Alla (ri)scoperta dell'Anello: Conversazione con Howard Shore

In occasione della premiere italiana del film-concerto Il signore degli anelli – La compagnia dell'anello (2001, diretto da Peter Jackson), che viene proiettato il 18, 19 e 20 Marzo 2016 all'Auditorium di Milano con l'accompagnamento musicale dal vivo della colonna sonora premio Oscar composta da Howard Shore eseguita dall'Orchestra Sinfonica e dal Coro Sinfonico di Milano “Giuseppe Verdi” diretti dal maestro Shih-Hung Young, ColonneSonore.net ha avuto la possibilità di intervistare il compositore canadese vincitore di tre Academy Award per le musiche della Trilogia diretta da Peter Jackson. Abbiamo parlato con Shore del suo rapporto con l'universo creato dallo scrittore J.R.R. Tolkien e del modo di presentare la musica scritta per questi film attraverso un formato unico e singolare.

Howard Shore

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ColonneSonore.net: Maestro Shore, siamo molto felici di poter assistere per la prima volta in Italia al film-concerto de Il signore degli anelli – La compagnia dell'anello. Cominciamo da qui la conversazione. La Sua musica per questi film è eseguita ormai in tutto il mondo ed è diventata uno standard del repertorio cine-musicale. Che pensieri Le suscita questa cosa? E quale è stata la genesi di tutto il progetto?

Howard Shore: Sono molto contento, soprattutto di questa performance che sta per avvenire a Milano, una città che amo molto. Il progetto originale dei film-concerto de Il signore degli anelli nacque alcuni anni fa a seguito dell'uscita delle “Complete Recordings”, ovvero 10 CD che contenevano l'integrale di tutte le musiche composte per la trilogia. Fu un'esperienza molto interessante per me perché fu la prima volta che ascoltai tutta la musica che avevo scritto per Il signore degli anelli in modo completo e continuativo. Quando si scrive la musica di un film, si lavora a differenti sezioni in modo disgiunto e dunque non si ha mai la possibilità di ascoltarla in modo lineare e cronologico. Pensai che sarebbe stato bello poter ascoltare tutta questa musica in concerto. E quando cominciai a ragionare come si potesse fare, una delle idee fu di eseguirla dal vivo con la proiezione del film. Contattai Ludwig Wicki, un direttore d'orchestra di Lucerna [direttore musicale della 21st Century Orchestra, ndr] con cui lavorai alcuni anni prima per un concerto di mie musiche che fu eseguito nella città svizzera. Mi piacque molto come interpretò le suite che avevo preparato e dunque pensai che fosse la persona giusta per ricreare il suono delle musiche de Il signore degli anelli dal vivo, un compito non certo facile da svolgere. E così cominciai a lavorare con lui e a preparare la sincronizzazione della musica sulle immagini. Cominciammo con La compagnia dell'anello, poi proseguimmo con Le due torri e successivamente con Il ritorno del re. Ludwig ha diretto più di 50 esecuzioni solo de La compagnia in tutto il mondo.

CS: Dev'essere stato molto complesso riuscire ad adattare un lavoro di questa portata alle esigenze della sala da concerto. L'orchestra è enorme, c'è un grande coro misto, il coro di voci bianche e diversi solisti. Quali sono state le sfide in questo senso?

HS: Il mio approccio è sempre stato di eseguirlo come un concerto sinfonico con la presenza del coro. Questo è il pensiero che mi ha sempre guidato. Volevo che fosse un'esperienza da sala da concerto, una serata in cui poter ascoltare una grande orchestra sinfonica che suona insieme al coro. Dunque ho sempre cercato di bilanciare acusticamente l'orchestra per restituire un'esperienza d'ascolto ottimale in sala da concerto. Ci sono quasi 200 musicisti sul palco e bisogna fare attenzione al rapporto con i dialoghi, che sono in gran parte basati sui testi di Tolkien. Il film è sempre sottotitolato e dunque, anche se l'orchestra viene lasciata suonare, non si rischia di perdere qualche battuta. Non ho mai voluto cercare di ricreare il missaggio del film in questo senso. Quello che volevo era creare un'esperienza da concerto soddisfacente, con l'orchestra e con il coro che canta nelle lingue di Tolkien. E' un'esperienza cinematografica aumentata, per molti versi. Si ha la possibilità di guardare ed ascoltare il film e la sua musica come in nessun altro modo, poiché si può guardare l'orchestra e il coro sul palco e le immagini del film nello stesso momento. Visivamente è proprio un bello spettacolo, si è nel mezzo tra il film e la presenza scenica dell'orchestra. Quando lo vidi in questo modo per la prima volta fu emozionante. Devo dire che è molto potente vedere il film con la musica eseguita dal vivo sulle immagini e sulla storia per cui è stata scritta. Accade qualcosa di magico. E dunque abbiamo continuato a farle negli anni e abbiamo completato il ciclo con gli altri due film. So che oggi ci sono molti altri film-concerto che vengono eseguiti e sono certo che molte persone hanno provato la stessa sensazione con altri film di cui si può fare esperienza in questo modo unico. Viviamo un periodo molto emozionante da questo punto di vista.

