“Compilation I Love You” – Volume 1 (Stranieri)

Compilation I Love You” – Volume 1 (Stranieri)
Come districarsi tra migliaia di raccolte di colonne sonore e uscirne appagati!

Anni e anni di raccolte di ogni fantasiosa o diligente tipologia, ideazione e selezione nelle quali districarsi e uscirne appagati è risultato essere, e ancora oggi lo è, davvero complicato. Complicazione se non si è stati, e lo si è tuttora, puntigliosi collezionisti, di quella puntigliosità tipicamente cronica e perfino infastidente, per chi non fa parte di questa categoria di nicchia, che a dirla tutta, proprio così di nicchia non lo è più da lungo tempo, dato che con i Social e il web ‘Noi Collezionisti’ non siamo più soli; quelli in passato considerati i cosiddetti topi da biblioteca, anzi topi da discoteca (non quella dove si balla!).

Non è cosa facile riuscire a comprendere quale compilation, piuttosto che un’altra, sia seriamente considerabile un acquisto giustificato da far entrare di diritto nella propria collezione di CD, vinili o file digitali; a mio modesto parere, tengo a sottolineare che questi ultimi sono incorporei quindi irreali e non iscrivibili in una collezione autorevole che si rispetti, ma questo è un altro discorso che qui potrebbe condurre fuori argomento. Ovviamente stiamo parlando di compilazioni di colonne sonore, non raccolte riguardanti gli altri vastissimi generi musicali – di cui gran parte annoverabili all’interno della musica applicata alle immagini, visto che chi scrive questo tipo di commenti, può spaziare tra un genere e l’altro, se veramente capace, con spigliatezza compositiva, mutandone le forme primigenie e a sua volta creandone di nuove – che da sempre, ancor prima che esplodesse la passione quasi globale per la musica per film e serialità TV, si affastellavano negli scaffali dei negozi di dischi (oramai quasi inesistenti ebbene un ricordo lontano!) in mezzo alle Original Motion Picture Soundtracks dei singoli film e connessi autori, confondendosi e confondendo non poco le idee, già invero poco chiare, dei neofiti, veterani o giovani virgulti della Colonna Sonora. Adesso in rete, forse, tutto è più semplice e le informazioni riguardo un original score o, in questo frangente, una compilation, sono a portata di mano (di lettura) con dettagli che prima solo ci sognavamo, Noi nati ai tempi delle lettere, senza internet e senza cellulari, ma con il telefono fisso di casa a rotella (o le cabine telefoniche per strada), prevalentemente grigio, che, per reperire un’informazione, dovevamo ingegnarci archeologici avventurieri alla Indiana Jones; il più delle volte incappavamo in compilation di infima qualità sonora e alcune, spacciate per implicanti musiche originali di vari compositori o di un singolo autore, rivelatesi, come si dice a Roma, delle vere ‘sole’ perché, se ti andava male, eseguite da orchestre che considerarle tali sarebbe un’offesa per quelle autorevoli e serie. E lasciatemelo dire che tutti, agli inizi della nostra passione per le colonne sonore da coltivare diligentemente, in special modo quando vi erano soldi a disposizione – perché soldi se ne investono e spendono tanti quando si è collezionisti veri e soprattutto compulsivi – siamo inciampati in compilation di terza categoria o da usare come sottobicchiere.

