30 Mag2013
La musica per film è una musica assoluta che sa vivere anche di vita propria! – Intervista esclusiva a Marco Biscarini e Daniele Furlati
La musica per film è una musica assoluta che sa vivere anche di vita propria! – Intervista esclusiva a Marco Biscarini e Daniele Furlati
Colonne Sonore è lieta di continuare le sue interviste sui generis ai compositori italiani di ieri e di oggi incontrando un duo di enorme talento del nostro panorama cine-musicale: Marco Biscarini e Daniele Furlati. I due compositori lavorano in coppia dal 2005 ed hanno creato un sodalizio forte ed incisivo con il regista Giorgio Diritti per il quale hanno realizzato le pluripremiate partiture per Il vento fa il suo giro & L’uomo che verrà e l’ultima pellicola del 2013 Un giorno devi andare (leggi recensione). Pur avendo due esperienze professionali differenti, lo stile di entrambi ben si amalgama nelle loro collaborazioni musical-compositive, creando sempre delle notevoli e stupefacenti produzioni sonore che avvolgono il film alla perfezione, facendo risaltare ancor di più ogni elemento in esso contenuto, dalla fotografia alla recitazione, dalla regia alla sceneggiatura, etc. Ambedue i compositori mischiano con elegante perizia e altissima professionalità sonorità elettroniche e classicheggianti, suoni della natura e strumenti della tradizione popolare, componendo sempre temi talmenti intensi ed emozionali da risaltare subito nella memoria dell’ascoltatore e di colui che si immerge nella visione dei film da loro musicati.Marco Biscarini è compositore e arrangiatore, ha ottenuto due Diplomi d’Onore (1994 e 1995) nei corsi tenuti da Ennio Morricone all’Accademia Chigiana di Siena. Molteplici sono le sue esperienze come arrangiatore, dall’esordio nel 1994 dirigendo l’Orchestra della RAI del Festival di San Remo per il cantautore Franz Campi fino al 2003 quando realizza gli arrangiamenti dei brani scritti dal clarinettista francese Michel Portal. Per due volte (2000, 2001) ha vinto il primo premio del prestigioso Concorso Internazionale di Composizione legato alla commemorazione del 2 agosto di Bologna.
Ha scritto l’opera lirica “La famosa invasione degli orsi in Sicilia”, rappresentata nel 2003 al Teatro Comunale di Modena (regia di Francesco Esposito, scenografie di Italo Grassi) ed ha collaborato alla realizzazione di diverse colonne sonore.
Ha composto musiche per coreografie di danza, performance teatrali ed ha realizzato diverse installazioni audiovisive.
Candidato al David di Donatello - migliore colonna sonora - 2010 per il film L'uomo che verrà; Premio Ennio Morricone - migliore colonna sonora - festival di Bari 2010 per il film L'uomo che verrà; Premio Migliore Musica Originale al Festival Cinema e Musica di Lagonegro 2007 per Il vento fa il suo giro.
Daniele Furlati (Bologna, 26 novembre 1973), compositore e pianista, è diplomato in composizione, in pianoforte e strumentazione per banda. Ha ottenuto due diplomi di merito ai corsi di perfezionamento in musica per film tenuti da Ennio Morricone e Sergio Miceli all’Accademia Musicale Chigiana di Siena.
Ha composto le musiche per spot pubblicitari, cortometraggi e documentari. Per il cinema è autore della musica del film Viva San Isidro di Alessandro Cappelletti. Collabora con la Cineteca di Bologna accompagnando al pianoforte rassegne dedicate al cinema muto.
Per il teatro ha composto Novelle fatte al piano che ha debuttato a Roma presso il Conservatorio dell’Accademia di Santa Cecilia nel giugno 2010 e Asteroide Lindgren (ognuno ha la sua stella) che ha debuttato nel novembre 2007 al Teatro Comunale di Modena. Ha composto le musiche di scena per La Maria dei dadi da brodo, L’amante e Paesaggio, entrambi con la regia di Marinella Manicardi e Gli occhi gli alberi le foglie di Giorgio Diritti.
Furlati ha ottenuto il Premio Migliore Colonna Sonora Originale al Festival Corti a Ponte 2011 per Eclissi di fine stagione, il Premio Machiavelli International Musical Images - Migliore Colonna Sonora per Jody delle giostre, il Premio Ennio Morricone al Bari Film Festival 2010 per L’uomo che verrà, il Premio Colonna Sonora al Murgia Film Festival 2010 per L’uomo che verrà, il Premio Migliore Musica Originale al Festival Cinema e Musica di Lagonegro 2007 per Il vento fa il suo giro.