Un momento del film-concerto di The Fellowship of the Ring

CS: In tal senso, Lei è stato tra i primissimi a proporre questo formato con i film-concerto di Lord of the Rings. Molti film popolari oggi ricevono questo genere di presentazione e stanno vivendo quasi una seconda vita in sala da concerto.

HS: Ci sono stati altri esempi in passato. Ricordo Napoleon di Abel Gance, con le musiche di Carmine Coppola, che fu eseguito al Radio City Music Hall di New York, ma si trattò di un evento singolo. Ne sono stati fatti altri, comunque. Io stesso feci Il pasto nudo (The Naked Lunch) qualche anno fa al Barbican di Londra, con il trio di Ornette Coleman e la BBC Concert Orchestra, l'intero film con l'accompagnamento musicale dal vivo. Dunque avevo già un po' di esperienza in questo senso. Fu molto emozionante, funzionò benissimo e fu molto bello poter ascoltare Ornette insieme all'orchestra. In quel caso la sincronizzazione fu piuttosto semplice. Ne Il signore degli anelli è un lavoro molto più dettagliato. Usiamo un sistema in cui la sincronizzazione è fatta in modo totalmente visivo. Non ci sono click-track o cose del genere, ma soltanto una visualizzazione dei sincroni per il direttore sul podio. E' tutto molto naturale. Il risultato diventa sempre migliore ad ogni esecuzione.

CS: Ha notato differenze particolare nel suono delle orchestre nelle varie parti del mondo?

HS: Ci sono certamente differenze nel suono dell'orchestra e soprattutto del coro, in particolare nel modo in cui affrontano i testi di Tolkien. Si ottengono ogni volta colori differenti e diversi tipi di esecuzioni, ma l'ho sempre trovato un aspetto stimolante. Mi piace ascoltare diverse interpretazioni da parte di orchestre differenti. Nel 2004 feci un tour per dirigere la “Lord of the Rings Symphony” ed eseguii 40 o 50 repliche in tutto il mondo: l'Estremo Oriente, Australia, Nord America, Canada ed Europa. Amo lavorare con orchestre di tutto il mondo. E' molto interessante per me, come compositore, poter sentire interpretazioni differenti.

CS: Secondo Lei la proiezione del film con accompagnamento dal vivo è, se non la migliore, la maniera ideale di presentare la musica per film in sala da concerto?

HS: Penso che sia un'esperienza unica nel suo genere. Ma è altrettanto bello e interessante poter ascoltare la musica separata dalle immagini.

CS: La compagnia dell'anello fu l'inizio del Suo grande viaggio nella Terra di Mezzo, in cui stabilì le fondamenta musicali di tutto il ciclo dei tre film. Quali sono i Suoi ricordi del processo creativo e dell'esperienza sul primo film?