Memore di cotanta fatica e investigazione di un dì, non troppo lontano – premesso che vi sono fan delle soundtracks che aborrono le raccolte (chissà mai per quale assurdo motivo!) –, mi balenava per la testa da tempo di mettere nero su bianco un articolo proprio sulle compilazioni di colonne sonore (quelle decorosamente oneste e accreditate of course) che oggigiorno, probabilmente, con la facilità internettiana a disposizione, fattivamente ancora recuperabili in un modo o nell’altro, segnalandovi, affezionati lettori, una specie di lista delle ‘Very Best’, secondo l’umile opinione di chi, come la stragrande maggioranza di voi, è un cultore dell’Ottava Arte, e dall’età di 8 anni colleziona musica per film, ammirando le raccolte o (all’inglese) compilation ben impacchettate, motivate e curate con tutti i santi crismi. Ho altresì deciso di dividere questo dossier in due parti, una destinata a quelle di produzioni straniere ed una a quelle italiane, spero sostanziose e piacevoli, per di più inducendo la scoperta di CD che, coerentemente, non avete nella vostra collezione o che non ascoltate da parecchio, così stimolandovi a comprarle sul web (sappiate che non me ne viene in tasca nulla, perché sono tutte già presenti nella mia sterminata raccolta!) o rimetterle nel vostro stereo, pigiando play.

Una lista stilata sulla base delle mie preferenze passionali, di analisi redatte in 17 anni di questa rivista come appassionato giornalista e musicologo non togato (alcune delle compilation ivi presentate sono state recensite sul nostro storico cartaceo o qui sul web), sulla qualità non solo audio ed esecutiva delle orchestre, ensemble o solista in campo, pure sul perché tal compilation è basilare da fruire, giustificando questa considerazione su fattori quali presenza di brani inediti, cover entusiasmanti, riesecuzioni da brivido lungo la schiena rasentando la commozione oppure scatenando l’adrenalina, prime incisioni assolute, selezioni intelligenti e non fini a se stesse e rarità con annesso piacere accresciuto nel tempo.
Non troverete compilazioni riguardanti singoli compositori, perché sicuramente queste avranno un articolo a parte in futuro. Siffatta lista di seguito, che logicamente tralascerà una gran moltitudine di altre prestigiose ed eccellenti compilation (una fetta considerevole ascrivibile a etichette specializzate puramente in colonne sonore quali Varèse Sarabande, Silva Screen Records, Milan Records, Tadlow e Telarc) è così redatta in ordine cronologico: cover e dati essenziali del CD, sintetiche motivazioni, una o più tracce importanti da ascoltare con concentrazione maniacale e dulcis in fundo il solito nostro voto (chiave di violino) di cui siamo unici artefici nel giornalismo cine-musicale come scelta grafica, che oramai ci contraddistingue – voto da 1 a 5 (vedi Legenda Recensioni sul sito) – quindi buona lettura e, come sempre, scriveteci a redazione@colonnesonore.net per comunicarci le vostre compilation preferite ed il perché, così da poterle menzionare in prossimi similari articoli. 
 

Sci-Fi at the Movies (Label X ATM CD 2001, 1995): AA.VV. – 21 brani



La prima raccolta del nostro ordine tipicamente cronologico di questa infilata di compilation da non perdere, riguarda una di quelle che dalla cover non acquistereste nemmeno sotto tortura o scovandola a 1 euro in qualche cesta abbandonata in store o negozi di dischi (se riuscite ancora, ahimè, a trovarne!) con mega offerte in strasaldo, perché la si può annoverare tra le più brutte e anti-commercializzazione della Storia degli Album di colonne sonore. Ma come si può pretendere di far acquistare un gioiellino di compilazione come questo con un titolo di una semplicità di idee che nemmeno un bimbo dell’asilo avrebbe e con in copertina un uomo di una bruttezza sconcertante mezzo svestito e con lo sguardo rapito da chissà ché e perfino vicino ad uno pneumatico gigantesco: pura follia di marketing! Che preclude l’attenzione su una compilation di temi o suite originali – o quasi – di stampo fantascientifico tratti da, udite udite (anche con un suono pulito e avvolgente), Ultimatum alla terra di Bernard Herrmann, rieseguita dalla Royal Philharmonic Orchestra diretta da Tony Bremmer, Krull di James Horner sul podio della London Symphony Orchestra, La terra silenziosa di John Charles (The Quiet Earth in originale, del 1985 di Geoff Murphy con Bruno Lawrence, attore nella cover incriminata, al quale questa sconosciuta etichetta australiana dedica il CD), con performance della New Zealand Symphony Orchestra diretta da William Southgate, L’uomo venuto dall’impossibile di Miklos Rózsa che dirige la Royal Philharmonic Orchestra, la serie tv storica Galactica di Stu Phillips con la London Philharmonic diretta da Franco Collura, e la rarità di 4 tracce da Il mondo di Yor di John Scott a capo dell’Unione Musicisti di Roma, film per la regia di Antonio Margheriti (aka Anthony M. Dawson). Il sinfonismo eroico di Scott venne ritenuto dai produttori (ciechi e sordi) non efficace sul film e fu sostituito da una poco aderente colonna sonora disco dei fratelli Guido & Maurizio De Angelis. Quindi i 4 brani che trovate in questo scrigno cine-musicale sono una vera perla e i soli esistenti dello score rigettato, motivo principale per scovare questa raccolta e farla vostra.   