In questa intervista hanno voluto raccontare singolarmente le loro esperienze compositive con il regista Giorgio Diritti che li ha fatti conoscere al grande pubblico cinematografico e agli appassionati di colonne sonore attraverso le sue importanti pellicole.
La parola a Daniele Furlati:
Colonne Sonore: Il vento fa il suo giro (Giorgio Diritti, 2005)
Daniele Furlati: Per questo film la mia collaborazione è avvenuta in modo del tutto casuale. Nell’estate del 2005 il produttore Simone Bachini aveva contattato Marco Biscarini per comporre le musiche del Vento. Poi Marco mi chiese un consiglio e da quel momento è iniziato il lavoro a quattro mani. La prima difficoltà è stata quella di staccarsi dalle musiche provvisorie che erano state sincronizzate sulla copia lavoro e iniziare a concepire una drammaturgia musicale originale capace di far innamorare il regista. Marco aveva scritto una versione cameristica di quello che sarebbe diventato il tema principale del film, che a Giorgio Diritti piacque molto, poi da Simone Bachini arrivò l'idea preziosissima di utilizzare gli strumenti tipici delle valli occitane (ghironda, cornamusa, zufolo, galoubet). Durante la lavorazione Giorgio sentì un brano per pianoforte molto rarefatto che avevo composto e registrato precedentemente per un documentario e rimase colpito dalle “notine”, come le chiamava lui, e così intitolammo il pezzo che entrò rielaborato a fare parte della colonna musica del film. Il vento fa il suo giro ha segnato l’inizio non solo di una collaborazione lavorativa che con Marco va avanti dai tempi del conservatorio ma anche di un bel rapporto di amicizia con Giorgio e Simone che dura da otto anni.
CS: L'uomo che verrà (Giorgio Diritti, 2009)
DF: Al contrario del film precedente, qui le iniziali idee musicali sono nate dopo la lettura della sceneggiatura avvenuta prima che le riprese cominciassero. Le suggestioni sono state tante, per quella storia drammatica che è la strage di Marzabotto, molto sentita nelle nostre zone dell’Emilia dove quel dolore mi era già stato tramandato dalle scuole elementari. Terminata la lettura, composi di getto un pezzo molto lirico del quale rimase nel film soltanto un piccolo estratto, e lo stesso accadde per diversi pezzi di Marco. Posso dire che da lì in avanti è iniziato con Giorgio quel lavoro di sottrazione che sul film precedente era stato solo abbozzato. La lavorazione musicale di questo film è stata durissima, durante tutta la fase di montaggio e fino all’ultimo giorno abbiamo apportato continui cambiamenti ai pezzi. Un'indicazione importantissima ci è stata suggerita dalla scena conclusiva del film, molto commovente, in cui Martina, la bambina protagonista, canta una ninna nanna al fratellino. Quella voce è diventata il filo conduttore e il punto di arrivo di tutta la drammaturgia musicale.
CS: Un giorno devi andare (Giorgio Diritti, 2013)
DF: La lavorazione delle musiche è durata un anno e anche in questo caso è avvenuta partendo dalla sceneggiatura. Prima delle riprese abbiamo preparato l’arrangiamento di una canzone brasiliana molto famosa, “Rosa” di Pixinguinha, che è servita a girare la scena del ballo del valzer. Poi, quando è tornato in Italia dopo le prime riprese del film, a gennaio del 2012, Giorgio ci ha mostrato un po’ di materiale visivo. Di tutto quello che ho visto, la cosa che più mi ha ispirato è stata una foto in cui il cielo e il Rio delle Amazzoni avevano lo stesso colore e anche capovolgendola la percezione rimaneva invariata.
L'immensità e la bellezza di quei luoghi richiamavano grandi silenzi fin da subito. In musica le pause hanno gli stessi valori dei suoni ed è con questo principio che abbiamo cercato di comporre, pensando al vuoto. Grazie alla sinergia che si è creata in studio di registrazione, Marco e io abbiamo poi pensato di portare in concerto la musica di Un giorno devi andare in una versione per pianoforte e live electronics. Per ora abbiamo due date in Ecuador tra fine maggio e giugno.
CS: Quali sono i vostri compositori italiani e stranieri preferiti di musica per film?
