Intervista esclusiva alla compositrice Alissa Firsova

Nel mondo della musica si tende a settorializzare - Intervista esclusiva alla compositrice Alissa Firsova

Alissa Firsova vive in un contesto familiare artistico molto speciale. Figlia di due affermati compositori Elena Firsova (1950) e Dmitrij Smirnov (1948) trasferitisi in Gran Bretagna dalla Russia agli inizi degli anni novanta, ha un fratello affermato pittore emergente (Philip Firsov).
Fin da giovanissima ha manifestato grandi doti musicali che l’hanno portata a diventare una delle più interessanti personalità artistiche della giovane generazione.

Pianista, compositrice e direttore d’orchestra, Alissa ha ottenuto nel 2001 il primo premio alla BBC Proms – Guardian Young Composer Competition e nel 2009 ha debuttato alla Wigmore Hall a Londra come solista.
Nel 2010 e 2015 i BBC Proms gli hanno commissionato due nuovi lavori, “Bach Allegro” e “Bergen’s Bonfire” eseguiti dalla Royal Philharmonic Orchestra e dalla Bergen Philharmonic Orchestra dirette dal Maestro Andrew Litton. E’ stata invitata come composer in residence a diversi festival fra cui Asiago, Conques e Verbier. Si è esibita con diverse importanti formazioni fra cui il Dante Quartet, i Seattle Chamber Players e la Britten Symphonia. Nel 2014 ha firmato la prima registrazione discografica con il suo brano per coro “Stabat Mater” mentre nel 2015 è avvenuto il debutto come pianista su CD intitolato ‘Russian Emigrés’ che include musiche di Rachmaninoff, Elena Firsova, Dmitrij Smirnov e della stessa Alissa Firsova.

Colonne Sonore: Alissa, ci ritroviamo il giorno successivo alla prima esecuzione assoluta del tuo splendido pezzo “Tennyson Fantasy” per voce recitante e quartetto d’archi (avvenuta il 27.11.2016 nella sala del King’s Place a Londra, ndr).
Quali sono le tue principali fonti di ispirazione? Una è sicuramente la poesia….

Alissa Firsova: Assolutamente. Poi anche l’arte. Tengo a citare un pezzo intitolato “Moonlight over the Sea” per violino solo op. 21 ispirato all’omonimo quadro di Eduard Munch, parte di un imponente progetto dedicato al pittore norvegese che ha coinvolto ben 15 musicisti in occasione di una mostra presentata dal Museo di Tonsberg non lontano da Oslo e vicino alla sua casa a Åsgårdstrand, dove egli ha realizzato diversi dipinti incluso questo.
Mi ricordo che ci hanno portato a visitare la sua casa di sera proprio nell’orario giusto per rivivere le sensazioni; la luna sul mare con i suoi colori, riflessi e sfumature che il pittore ha fissato in modo straordinario sulla tela, in un’atmosfera da sogno, accanto a un bicchiere di vino…
Sono inoltre affascinata dalla natura e dai luoghi. Ho trascorso lunghi periodi in Francia, nel bel borgo di Conques, tappa importante del Cammino di Santiago situato nella regione del Midi-Pyrenée, per la scrittura della partitura “Soleil de Conques per 2 violoncelli e orchestra” e ad Asiago dove ho composto “Asiago Concerto” per piano, violino, violoncello e orchestra, dedicato al suggestivo angolo dell’Italia eseguito in prima mondiale lo scorso agosto all’Asiago Festival (www.asiagofestival.it)

CS: In alcune occasioni ti ha anche ispirato Philip, tuo fratello, pittore emergente di successo…

AF: Assolutamente si. Ad esempio in “Kubla Kahn” (Visione in un sogno) per tenore, bajan, violino e violoncello basato sull’omonimo poema incompiuto di Samuel Taylor Coleridge. Si è trattato di un ‘family project’ dove Philip ha realizzato i dipinti e i miei genitori e io abbiamo composto le musiche per i relativi capitoli.
Poi “La Divina Commedia” presentato in prima assoluta – c’eri anche tu!... – all’Asiago Festival 2015. Le tre parti del capolavoro di Dante sono state musicate per quartetto d’archi da mio padre (Dmitri Smirnov) per l’Inferno, mia madre (Elena Firsova) per il Purgatorio e da me per il Paradiso e quindi associate a tre differenti rappresentazioni pittoriche create da Philip.