The Big Picture (Telarc20 CD-80437, 1997): Erich Kunzel & Cincinnati Pops Orchestra – 24 brani



L’autorevole Erich Kunzel e la strepitosa Cincinnati Pops Orchestra – come nel caso della celebrata Boston Pops Orchestra sotto la direzione illustre e magistrale di John Williams – hanno realizzato, in particolare negli anni ’80 e ’90, una sequela di compilation dall’imponente magistero esecutivo e reinterpretativo, onorante l’universo delle colonne sonore dalla Golden & Silver Age Hollywoodiana sino ai blockbusters moderni, ovviamente per il periodo di produzione dei CD. Non per niente il direttore d’orchestra Kunzel (21 marzo 1935 - 1 settembre 2009) fu chiamato il “Prince of Pops” dal Chicago Tribune, dirigendo per 32 anni la Cincinnati Pops Orchestra (CPO) e mettendo alle stampe raccolte a 20 bit, includenti effetti sonori audio dei film presi in esame che rischiavano di far esplodere il vostro impianto stereo, quando si passava da un brano sinfonico alla traccia di soli effetti; erano CD che servivano realmente per testare un impianto casalingo come si deve. E le performance erano tutte ragguardevoli, con guizzi esecutivi e cambi di registro rispetto ai temi originali, anche quando si trattava di suite dinamiche e variabili, che facevano, e tutt’ora fanno, scattare l’applauso. Ho scelto questa compilazione dedicata a temi action e avventurosi quali, tra i tanti, Mission Impossible (Lalo Schifrin), Batman Forever (Elliot Goldenthal), Independence Day (David Arnold), Gettysburg (Randy Edelman), Speed (Mark Mancina), perché, citando i gggiovani moderni ‘spacca’. Ma potevo benissimo menzionare altre raccolte come The Great Fantasy Adventure Album, Hollywood’s Greatest Hits Volume I & II, Mega Movies – Warning! Mega Sound Effects, Symphonic Star Trek, Bond & Beyond, etc. etc. etc. tutte da spesa certificata!   

Passions & Achievements – A 20-year Retrospective of Soundtracks from Films of Director Ron Howard (Milan/BMG 7313835800-2, 1997): AA.VV. – 12 brani



L’ex Richie Cunningham, il miglior amico tutto d’un pezzo dell’attaccabrighe Fonzie, nella famosa serie televisiva Happy Days (1974 -1984), al secolo Ronald William ‘Ron’ Howard, regista, sceneggiatore, attore e produttore cinematografico statunitense, venne onorato da questa raccolta di dodici temi estrapolati dalle sue pellicole, partendo da Attenti a quella pazza Rolls Royce, Turno di notte, Splash, una sirena a Manhattan, Cocoon – L’energia dell’universo passando per Gung Ho, Willow, Parenti, amici e tanti guai, finendo con Fuoco Assassino, Cuori ribelli, Cronisti d’assalto, Apollo 13 e Ransom – il riscatto. Una compilazione dedicata non ad un compositore, come da prassi, ma ad un regista che con alcuni dei compositori ivi presenti ha creato un connubio di quelli fondamentali nella storia del Cinema, ovvero James Horner, Hans Zimmer e Randy Newman. Gli altri autori hanno avuto con Howard collaborazioni sporadiche, ossia John Williams, Lee Holdridge, Thomas Newman, Peter Ivers e Burt Bacharach. Una selezione raziocinante e ben stilata con alcuni inediti sul mercato delle colonne sonore ancora oggi. 