DF: Sono sempre stato ossessionato dalle tecniche compositive di Ennio Morricone. Ho avuto poi la fortuna di studiare con lui dal 1991 al 1995 ai seminari estivi tenuti dal Maestro con il professor Sergio Miceli all’Accademia musicale Chigiana di Siena. Conosco Franco Piersanti che stimo e con il quale condivido una grande passione per Bernard Herrmann. Amo la musica di Nino Rota. Mi piace tantissimo quello che ha fatto per Arancia meccanica Wendy Carlos, ho sempre voglia di riascoltare le sue elaborazioni elettroniche. Poi penso all’emozione che ho provato quando molti anni fa ho avuto tra le mani per la prima volta la partitura di Star Wars di John Williams.
CS: Cosa significa per voi “musica per immagini”?
DF: Razionalmente è un’emozione tradotta in suoni che prende forma con il montaggio. Istintivamente è tutto quello che mi viene in mente in tempo reale, la cosa più estemporanea possibile, ciò che faccio quando suono il pianoforte sotto a un film muto che vedo per la prima volta.
La parola a Marco Biscarini:
Colonne Sonore: Il vento fa il suo giro (Giorgio Diritti, 2005)
Marco Biscarini: E’ L’incontro con Giorgio Diritti e come tutte le prime volte c'è l'entusiasmo della novità e una buona dose di 'incoscenza compositiva.
Eppure ancora oggi la sento perfetta, compiuta, non immagino altro per quel film.
Quando lo vidi senza musica mi fece uno strano effetto documentario.
E quelle facce ruvide, spigolose e quel paese di 7 abitanti mi crearono uno stato un pò claustrofobico da cui nacquero tutti i temi elettronici con la sintesi e la voce di donna.
Io specificai a Giorgio: "niente musica occitana" e lui annuì.
Da li tutto mi fu chiaro e anche il tema principale fu composto in un unico getto.
E la cosa bella che tutto funzionava senza particolari aggiustamenti, la pellicola prendeva vita uscendo dalla dimensione documentario e sentivo nettamente che si stava trasformando in film vero!!!
Una grande emozione
CS: L'uomo che verrà (Giorgio Diritti, 2009)
MB: Grande Esperienza di un film collettivo dove tutti interagivamo con l'obbiettivo di fare una grande film.
La colonna sonora nasce da due grande idee: La prima, il lavorare attorno alla ninna nanna “Fa La Nana” da cui venne fuori il tema principale che in maniera modulare si montava perfettamente sul canto dell'appennino.
In Seconda battuta Giorgio chiedeva il suono della guerra vista dai bambini.
Compito difficilissimo che si risolse quando per caso vidi due ragazzini giocare alla guerra facendo dei versi.
Mi venne così l’idea dei bambini urlanti: una domenica chiamai in studio il regista e gli feci partire questo coro ritmico fatto di eh oh che lasciò Giorgio letteralmente impietrito sulla sedia.
Fu una grande emozione!!!
CS: Un giorno devi andare (Giorgio Diritti, 2013)
MB: Il terzo, il più difficile.
Le richieste registiche erano di una musica spirituale che nascesse dall’interiorità femminile.
Io volevo in questo film indagare i suoni della natura in rapporto con la musica di tradizione.
Mi immaginavo queste melodie imprendibili che galleggiavano su suoni e rumori della natura.
Volevo una musica ecologica che nascesse dalla natura perchè quello era l’ambiente sonoro in cui Augusta viaggiava.
E allora battito cardiaco, colpi di remi, respiri di donna, frasche diventavano il groove su cui l’orchestra di volta in volta si sviluppa.
CS: Quali sono i vostri compositori italiani e stranieri preferiti di musica per film?
MB: Non so, non ho modelli, li ho studiati tutti ma vado sempre alla ricerca nella storia degli archetipi della musica per film.
Bach, Schubert, Brahms, Ravel, Debussy, ma anche la tradizione modale, il barocco.
Forse mi piace rispondere con un gioco che faccio sempre:
se fossi sul letto di morte (come Amadeus) e dovessi finire un requiem chiamerei .... Daniele Furlati a completare le parti e l’orchestrazione!!!!!
CS: Cosa significa per voi “musica per immagini”?
MB: E’ una musica assoluta che sa vivere anche di vita propria ma ha questa grande capacità di insinuarsi nel suono del film, nei rumori, nei dialoghi e creare un pannello sonoro unico e irripetibile.
Faccio fatica a scrivere musica senza la banda del sonoro dei rumori di ambiente, spesso mi piace anche intonarmi al vento o al rumore di fondo.
Però quando questa musica esce dal film deve saper emozionare e comunicare comunque sia su CD sia dal vivo.
Non è Facile!!!! Garantisco.