Nostalgia dell’Assoluto: Intervista esclusiva al Duo Gazzana

Nostalgia dell’Assoluto

Il Concerto del Duo Gazzana (Natascia Gazzana, violino e Raffaella Gazzana, pianoforte) in ricordo del regista Andreij Tarkovskij (1932 – 1986) e intervista esclusiva
Nel quadro delle celebrazioni tenutesi a Firenze nel mese di gennaio, in occasione del trentennale della scomparsa dell’indimenticabile artista russo, il giorno 18 u.s. il Duo Gazzana in collaborazione con l’Istituto Internazionale Andreij Tarkovskij ha riproposto, insieme alla voce recitante di Massimiliano Giovannetti, un programma di brani composti da compositori idealmente e spiritualmente vicini alla sensibilità musicale del regista, già eseguito e molto applaudito il 30 ottobre 2015 nella Basilica di San Miniato. Dopo la straordinaria accoglienza lo scorso agosto a Mosca, l’esecuzione delle musiche di Bach, Paert, Silvestrov e Messiaen è stata integrata con alcune delle straordinarie immagini dai film, selezionate e associate con maestria da Andreij Andrejevich Tarkovskij, figlio del regista e presidente dell’Istituto Tarkovskij.

Veramente straordinario l’accostamento della “Sonata in mi maggiore BWV 1016” di Bach con L’Infanzia di Ivan (1962) e di “Thème et Variations” di Messiaen con Sacrificio (1986).
Massimiliano Giovanetti ha letto con appassionato impegno brani tratti dal libro ‘Scolpire il tempo’, in cui il regista esprime le sue profonde considerazioni sull’arte cinematografica. Il libro è stato pubblicato dall’Istituto Tarkovskij nel 2015 in una nuova edizione sottoposta ad una approfondita e severa revisione critica.
In relazione alla valutazione musicale dei brani eseguiti rimandiamo alla nostra recensione su queste pagine del concerto tenuto nell’ottobre 2015 (Leggi reportage)

Intervista esclusiva al Duo Gazzana

Il Duo Gazzana, costituito dalle sorelle Natascia e Raffaella, vanta una solidissima formazione musicale conseguita con maestri di grande prestigio come Bruno Canino, Ruggero Ricci, Yehudi Menhuin, Uto Ughi e Piero Farulli. Svolge un’intensa attività internazionale con concerti tenuti negli USA, Russia, nei principali paesi europei e in estremo oriente. In un repertorio molto articolato ed eclettico grande spazio trovano compositori del ventesimo secolo quali Takemitsu, Messiaen, Dallapiccola, Walton, Schnittke. Alcuni compositori fra cui Valentin Silvestrov, Fabio Maffei e Toenu Koervits hanno dedicato al Duo Gazzana nuove partiture. Il Duo incide per la prestigiosa etichetta tedesca ECM.

Colonne Sonore: Il primo concerto in collaborazione con l’Istituto Tarkovskij è stato quello tenuto il 10 novembre 2009 a Roma all’Ara Pacis con musiche di Paert e Takemitsu associate a letture dalle ‘Miniature’ di Aleksandr Solzenicyn (1918 – 2008). Da quel momento i vostri programmi hanno spesso avuto riferimenti cinematografici soprattutto in relazione a Tarkovskij ma anche a compositori molto presenti nel grande schermo. Possiamo parlare di un feeling particolare?

Duo Gazzana: Si in effetti con il concerto all’Ara Pacis abbiamo intrapreso un percorso molto rivolto all’universo musicale del ventesimo secolo e quindi anche a compositori come Takemitsu, Paert, Silvestrov, Shostakovich o Rota che hanno dedicato molto impegno al grande schermo. In particolare Takemitsu (1930 – 1996) è un autore cui ci sentiamo molto legate come del resto al mondo e alle atmosfere dell’estremo oriente. Ci piace inserire il compositore giapponese anche in programmi russi addirittura per sottolineare la storica attrazione della Russia verso la cultura orientale. Per quanto riguarda il cinema poi Takemitsu è stato molto prolifico avendo composto oltre novanta partiture fra cui vorrei ricordare Ran (1985) di Kurosawa e Pioggia Nera (1989) di Inamura.

CS: Allacciamoci allora a Tarkovskij. Takemitsu ha composto una partitura per violino (o viola) e orchestra d’archi intitolata “Nostalghia” dedicata all’omonimo capolavoro di Tarkovskij. Cosa vi affascina nel linguaggio del compositore giapponese?

