IHS – Italian Horror Story, uno score dalle due anime

Per la sua nuova web-series IHS – Italian Horror Story, il regista Giovanni Aloisio si è avvalso della collaborazione di due giovani compositori,
Francesco Tresca e Dino Pulcini.

Uno score dalle due anime!

Dopo La Signora Delle Dodici Notti, la cui colonna sonora fu affidata inizialmente ai Goblin Rebirth di Fabio Pignatelli e Phantasma, contrassegnato dalle orchestrazioni dal sapore melò di Stefano Fasce, giovane compositore genovese, Giovanni Aloisio, promettente regista indipendente alla corte di sua maestà Dario Argento, torna alla carica con un nuovo ambizioso progetto, una web-series dal titolo emblematico, IHS – Italian Horror Story, il cui teaser-pilot è stato proiettato con successo il 21 maggio scorso a Stoccolma.

Ancora una volta Aloisio mette la musica al centro dell'azione, rendendola artefice,  assieme agli elementi fotografico-scenografici, della creazione di atmosfere cupe ed ancestrali, evitando di ricorrere ad artifizi sanguinari e all'horror più propriamente splatter. La difficile strada che il giovane regista sta percorrendo, è quindi in netta controtendenza con l'horror contemporaneo e naturalmente è frutto di una grande capacità di destreggiarsi al meglio con la macchina da presa. Ma l'abilità di Aloisio è anche quella di individuare dei giovani compositori, spesso semiconosciuti al grande pubblico, in grado di dare il giusto contributo ai suoi progetti. Allo score di IHS – Italian Horror Story, in particolare, hanno messo mano ben due compositori, Francesco Tresca e Dino Pulcini, entrambi appassionati del genere horror ed uniti dal comune amore per uno strumento in particolare: la batteria. E, non a caso, proprio l'elemento ritmico è il comune denominatore dell'intera colonna sonora di IHS. Colonnesonore.net ha incontrato ed intervistato 'a caldo' i due giovani compositori ancora alle prese con il completamento dello score della web-series diretta da Aloisio.

Francesco Tresca nasce nel 1984 a Vicenza. Inizia a suonare la chitarra per poi dedicarsi definitivamente allo studio della batteria. Tecnicamente talentuoso, non disdegna la composizione musicale finalizzata al cinema, di cui è un grande appassionato, in particolare quello di genere. Alterna la sua carriera di musicista a quella di compositore di colonne sonore per progetti di vario tipo (cortometraggi, spot pubblicitari, webseries, lungometraggi) sia in Italia che all'estero, senza precludersi generi diversi dall'horror e mostrandosi ampiamente a suo agio anche in situazioni musicalmente differenti. Tresca oggi è docente di batteria presso la scuola 'Be on Stage' di Padova e la scuola 'Arzimusica' di Vicenza oltre a militare in molte rock-band.

Colonne Sonore: Francesco, parlaci un pò di questa tua collaborazione al progetto IHS - Italian Horror Story?
Francesco Tresca: Con il regista Giovanni Aloisio è nata una bella collaborazione per questo suo nuovo progetto. Ne abbiamo parlato a lungo, lui aveva in mente alcune composizioni classicamente italiane in campo horror (Goblin, Fabio Frizzi) e mi sono trovato subito in sintonia con queste influenze che io stesso adoro ed apprezzo da tempo. Come dire, per me è stato una specie di “invito a nozze”!

CS: Trattandosi di uno score condiviso con un altro compositore, Dino Pulcini, di cosa ti sei occupato in prima persona?
FT: Mi sono occupato principalmente della sigla iniziale e del commento musicale di alcune scene di tensione, oltre che della sequenza-chiave del sabbah che, credo, sia davvero impressionante. Pur fortemente influenzato dai modelli di cui accennavo, in realtà ho cercato un approccio musicale più personale che a Giovanni è piaciuto subito.

CS: Sei soddisfatto dei risultati?
FT: Devo dire che sia io che Giovanni siamo davvero molto soddisfatti. Lui è intervenuto solo per aiutarmi a calibrare meglio alcuni passaggi, ma credo che le immagini e lo score funzionino alla perfezione. Ora spero si possa mettere mano, quanto prima, alle musiche dei successivi episodi della serie.