CS: Ascoltando le tue composizioni non si può non notare il contrasto fra il tuo linguaggio, sognante, immediato ma anche introspettivo che tende a muoversi nell’universo tonale, e le più complesse e dissonanti costruzioni armoniche che caratterizzano quello dei tuoi genitori… Come reagiscono loro?

AF: Interessante domanda. Devo dire che mio padre ha composto anche alcune partiture in un linguaggio tonale come la sua sonata “Moonlight” per pianoforte, una specie di remake del capolavoro di Beethoven. Ma anche la sua “Prima Sinfonia” presenta accenti romantici. Mia madre tende invece a esprimere un linguaggio più drammatico, che trasmette tensione interiore e dolore mentre mio padre trasmette accenti più diversificati. In effetti io tendo più a seguire l’aspetto musicale più ‘dolce’ di mio padre.

CS: Dopo aver ascoltato “Soleil de Conques” e “Paradiso” all’Asiago Festival e “Bergen’s Bonfire” a Bergen lo scorso anno mi chiedevo se il tuo linguaggio potesse essere considerato ‘neo romantico’. Ieri con l’ascolto della “Tennysin Fantasy” mi sono dovuto ricredere e ho notato una costruzione armonica densa e fortemente espressiva e a tratti spigolosa pur nel suo essere avvolta in una straordinaria trasfigurazione poetica…

AF: In effetti i miei genitori mi hanno confidato che a loro avviso questo è il mio lavoro più profondo e compiuto. Il loro giudizio mi rende ovviamente felice. Non nascondo che è stato estremamente difficile e faticoso comporre questa partitura, con i suoi 22 minuti di durata, finora la mia più lunga. Un vero conflitto con me stessa…. ho trascorso lunghi periodi nel Surrey, nei paesaggi campestri cari a Tennyson che mi hanno aiutato nell’ispirazione, ma ho capito che le migliori realizzazioni sono sempre oggetto di profonda sofferenza. Tornando ai genitori, è vero loro mi rimproverano a volte di essere troppo romantica… pensa che mio padre ha criticato il mio “Concerto per clarinetto” – composto nello stesso periodo di “Paradiso” – giudicandolo troppo hollywoodiano!

CS: Nel corso degli anni hai approfondito un interessante rapporto artistico con il Maestro Andrew Litton (Direttore principale della Bergen Philharmonic Orchestra dal 2003 al 2015, ndr)

AF: Assolutamente. Innanzitutto la collaborazione musicale è nata in occasione del brano “Bach Allegro”, trascrizione per grande orchestra del terzo movimento della “Sonata per viola da gamba BWV 1029” di Bach, commissionatami dai BBC Proms e tenuto a battesimo nell’agosto 2010 a Londra dalla Royal Philharmonic Orchestra da lui diretta. Quindi mi ha offerto l’opportunità di assisterlo – anche nei giorni scorsi - in alcuni suoi concerti a Bergen dalla cui orchestra è venuta la commissione per un pezzo dedicato alla suggestiva città norvegese, in occasione del giubileo dei 250 anni, intitolato “Bergen’s Bonfire” (eseguito il 3 e 4 settembre 2015 a Bergen e in prima mondiale ai Concerti Proms a Londra il 27 agosto 2015, ndr). Poi ci unisce il profondo legame con Mstislav ‘Slava’ Rostropovich (1927 – 2007) che egli considera come un suo secondo padre e di cui negli anni ottanta è stato assistente quando era direttore stabile alla National Symphony Orchestra a Washington. ‘Slava’ è stato molto legato alla mia famiglia. Quando era a Londra eravamo sempre insieme, sia ai suoi concerti che privatamente, ha anche commissionato a mio padre un concerto per violoncello e orchestra. Mi ha sempre dato preziosi, affettuosi consigli in particolare sulla diteggiatura. Mi piace e affascina profondamente il fare musica di Andrew, possiede una vera anima romantica, evoca e ottiene dall’orchestra un sound intenso e voluttuoso. L’orchestra di Bergen lo ama molto e malgrado da quest’anno non sia più il suo direttore principale rimarrà in stretta e intensa relazione. Il prossimo febbraio dirigerà fra l’altro “The Planets” di Gustav Holst e “Star Wars” di John Williams, un suggestivo abbinamento…

CS: Ci puoi dire se c’è un tuo film preferito?