 

Coming Soon! – The John Beal Trailer Project (Sonic Images SID2-8815, 1998): John Beal – CD 1: 34 brani – CD 2: 35 brani

Contravvenendo a quanto detto nell’apertura introduttiva di questo articolo, la compilazione di cui tratto adesso riguarda un unico compositore, John Beal, che nel 1998 ricevette proprio per questo doppio CD una nomination per ‘Best Compilation Album’ dal prestigioso International Film Music Critics Award (IFMCA). Beal (classe 1947), con una quarantina di score all’attivo soprattutto per la TV (Vega$, La famiglia Bradford, Chicago Story, Legmen), meritatamente fu candidato dai critici internazionali di musica per film, perché questo particolare album annovera tutte le sue composizioni originali per i trailer, promo o spot televisivi americani di film celebri o divenuti tali negli anni, quali Pagemaster, Vulcano, Mato Grosso, Miracolo nella 34^ strada, Scuola di polizia, Basic Instinct, The Mask, Ghost, Caccia a Ottobre Rosso, e molti altri. Tutte le composizioni, tra pezzi orchestrali o campionamenti vari, finanche piccoli interventi solistici, denotano influenze ben dichiarate, furbescamente e passionalmente rese subito comprensibili, in particolare per i cultori di colonne sonore, dove un colto citazionismo parafrasante leitmotiv noti di Williams, Horner, Grusin, Broughton, Goldsmith e chi più ne riconosce più ne citi, diviene un excursus simpaticamente indirizzato ad una sorta di quiz cine-musicale play dopo play. Un doppio CD davvero amabile e piacevole da ascoltare e riascoltare. Chicca per l’epoca, sino a quando non è uscito lo score integrale che lo vede tra i brani extra, il pezzo scritto da Jerry Goldsmith per il trailer di Judge Dredd  (Dredd – La legge sono io, 1995) di cui il compositore di Rambo, Star Trek il film e Gremlins doveva comporne le musiche, poi affidate ad Alan Silvestri.

In Session – A Film Music Celebration (Varèse Sarabande VSD2-6225, 2001): AA.VV. – CD 1: 19 brani – CD 2: 17 brani



Un doppio album che è veramente, come da sottotitolo del medesimo, la ‘Celebrazione della Musica per Film’, da parte dell’etichetta nata negli anni settanta, l’americana Varèse Sarabande, specializzata con enorme serietà e competenza nella musica applicata alle immagini e nella sua, in taluni frangenti, reinterpretazione e recupero, oltre ad un occhio particolare per i nuovi talenti emergenti della Film & TV Music. Due CD che sono un piacere concreto ed entusiasmante per ogni Fan di colonne sonore di un glorioso passato cine-musicale che non affievolisce, pur col trascorrere irriconoscente degli anni, la sua luce abbagliante e geniale compositiva e filmica. Si tracciano, tramite una selezione meticolosa e ben congeniata, le composizioni dai ’60 agli ’80 (citando tra parentesi di seguito le più rilevanti), anni intrisi del pieno fulgore creativo e autoriale di compositori del valore di John Williams (Lo squalo, Superman), Alex North (2001, Viva Zapata!), Miklos Rózsa (Il grande ammiraglio), John Barry (La mia Africa, Brivido caldo), Elmer Bernstein (Il buio oltre la siepe), Bernard Herrmann (Quarto potere, Fahrenheit 451), Alfred Newman (Il capitano di Castiglia), Jerry Goldsmith (Tora! Tora! Tora!, Patton), Georges Delerue (Platoon), Franz Waxman (Taras il magnifico, I peccatori di Peyton), Henry Mancini (Colazione da Tiffany), Dmitri Shostakovich (Amleto), tutti quanti rieseguiti, o in versioni native dirette dai medesimi autori, da colleghi importanti quali Joel McNeely, Cliff Eidelman, John Debney, Rick Wentworth, Frederic Talgorn, Jerry Goldsmith stesso sul podio di orchestre prestigiose quali Royal Scottish National Orchestra, Seattle Symphony, National Philharmonic e London Symphony, o da solisti del calibro di Michael Lang al piano. Reincisioni da brivido lungo la schiena e con alcune sfumature negli arrangiamenti e nelle orchestrazioni da analizzare e percepire con certosina concentrazione.    