DG: Il voler coniugare in modo molto speciale oriente e occidente. Da una parte si allaccia all’impressionismo francese ma anche alle tecniche compositive moderne di un Messiaen e dall’altra al grande universo della tradizione musicale giapponese impiegandone in modo suggestivo strumenti come il biwa.
Un film che ci ha molto colpito anche per la sua bellissima scrittura musicale è La donna di sabbia (1964) di Hiroshi Teshigahara ispirato al romanzo di Abe Koko. Questo era anche uno dei film preferiti di Tarkovskij.

CS: Un altro compositore che ricorre con regolarità nei vostri programmi è Arvo Paert (1935). In questo caso però la sua presenza nello schermo è nella maggior parte dei casi non costituita da OST originali ma dall’impiego di suoi brani preesistenti (“Tabula Rasa”, “Spiegel im Spiegel”, “Fratres”, “Miserere” etc…) da parte dei registi (Tenzig Abuladze, Terence Malick, Michael Moore, Nanni Moretti…).

DG: Di Paert abbiamo in repertorio tutte e tre le composizioni per violino: “Fratres” dedicato al violinista Gidon Kremer, “Passacaglia” e “Spiegel im Spiegel”, dedicato al violinista Vladimir Spivakov che ammiriamo molto per la sua straordinaria tenuta del suono. Spesso poi Paert come compone le sue partiture per diverse formazioni e strumenti. Su “Fratres” per esempio ha realizzato anche una versione per 12 violoncelli (registrato in CD dai 12 violoncelli dei Berliner Philharmoniker per EMI-Warner, Ndr).

CS: Olivier Messiaen, uno dei maggiori compositori del nostro tempo. Affascinante il suo accostamento con le immagini di Offret (Il Sacrificio, 1986), testamento spirituale di Andreij Tarkovskij e la vostra capacità di riprodurre il concetto sonoro ideato dal compositore francese.

DG: Noi nel concerto abbiamo eseguito il primo (“Thème”) e l’ultimo movimento (“Variation V”) della partitura intitolata “Tema e Variazioni per violino e piano” che presenta un’impressionante dilatazione del tempo che pensiamo si associ e riassuma in modo ideale all’interiore tensione drammatica trasmessa dalle immagini del regista. Impressionanti poi sono i tempi metronomici dei due movimenti: il primo parte veloce a 60 con dilatazione massima nel fortissimo a 40 e il secondo legatissimo con 40 di minima. Le notazioni fra violino e pianoforte sono spesso discordanti. Il violino naviga sempre nel ‘fortissimo’, con ffff sugli acuti con qualche inflessione in ‘meno’ o ‘poco meno’.

CS: Come è nata la collaborazione con Valentin Silvestrov (1937)?

DG: Nel nostro primo CD per la ECM abbiamo registrato i “Cinque pezzi” per violino e pianoforte che fanno parte di una più ampia raccolta intitolata “Melodie del momento”. Poi abbiamo avuto l’onore di incontrarlo, ci ha visitato anche a casa e ci ha dedicato successivamente anche i suoi “Quattro Pezzi” per violino e pianoforte.
Abbiamo lavorato insieme a casa per un breve periodo. Straordinaria esperienza. Persona molto minuziosa, le sue indicazioni sulla partitura sono di una precisione maniacale anche nell’utilizzo dei pedali… dopo una iniziale fase serialista ora il suo linguaggio si muove interamente nell’universo tonale e sembra rinnegare totalmente la precedente iniziale esperienza.

CS: Possiamo considerare Silvestrov un compositore neo – romantico?

DG: Penso che ora è come se il compositore ucraino abbia voluto creare e raccogliersi in un proprio universo melodico e poetico – bellissimi i suoi “Silents Songs” per voce e pianoforte, quasi sussurrati, registrati in CD per la ECM – che si muove in un eco di sogni e ricordi con dinamiche ricorrenti di piano e pianissimo. No, non pensiamo il suo linguaggio si possa definire ‘neo – romantico’.
Noi abbiamo tra l’altro alcune sue personali registrazioni di grande interesse eseguite al piano verticale, strumento di grande fascino. Egli ama molto registrarsi.
Il pezzo proposto ieri sera “Hommage à JS Bach”, composto su commissione di Gidon Kremer, è molto interessante. Anche in questo caso è evidente il concetto di eco che lo percorre che rimanda alla “Partita” n. 2 per violino solo. Il compositore ci ha fatto notare in questo caso non siano dominanti i ‘piano’ e i ‘pianissimi’…

CS: Silvestrov ha collaborato in diversi film della regista Kira Muratova (1934). Ne avete visto qualcuno?