AF: Si. Stalker di Tarkovskij. Le sue immagini profonde, poetiche e visionarie mi affascinano profondamente e mi hanno molto ispirato.
Trovo anche Madre e figlio di Aleksander Sokurov molto bello e commovente. Vorrei anche aggiungere la meravigliosa trasposizione filmica di Bergman del ‘Flauto Magico’ di Mozart, che da adolescente ho visto ripetutamente e che ora è divenuta la mia opera preferita. Sono anche una grande fan di Woody Allen, attore e regista. Un film che ho molto amato è Magic in the Moonlight. Fra i compositori mi piace Ennio Morricone per i suoi splendidi temi melodici, adoro il Leitmotiv di Nuovo Cinema Paradiso… (lo intona magnificamente per alcuni secondi) e poi John Williams, un genio, grande orchestratore ispirato da grandi compositori come Richard Strauss e Sergej Prokof’ev, ha contribuito con l’immediatezza del suo linguaggio a far riscoprire a tante persone il genere classico-sinfonico. Vorrei aggiungere anche Hans Zimmer…

CS: Musicheresti un film muto?

AF: Si, mi piacerebbe molto, sia un film della tradizione che un nuovo esperimento come The Artist, che mi ha molto colpito anche nella sua colonna sonora (composta da Loudovic Bource, ndr).
Un film muto da in teoria molta libertà espressiva e questo mi galvanizza…
Nel mondo della musica purtroppo si tende a settorializzare, cosa che mi disturba. Si classificano i musicisti come compositori per il cinema, classici, pop, rock, jazz e ciò porta spesso a valutazioni errate.
Mi ricordo che alla Prestaigne Festival Competition nel 2011 ero membro della commissione giudicante chiamata ad assegnare un premio a un pezzo che avrei io stessa eseguito per piano solo su una selezione di quasi cento partiture. La mia scelta si è rivolta a “Searching”, brano scritto da Jon Opstad, un compositore specializzato per il cinema, semplicemente perche trovavo il suo linguaggio e la sua costruzione armonica bella e convincente. Mi sono dovuta scontrare con molti dei membri della commissione giudicante che non ritenevano si dovesse premiare un compositore dell’ottava arte per una partitura classica e convincerli è stato proprio duro! Jon Opstad – regolarmente scritturato dalla BBC per musicare i suoi documentari – ha poi dichiarato che il premio ricevuto in quell’occasione lo spingeva a dedicarsi con maggiore impegno e convinzione alla composizione classica. Penso nella musica e in generale nella vita è bene avere un atteggiamento aperto e non di ghettizzante chiusura mentale. Vorrei dire al riguardo che sono felice questa sera di poter andare a godermi una serata jazz al Hydeway Jazz Club a Chelsea con il favoloso Simon Mulligan Quartet! Tornando al mio impiego di poesia nella “Tennyson Fantasy”, posso affermare che molti lo hanno apprezzato ma ad altri questa associazione è apparsa insignificante. D’altra parte mi chiedo: la poesia è un mezzo per esprimere la bellezza con le parole, come fa a essere insignificante?

CS: Dopo l’esecuzione del tuo brano ieri sera ti sei cimentata con grande successo come pianista nel Quintetto per piano n. 2 in La maggiore op. 81 insieme ai membri del Tippett Quartet. Ci parli della tua attività pianistica?

AF: Anche come solista tendo a essere molto aperta e cerco di associare compositori di diverso carattere.
Nel CD realizzato lo scorso anno intitolato ‘Russian Emigrés’ (CD Vivat 109) ho abbinato due importanti lavori di Rachmaninoff come la “Sonata n. 2 in Si-Bemolle minore op. 36” nella sua versione originale e le Variazioni su un tema di Corelli op. 42 con partiture composte da me (“Lune Rouge”), mia madre Elena Firsova (“For Alissa”) e da mio padre Dmitri Smirnov (“Sonata n. 6, Blake Sonata”)

Ringraziamo Alissa per la gentile disponibilità.

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