    

Ultra Noir (Milan/Universal 198 768-2, 2002): AA.VV. – 17 brani



Compilazione ottimamente selezionata, comprendente brani originali di colonne sonore del passato e del presente di film thriller, gialli e polizieschi, come ad esempio Intrigo internazionale (Herrmann), Vertigine (Raksin), Gli occhi del delitto e Copycat – omicidi in serie (Christopher Young), I soliti sospetti (Ottman), L.A. Confidential (Goldsmith), La promessa (Zimmer e Badelt), Omicidio a luci rosse (Donaggio), Brother (Hisaishi) e Mulholland Drive (Badalamenti). Di quest’ultimo, il compositore italoamericano sodale di David Lynch, questo CD riporta il brano inedito “Black Flowers” dalle atmosfere incorporee dark alla Twin Peaks, eppure traccia che non appartiene a nessuna pellicola.        

Una musica de cine español volume 1 (JMB SP507/2, 2003): AA.VV. – CD 1: 25 brani – CD 2: 28 brani

 

Una musica de cine español volume 2 (JMB SP509/2, 2005): AA.VV. – CD 1: 22 brani – CD 2: 21 brani



Lo ammetto, trattasi di due raccolte divise in due volumi, pubblicate a distanza di due anni l’una dall’altra, di complicata reperibilità, però, ve lo giuro, di grande interesse compositivo e di enorme valore musicale, visto che si parla di composizioni per diversificati generi filmici di autori importanti della New Wave cine-musicale ispanica. Vi trovate gli esordi e alcuni classici spagnoli di compositori, oggi noti ai più, quali Alberto Iglesias, Roque Baños, Pascal Gaigne, Lucio Godoy, Javier Navarrete, Victor Reyes, Alejandro Amenábar, Bernardo Bonezzi, José Nieto, Carles Cases e alcuni altri, tutti gravidi di idee, incisi e melodie che fanno spalancare le orecchie e includere questi nomi tra coloro i quali hanno trasformato, e stanno mutando ancora oggi, il volto un po' stantio e banalizzato della musica per film. Ecco dove guardare, e sentire, quando ci si rende conto della piattezza del mercato attuale delle soundtracks.

Horror Graffiti (GDM 4002, 2004): AA.VV. – CD 1: 15 brani – CD 2: 15 brani



Nella pletora di compilation qui recensite, questa è l’unica di produzione e distribuzione italiana, anche se al suo interno compaiono per lo più colonne sonore straniere, alcune pubblicate per la prima volta assoluta o su CD (almeno per il 2004 ma ora disponibili). L’etichetta romana GDM della famiglia Dell’Orso (Gianni, cognato della celeberrima vocalist Edda, e il figlio Paolo) mettono in commercio una sequela di temi o suite originali su doppio disco, ove presenti perfino alcune riesecuzioni prodotte dall’etichetta inglese Silva Screen Records con la City of Prague Philharmonic Orchestra, di OST horror e thriller tra le più note del presente e del passato: Profondo rosso (Goblin), Dracula (James Bernard), La nona porta (Kilar), Lo squalo (Williams), Alien (Goldsmith), Zeder (Ortolani), The Amityville Horror (Schifrin), Le due sorelle (Herrmann), Hellraiser (Young), Red Dragon (Elfman), Il sesto senso (Howard), Vestito per uccidere (Donaggio) e molte altre, per un totale di 30 colonne sonore di enorme fama e appeal.   

