“Una grande lezione di musica per film” – Parte Diciottesima

“Una grande lezione di musica per film” – Parte Diciottesima

Colonne Sonore, per restituire una reale risposta alle molteplici domande di giovani lettori che stanno studiando composizione e che desidererebbero in futuro diventare compositori di musica applicata alle immagini, ha deciso di farsi assistere da coloro i quali vivono in prima persona l’Ottava Arte e la realizzazione di musica per film e serie, chiedendo ai compositori stessi di rispondere a sei domande che la nostra redazione ha ritenuto interessanti e appaganti sul come diventare autori di musica per film.
Di seguito, quindi, le sei identiche domande a cui molti compositori italiani e stranieri hanno risposto per sostenere i futuri giovani colleghi che si raffronteranno con la Settima Arte e la sua musica.

 

Domande:

1) Che metodologia usate nell’approcciarvi alla creazione di una colonna sonora?

2) Qualora non abbiate la possibilità, per motivi di budget o semplicemente vostri creativi, di usare un organico orchestrale, come vi ponete e quali sono le tecnologie che vi vengono maggiormente in aiuto per portare a compimento un’intera colonna sonora?

3) Descriveteci l’iter che vi porta dalla sceneggiatura alla partitura finale, soprattutto passando per il rapporto diretto con il regista e il montatore che talvolta usano la famigerata temp track sul premontato del loro film, prima di ascoltare la vostra musica originale?

4) Avete una vostra score che vi ha creato particolari difficoltà compositive? Se sì, qual è e come avete risolto l’inghippo?

5) Come siete diventati compositori di musica per film e perchè?

6) Che importanza ha per voi vedere pubblicata una vostra colonna sonora su CD fisico oggi che sempre di più si pensa direttamente al digital download?



Gian Luca Nigro (compositore di Versipellis, The Pit and the Pendulum, Socialmente pericolosi)

1)    Non so se si possa definire una vera e propria metodologia ma nell’approccio alla creazione di una colonna sonora lascio che sia il progetto a mandarmi i primissimi input. Diciamo che di solito inizio leggendo la sceneggiatura (ed eventualmente il libro che ha ispirato il film) in modo da individuare e tracciare i singoli personaggi. Questa è una fase nella quale comincio a immaginare quali potrebbero essere i temi o le sonorità caratterizzanti da associare a precisi momenti o mood della colonna sonora. Il secondo step generalmente avviene al pianoforte, dove provo a suonare e registrare qualche tema, lasciandomi guidare per di più dall’istinto e dalle emozioni che sto vivendo. Infatti, in ogni progetto ci sono sempre delle scene o dei punti che mi stimolano di più ed è proprio da quelli che tendo a partire per la composizione.

2) La mia esperienza di compositore per programmi televisivi mi ha in qualche modo abituato a dover ricorrere all’utilizzo di orchestre e suoni campionati, sia per questioni di budget che per questioni di tempi. C’è da dire che in questi casi il lavoro diventa leggermente più tecnico e richiede un impegno più accurato in fase di mix. I software che uso di solito sono Logic X e Cubase, trovo che permettano di ottenere ottimi risultati sia nella fase di composizione che in quella di mix. C’è da dire che, fortunatamente, queste tecnologie offrono la possibilità di ottenere un livello di realismo ed espressività davvero sorprendente ma che, altrettanto fortunatamente, non saranno mai in grado di sostituire l’anima profonda, unica e sfaccettata di un musicista o addirittura di un’orchestra. Proprio per questo motivo, ogni volta che ne ho la possibilità, cerco di preventivare dei turni di registrazione in studio.

3) Mi è capitato spesso di ritrovarmi a lavorare con le famose “temp track” ed è successo più di una volta che mi sia preso la libertà di stravolgerle per adattarle alla mia personale visione delle scene. Ciò nonostante, in linea generale, la reputo una tecnica utilissima, non solo per chi si occupa della fase del montaggio ma anche per i compositori perché, in questo modo, si ha un’idea più precisa di ciò che il regista ha immaginato e vorrebbe ottenere dalla musica. Infatti, dovendo descrivere l’iter che mi porta alla partitura finale, direi che il tutto passa ovviamente e inevitabilmente attraverso un costante confronto con il regista, i montatori e, nel caso delle produzioni TV, con gli autori. Man mano che la colonna sonora prende forma, condivido con loro ogni più piccolo passo della lavorazione, rendendoli partecipi della composizione e affidandomi alla loro visione del prodotto, che di regola è più ampia.

4) Magari sarà strano a dirsi ma finora non ho mai vissuto grossi ostacoli compositivi…anzi, anche nei periodi di maggiore stress o difficoltà, la musica ha sempre rappresentato per me una sorta di rifugio, una dimensione in cui poter staccare da tutto e vivere momenti di totale libertà e creatività. Credo però che, laddove dovesse capitarmi, probabilmente gestirei il problema spostando momentaneamente l’attenzione. Infatti sono profondamente convinto che l’ispirazione non possa e non debba essere forzata, a volte basta anche solo allontanarsi qualche ora da un progetto per ritrovare un approccio differente e più centrato.