CS: Quali differenze hai riscontrato fra il tuo stile e quello di Pulcini all'interno dello stesso score?
FT: Dino Pulcini ha avuto un approccio vagamente più elettronico rispetto al mio e credo che proprio per questo il risultato finale sia molto più interessante. Penso che Aloisio abbia voluto giocare su questo contrasto, sugli stili differenti e sulle nostre diverse impostazioni musicali. Un esperimento musicalmente davvero interessante.

CS: Oltre a comporre colonne sonore sei molto preso dalla tua attività live con alcune note rock-band. Ce ne parli?
FT: Sì, faccio molta attività live sia in Italia che all'estero e le band principali con cui suono ed ho suonato sono Arthemis, Power Quest e Hypnotheticall. Ho avuto l’onore di prendere parte a tour e festival in cui si sono esibite varie band storiche, tra cui Aerosmith, Motorhead, Twisted Sister, Slayer, Megadeth, Alter Bridge, Helloween, Angra, Linkin Park, Opeth, Hawkwind, Sepultura, Accept, Devin Townsend, e molti altri.

Dino Pulcini nasce a Los Teques in Venezuela, paese in cui rimane fino all'età di 12 anni, da genitori italiani. Sin da piccolo viene attratto da vari generi musicali, in particolare il rock, e proprio in quegli anni nasce in lui anche la passione per il cinema horror. Zombi di George A. Romero e The Fog di John Carpenter rappresentano per lui degli autentici “colpi di fulmine” che segneranno la sua carriera. Trasferitosi in Italia, inizia a studiare batteria, strumento nel quale si specializzerà, partecipando a seminari con strumentisti di fama mondiale e nel 2011 frequenta il Master in colonne sonore alla prestigiosa accademia Lizard di Fiesole.

Colonne Sonore: Dino, ci racconti com'è nata la tua collaborazione con IHS – Italian Horror Story?
Dino Pulcini: La collaborazione con IHS - Italian Horror Story di Giovanni Aloisio nasce grazie al web. E' grazie ad Internet che conosco Aloisio e gli propongo alcuni miei brani. Non so perché di Aloisio mi avevano colpito alcune ambientazioni e le varie location misteriose di Andria che lui continuava a postare durante i suoi sopralluoghi.

CS: Risulta difficile credere che basti una semplice mail di presentazione per spingere un regista ad accettare “a scatola chiusa” una collaborazione musicale.
DP: E invece è avvenuto proprio così. Credo che lui abbia letto in me la sua stessa passione per il genere. Ed Aloisio è, secondo me, uno dei pochi registi italiani a conoscerlo profondamente e ad avere le carte in regola per operare finalmente un suo rilancio.

CS: In che clima si è svolta questa tua collaborazione?
DP: Molto piacevole e disteso direi. Giovanni, oltre che regista, ha notevoli competenze musicali, essendo un musicista anche lui, per cui il lavoro di composizione si è andato via via perfezionando grazie alle sue minuziose linee guida; il tutto è avvenuto in perfetta armonia, senza prevaricare le mie idee, semplicemente arricchendole con preziosi suggerimenti, finalizzati a creare le particolari atmosfere che si respirano nel suo lavoro.

CS: Hai condiviso questo score con un altro musicista-compositore, anche lui batterista, Francesco Tresca.
DP: Sì, abbiamo lavorato a distanza, ma anche con lui con grande affiatamento. Aloisio ha affidato delle singole sequenze ad ognuno di noi, in base a quelli che sono i nostri stili ed ai risultati che voleva ottenere. Nel mio caso, dovevo musicare il lungo incipit che prevede un'escalation ritmico-ossessiva con una conclusione morbida, quasi "celestiale". Mi sembra che i risultati siano davvero efficaci.

CS: Oltre alla collaborazione con IHS - Italian Horror Story hai all'attivo lavori individuali e collaborazioni in altri progetti?
DP: Sì, in particolare nel progetto “Black Horses”, di cui sono membro e con il compositore (amico e non parente) Luigi Pulcini. Per citarne alcuni miei lavori: il documentario Nei secoli Fedele il caso di Giuseppe Uva di Francesco Menghini, Happy Good Year documentario-denuncia sulla fabbrica di pneumatici della sede di Cisterna di Latina, diretto da Laura Pesino e Elena Ganelli (vincitore come miglior documentario del RIFF 2014) e trasmissioni RAI come Sfide e Alle Falde del Kilimangiaro.

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