The High and the Mighty – A Century of Flight (Varèse Sarabande VSD-6704, 2005): AA.VV. – 15 brani



L’orchestra più famosa nel globo, la London Symphony, e un direttore dal curriculum considerevole, Richard Kaufman, insieme per un album compilativo di nuove strabilianti esecuzioni di temi della Golden Age Hollywoodiana e della New Hollywood mainstream, tutte basate sulla bellezza infinita del Volo. Difatti ogni singolo leitmotiv o suite considerato ha a che fare con pellicole dove la tematica universale del volare la fa da padrone, come per E.T. di John Williams, I prigionieri del cielo di Dimitri Tiomkin da cui prende il nome, in originale The High and the Mighty, l’album, Quei temerari sulle macchine volanti di Ron Goodwin, Il ragazzo che sapeva volare di Bruce Broughton, Il primo dei pochi di Sir William Walton, Giochi stellari di Craig Safan, L’aereo più pazzo del mondo di Elmer Bernstein, etc. etc. Un secolo di volo come enuncia il sottotitolo che viene premiato musicalmente, in chiusura del CD, con un brano sinfonicamente arioso e magniloquente di Brian Shyer, allievo del grande David Raksin e Bruce Broughton (dei quali si avvertono le influenze), dal titolo, per l’appunto, “A Century of Flight”.  

   

The Music of DC Comics: 75th Anniversary Collection (Sony Classical 88697925552, 2010): AA.VV. – 31 brani

 

The Music of DC Comics Volume 2 (Sony Classical 88985353002, 2016): AA.VV. – 29 brani

 

Ultimate Superheroes (Sony Classical 19075914102, 2019): AA.VV. – 13 brani



Fans della DC Comics e delle colonne sonore supereroiche ‘Unitevi’! Non redarguitemi cultori della Marvel per la frase-battuta appena scritta, presa in prestito dall’adrenalinica e straordinaria sequenza della risolutiva battaglia di Avengers Endgame, perché i tre album qui recensiti sono un viaggio superlativamente ed eroicamente bombastico e pompieristico nelle musiche scritte per commentare le gesta dei supereroi sia della DC sia della Marvel con due logiche di selezioni ben diversificate; difatti i due volumi delle raccolte denominate “The Music of DC Comics” sono di esclusiva, ed il titolo lo enuncia a chiare lettere, dell’Universo sonoro cine-televisivo-videoludico e animato DC – con la presenza di brani originali dagli anni ’40 ai giorni nostri (vari Superman e Batman anche a cartoni animati, DC’s Legends of Tomorrow, The Flash, Smallville, svariate Justice League) – e il terzo CD mescola sapientemente partiture di entrambe le Factory Cinecomics – spaziando, giusto per citarne alcuni, da Ant-Man, The Dark Knight Rises, Doctor Strange a Superman, Avengers, Thor e X-Men 2 – con rielaborazioni sinfoniche da parte di una dinamicamente ispirata Czech Philharmonic Orchestra sotto la direzione attenta di Robert Ziegler. Si susseguono firme conosciute o dimenticate di compositori quali John Williams, Hans Zimmer, Danny Elfman, Charles Fox, Neal Hefti, John Gart, Jay Gruska, Graeme Revell, Blake Neely, John Ottman, Michael Giacchino, Ludvig Goransson e così via. Una vera goduria per i fan nerd, e non limitiamoci soltanto a loro, delle soundtracks supereroistiche. 