5) Il mio rapporto con la musica è iniziato per puro caso: avevo dieci anni e durante una gita in montagna con la mia famiglia, sono rimasto letteralmente rapito dal suono (oggi orribile!) di una piccola tastiera che un mio zio aveva portato con sè. Da quel giorno il mio sogno e il mio obiettivo è stato sempre e comunque quello di comporre musica e devo ammettere che, nel corso della mia vita, ci sono stati molti episodi ed esperienze che mi hanno spinto a credere sempre più che fosse proprio questa la strada da intraprendere. Dopo il conservatorio, come molti, ho iniziato a suonare in una band, i Goyah, poi, trasferitomi a Milano, ho cominciato a lavorare come consulente musicale per programmi televisivi. Durante questi anni ho sempre dedicato tempo e impegno alla composizione, continuando a studiare e collaborando ai più svariati progetti, dai cartoni animati, alle pubblicità, alle sigle TV, ai cortometraggi, fino alle colonne sonore per il cinema. Sinceramente mi reputo una persona piuttosto fortunata perché ritengo che, oggi come oggi, per la nostra generazione sia un raro privilegio quello di fare della propria passione un lavoro.

6) Per quanto io stesso compri in maggior parte musica digitale, penso che la sensazione di sentire al tatto il CD di una propria creazione resti magica. Nel gesto di scegliere e far partire un CD c’è una sorta di rituale, un’attenzione che si perde quando si clicca frettolosamente su un file o sullo schermo dello Smartphone. D’altro canto, la musica digitale ha il vantaggio di arrivare rapidamente a più persone ed è più facile da promuovere e "mettere in vetrina". Quindi, se è vero che è un’enorme emozione vedere gli scaffali di un negozio esporre i propri CD, riempie altrettanto di orgoglio vedere il proprio nome apparire nel web sui principali Digital Store.



Lara Ingrosso (compositrice di Respiro)

1) Mi sono avvicinata al mondo della musica per il cinema circa un anno fa, dunque la mia risposta andrà a coinvolgere anche le esperienze relative ad altri generi da cui provengo, come la pop music e il jazz. Per scelta, cerco di conservare e di preservare un approccio alla composizione del tutto istintivo. Ritengo sia importante, dopo aver acquisito o mentre si acquisiscono delle conoscenze tecniche, lasciare che siano latenti nel processo creativo. Quello che impariamo è comunque dentro di noi e guida in qualche modo le nostre scelte, ma ritengo fondamentale e prezioso lasciarmi guidare dalle intuizioni del momento, le quali conferiscono al brano una spontaneità fortemente comunicativa. Inoltre raccolgo quotidianamente spunti di ogni tipo, suggeriti dalla mia fantasia nei più disparati contesti. Si può trattare di una breve melodia per archi o di un ostinato per pianoforte, di un rumore, di una voce lontana… Tutto questo materiale è per me un punto di partenza da cui poi andare a sviluppare l’intera composizione. 
     
2) Accade spesso di non avere il budget necessario a coinvolgere un organico orchestrale, dunque mi sarà facile rispondere. Generalmente si cerca di abbinare l’utilizzo di librerie di suoni (Vienna Symphonic libraries, Kontakt libraries ecc..) a quello di strumenti reali registrati singolarmente. In questo modo si può ottenere un sound complessivamente buono. Per utilizzare le librerie di suoni serve avere e saper utilizzare un software di editing. Personalmente utilizzo Logic Pro X, programma a mio avviso ottimo.

4) Solitamente mi capita di scrivere i brani di getto, partendo da una struttura di base che vado ad arricchire in un secondo momento. Quando non è così, alcune volte è capitato, procedo a piccoli passi, con pazienza e piccoli interventi quotidiani. Di un’opera in particolare la realizzazione è stata più impegnativa, “Discordia”, brano che sono riuscita a completare lavorando ogni giorno, anche quando ero concentrata su altro, anche solo per dieci minuti. D’altronde il titolo dice tutto.

5) Ho iniziato anni fa a studiare composizione moderna e poi mi sono dedicata agli studi di composizione classica. Non ho intrapreso un percorso di studi accademico, ho preferito scegliere i miei insegnanti e definire con loro un percorso didattico specifico, in funzione delle mie esigenze. Parallelamente ho frequentato dei corsi per imparare ad usare Logic Pro X e le suddette librerie di suoni. Mi è difficile individuare il motivo per cui mi sono avvicinata al mondo della musica per il cinema. Ho iniziato ad applicare le mie conoscenze nella musica pop, con il mio progetto “Respiro”, duo violino e voce in cui mi esprimo come performer e come songwriter. Ho sempre nutrito una forte passione per la musica da film ma non ho mai deciso coscientemente di dedicarmi al genere, è semplicemente accaduto.

6) Il supporto fisico ha una bellezza e un fascino che nessun digital store potrà mai offrire, infatti l’attuale tendenza è quella di tornare all’acquisto del disco fisico o addirittura del vinile. D’altro canto, il digital download rende più immediata e ampia la distribuzione del prodotto. Per concludere, credo non si dovrebbe prescindere da nessuno dei due mezzi promozionali; trovo unico e speciale il primo e incredibilmente utile il secondo.  

FINE DICIOTTESIMA PARTE



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