: Grazie. E in bocca al lupo per il tuo lavoro

CS: Ringrazio te e gli amici di ColonneSonore!

 

Un ringraziamento speciale a Claudio Simonetti

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