HS: Alcuni anni fa eseguimmo il film-concerto de La compagnia al Radio City Music Hall di New York e per quell'occasione venne allestita in una biblioteca nel West Side una mostra degli archivi di Tolkien provenienti dalla Marquette University. Quando visitai la mostra mi fermai a guardare gli appunti del professore e rimasi colpito da tutte le note dettagliatissime riguardo le fasi lunari, i mesi, le date e tutti gli aspetti minuziosi della sua storia. Mi resi conto del processo creativo di Tolkien, di come volesse dare un'organizzazione precisa alle sue storie. Seguiva un processo lineare, creando la storia man mano che scriveva. Ne ero già consapevole, ma mi accorsi di come io e i filmmaker seguimmo lo stesso processo creativo, in un certo senso. Abbiamo percorso il medesimo sentiero. Nel mio caso, cominciai dalla sequenza delle miniere di Moria e scrissi il pezzo per quella scena, che fu proiettata in anteprima al Festival di Cannes nel 2001. Quello fu l'inizio della composizione e subito dopo passai alle sequenze successive di Lothlorien e poi a quelle precedenti di Granburrone. I temi della Contea li scrissi nelle fasi preliminari e dunque li avevo già pronti. Tuttavia non ero consapevole che, stando a quanto riportato da Doug Adams nel suo libro "The Music of the Lord of the Rings Films", ci sarebbero stati più di 100 leitmotiv e temi musicali nell'intera trilogia. Nella mia mente non c'era quel tipo di ordine, io continuavo semplicemente a scrivere. Mi ci sono voluti 4 anni di lavoro per completare l'opera, ma è stato soltanto alcuni anni dopo che si è rivelata la logica della scrittura, quando Doug ha scritto il libro ed ha compilato le note di copertina dando a tutto quanto un ordine preciso. Io penso che la logica fosse inerente al mio modo di scrivere, ma non ne ero consapevole. Io ho cercato soltanto di seguire la storia creata da Tolkien.

CS: Ha un momento o una sequenza che preferisce nel primo film?

HS: Sì. Sono molto affezionato a tutta la musica che accompagna il rapporto tra Sam e Frodo. Amo tutte le loro sequenze e mi piacque molto scrivere quelle pagine. Credo che sia uno dei temi portanti di tutto il film. In termini di puro spettacolo invece, credo che la sequenza delle miniere di Moria sia un incredibile pezzo di cinema, davvero ben realizzato, quasi 26 minuti di film.

CS: Uno dei momenti musicali più belli secondo noi è la sequenza in cui la Compagnia si divide, prima dei titoli di coda.

HS: Nel corso della primissima sessione per il film, in Nuova Zelanda nel 2001, registrammo sia la sequenza delle miniere di Moria, che usai nel missaggio finale, che una prima versione della sequenza dello scioglimento della Compagnia. Quest'ultima fu poi reincisa a Londra nel corso delle sessioni successive. Peter [Jackson] stava ancora montando il finale del film e dunque fu necessario un rifacimento. Era una versione preliminare per testare l'atmosfera del finale del primo film e capire se e come poteva funzionare.

Un altro momento del film-concerto di The Fellowship of the Ring

CS: Per concludere la nostra conversazione, proviamo a riassumere il Suo intero viaggio nella Terra di Mezzo. Che emozioni Le suscita oggi?

HS: Mi ritengo molto fortunato di aver potuto scrivere queste partiture in quella fase della mia vita. Il progetto arrivò in un momento in cui avevo già un certo grado di esperienza come musicista nel cinema, ma non solo. E' come se tutto ciò che sapevo di musica, orchestrazione, direzione, tecniche di registrazione, collaborazione con la London Philharmonic Orchestra, tutta l'esperienza che avevo accumulato negli anni mi portasse a questo progetto. E' stato il culmine di tutta la mia conoscenza musicale: tecniche di composizione, linguaggio della musica dell'Ottocento e del Novecento, musica antica, scrittura vocale, uso dei solisti vocali in senso arcaico. E' la sintesi di tutto quello che conoscevo, anche per quanto riguarda l'orchestrazione, la direzione d'orchestra, la produzione, la registrazione, tutto quanto. Fu un vero colpo di fortuna lavorare a Il signore degli anelli in quel momento. E mi piace il fatto che siano tre film e che sia un lavoro molto esteso. L'intera trilogia contiene 11 o 12 ore di musica. Mi sento fortunato di aver avuto le risorse e le conoscenze che avevo in quella fase della mia vita. Sono molto orgoglioso delle registrazioni che abbiamo fatto in Inghilterra per questi film.

CS: E la cosa bella è che la Sua musica continua a vivere di vita propria anche grazie a questo tipo di concerti. Siamo sicuri che sarà così ancora per molti anni a venire. Grazie per il tempo che ci ha dedicato, Maestro!

HS: Grazie a voi!

Un ringraziamento speciale a Alan Frey, Massimo Colombo e all'ufficio stampa della Verdi per la collaborazione e l'aiuto.

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