DG: Si. Abbiamo visto Melodia per organetto (2009, Nikola Film) e L’Accordatore (2004, Nikola Film), due bellissimi film che invitiamo tutti a vedere, anche se di non facile reperibilità. In particolare nell’Accordatore presentato a Venezia nel 2004 e vincitore nel 2005 del premio Nika (Russia) per la migliore attrice (Renata Litvinova) e per la migliore regia, nella sua suggestiva fotografia in bianco e nero la musica assume un ruolo protagonista, molto ironico e scherzoso negli interventi per piano solo e con chiari rimandi mahleriani nei brani orchestrali.

CS: Il vostro secondo CD registrato per la ECM presenta anche brani di Schnittke e Walton.

DG: Due compositori molto attivi nella musica applicata al grande schermo.

CS: Infatti. A questo riguardo nell’ascolto della “Suite im alten Stil” risalta nella vostra interpretazione il carattere drammatico e l’interiore tensione espressiva rispetto alla maggioranza delle esecuzioni che si limitano a sottolineare il carattere giocoso della partitura.

DG: Qui ti siamo debitrici! In realtà prima di affrontare la registrazione in studio abbiamo studiato i due film di Elem Klimov (1933 – 2003), L’avventura di un dentista (1965, Mosfilm) e Sport, Sport, Sport (1970, Mosfilm) musicati da Schnittke che ha riutilizzato successivamente diversi temi per la stesura della “Suite” in cui quindi confluiscono i variegati accenti trasmessi dai due film: invidia, rassegnazione, isolamento, isteria competitiva, tifo epidemico, allenamenti esasperati, illusiva vanagloria… In questo modo la nostra visione interpretativa ha subito un notevole cambiamento.
Il carattere teoricamente gioioso e della Pantomima e del Minuetto lascia il posto a penetranti tinte ironiche e tristi. Alcune immagini si sono impresse nel nostro inconscio come quella della ginnasta che sottoposta a grande tensione psicofisica scoppia in lacrime prima dell’allenamento o l’inquadratura finale del maratoneta scalzo Abebe Bikila che vola verso una meta invisibile.

CS: Ci parlate del vostro rapporto con Sir William Walton?

Raffaella Gazzana: Qui posso rispondere io che ho fatto la tesi sul compositore inglese in particolare sulla “Toccata”, suo pezzo giovanile che poi abbiamo registrato nel secondo CD.
Walton è stato assai prolifico in campo cinematografico con film di propaganda ma anche con la magnifica collaborazione con Laurence Olivier nella trasposizione di drammi sheakespiriani come Riccardo III, Enrico V e Hamlet.
Composta nel 1923 la “Toccata” è un pezzo particolare dal carattere fortemente virtuosistico e spigoloso che risente di influenze ritmiche jazzistiche da cui il compositore poi si distaccherà. Infatti se paragoniamo la partitura alla successiva “Sonata” per violino e pianoforte notiamo una marcata differenza di linguaggio che assume contorni di evidente melodismo.

CS: Natascia, parlaci del Concerto per violino di Walton.

Natascia Gazzana: Pezzo stupendo. Lo hanno interpretato in modo imponente artisti come Jasha Heifetz o Kyung Wha Chung.
E’ stato composto nel 1939 nel corso di un suo soggiorno a Ravello, presenta un carattere fortemente lirico e un brillante cromatismo. Siamo anche state ospitate da Susanna Walton, consorte del compositore che si occupava del Walton’s Trust, ora purtroppo anche lei scomparsa. Era una donna brillante, vitale, con grande passione per i giardini. Nel 2002, centenario della nascita del compositore, alla presenza del Principe Carlo in visita ufficiale, abbiamo eseguito la “Sonata” per violino e pianoforte nei giardini della Mortella a Ischia, nella proprietà dei coniugi Walton che nel 1947 decisero di stabilirsi nell’isola partenopea. Siamo poi state invitate per diversi anni a tenere concerti in questo magnifico contesto. Susanna Walton ci ha offerto la possibilità di consultare gli archivi e ci ha allo stesso tempo incoraggiato a scoprire la “Toccata” che abbiamo quindi inserito nel nostro repertorio e registrato per la ECM.
Abbiamo anche effettuato una revisione critica della partitura sulla base del manoscritto conservato negli archivi che presenta notevoli differenze rispetto alla stesura riportata sugli spartiti in circolazione. La registrazione discografica è avvenuta sul testo della revisione da noi realizzata.

CS: Progetti futuri?

DG: Siamo state invitate al Ravenna Festival 2017. Presenteremo un omaggio musicale a Tarkovskij, ma senza immagini. Poi torneremo di nuovo a Mosca. Il prossimo febbraio suoniamo di nuovo a Firenze in un programma che include anche l’improvviso “Un diavolo sentimentale” di Nino Rota.

Ringraziamo Raffaella e Natasha per la squisita disponibilità.

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