     

FoxRetrò Collection (Universal Music 5324006, 2010): AA.VV. – 22 brani

Di compilation consacrate alle sigle TV ve ne sono tantissime, alcune con riarrangiamenti più o meno riusciti e altre, purtroppo, originali con connesso audio pessimo che, va bene che molte di queste risalgono al mono e agli anni ’40 – ’50 – ’60, con uno sforzo serio (non solo pensando allo sporco denaro), potevano essere rimasterizzate e messe a lucido sonoramente da risultare una bella (ri)scoperta d’ascolto. Ma tant’è, non tutti quelli che stampano album sono professionisti, quindi avere tra le mani una raccolta come la medesima è una nostalgica delizia. Tutte sigle originali in stereo che ci regalano un fan service uditivo che, come una puntina sul giradischi, ci fa sprofondare nei solchi di un vinile mentale che suona, tra 22 leitmotiv famosi, Charlie’s Angels, Love Boat, Starsky e Hutch, Chips, Willy, il principe di Bel Air, Happy Days, Mork & Mindy (nella versione italica cantata da Bruno D’Andrea sul mitico tema “Na-No Na-No” di Vince Tempera e Luigi Albertelli). Amabile l’opzione di inserire al posto del classico libretto una serie di fogli rotondi simili nella forma ad un vinile con il titolo del brano e del telefilm in un lato e nell’altro un’immagine iconica della serie.  

   

The Greatest Video Game Music Played by London Philharmonic Orchestra (X5music X5CD114, 2011): AA.VV. – 21 brani

 

The Greatest Video Game Music – Choral Edition (Decca 4772213, 2016): AA.VV. – 13 brani



Super Mario Bros., Final Fantasy, Call of Duty, Metal Gear Solid, Assassin’s Creed, World of Warcraft, Halo, The Last of Us, Angry Birds, Mass Effect, Bioshock, etc. etc. sono solo alcuni dei videogiochi famosi che in queste due raccolte vengono riveriti dalle relative colonne sonore che nel CD del 2011 (da noi recensito a suo tempo) sono eseguite lussuosamente dalla London Philharmonic Orchestra, diretta da Andrew Skeet, e in quello del 2016 con la sontuosa e intima performance di una corale (MOD – Myrra Malmberg e Orphei Drängar) dai contrassegnati accenti liturgico gregoriani e celtici, a seconda del brano valutato da reinterpretare. Alcune tracce contenenti temi ultranoti tra i fan videoludici sono una vera scoperta per chi non è un frequentatore assiduo di videogiochi, soprattutto si ci rende subito conto di quante belle e autorevoli composizioni vi siano (parterre di autori quali Lorne Balfe, Graeme Revell, Inon Zur, Jeff Rona, Harry Gregson-Williams e il fratello Rupert), superando di gran lunga quelle tutte similari o banali contemporanee del venerando fratello maggiore più commemorato, ossia il Cinema. Brani del primo album da ascoltare in primis, “Suite” da Legend of Zelda e “Themes” da Super Mario Bros entrambi di Koji Kondo, e dal secondo CD “Age of Oppression” da Skyrim di Jeremy Soule e “Main Theme” da Dragon Age Inquisition di Trevor Morris.  

Fimucité 6 – Universal Pictures 100th Anniversary Gala (Varèse Sarabande VCL 0715 1158, 2015): AA.VV. – CD 1: 11 brani – CD 2: 16 brani


Nel 2012 vi fu l’anniversario dei 100 anni della Universal Pictures e nel 2015 il noto Tenerife International Film Music Festival, evento sulla musica per film che si tiene a Santa Cruz de Tenerife, nell’isola di Tenerife, nelle Isole Canarie dal 2007, come nel caso del Krakow International Film Music Festival sottocitato, dedicò un concerto Live di colonne sonore prodotto dal tycoon di allora dell’etichetta americana Varèse Sarabande, Robert Townson, riportato su questa raccolta di due CD con classici di ieri e di oggi di uno dei più grandi studi cinematografici statunitensi. Si passa con disinvoltura d’ascolto e piacevolezza tematica, con esecuzione perfetta e avvinta della Tenerife Symphony Orchestra and Choir diretta con generoso piglio da Diego Navarro, da Herrmann (Cape Fear), Bernstein (To Kill a Mockingbird), North (Spartacus) a Williams (Dracula, E.T., Far and Away, Jurassic Park), Horner (An American Tail, Field of Dreams), Howard (King Kong) e tantissimi altri preziosi compositori e pregiate scores. La chicca, se non vi bastassero queste performance dal vivo entusiasmanti, è rappresentata dal brano 1 del primo CD, ossia la “Fanfara” del logo Universal ad opera di Jerry Goldsmith arrangiata in pompa magna dallo scalmanato (musicalmente) Brian Tyler che da sempre ammira sperticatamente l’autore di Star Trek il film, Rambo, Gremlins, Il vento e il leone e Poltergeist.     

Back in Time… 1985 at the Movies (Varèse Sarabande VCL 0615 1155, 2015): AA.VV. – 6 CD



L’etichetta statunitense Varèse Sarabande, passatemi il gioco di parole, è una ‘sarabanda’ inventiva da sempre, fin dalla sua venuta al mondo in ambito discografico cine-musicale, nel confezionare col piglio adeguato e accattivante compilazioni di colonne sonore, attingendo in special modo dal suo poderoso archivio produttivo che annovera, sin dagli esordi, compositori di spicco insieme a talenti emergenti, vedendoci parecchio lungo su chi sarebbe divenuto, tra questi ultimi, similmente importante nell’Ottava Arte. Le sue raccolte sono state, e lo sono tutt’ora, un vero e proprio acquisto obbligatorio perché, come appena accennato, stilate con un criterio maniacale e intelligente da farle diventare marchio di garanzia per ogni collezionista acquirente incallito di soundtracks. Questo prodotto del 2015 che vi consiglio vivamente di possedere, perché, a prescindere l’indiscussa qualità del suo contenuto spalmato su sei CD, il medesimo è confezionato come un doppio 33 giri, da una parte contenente sei custodie cartonate dei compact disc e dall’altra un libretto che in verità è un librone ricco ed esauriente, anche iconograficamente, con bio dei compositori presi in esame, foto dalle recording session, track list complete, motivazione sul perché è nata questa ennesima compilation del già menzionato Robert Townson. I 6 CD sono così suddivisi e tutti rappresentano un motivo di interesse non solo nostalgico per coloro che, come chi vi scrive, considerano ‘mirabili’ gli anni ’80 delle colonne sonore per il Cinema e TV, ma anche emozionalmente seducenti per la scelta effettuata dall’etichetta, pur pescando o riproponendo titoli già stampati in precedenza. La chicca reale è quella tratteggiata dal CD 1 che contiene 16 temi o suite di famosissime pellicole targate 1985 (vedi Ritorno al futuro, I Goonies, Cocoon, Nel fantastico mondo di Oz, Space Vampires, Rambo 2 - la vendetta, Il colore viola, etc.), come da titolo della raccolta, riarrangiate con acume da vari autori e rieseguite con altrettanta vivacità dalla Varèse Sarabande Symphony Orchestra, messa in piedi per l’occasione, sotto la direzione entusiastica del compositore David Newman. Il CD 2 contiene canzoni originali come Rocky 4, St. Elmo’s Fire, Il gioiello del Nilo, Il sole a mezzanotte, etc. etc.; il CD 3 una selezione, anche di più pezzi per singola OST, di colonne sonore originali quali, tra le altre, Pee Wee’s Big Adventure (Elfman), Taron e la pentola magica (Bernstein), La sposa promessa (Jarre), Doppio taglio (Barry) e Nord e Sud (Conti); il CD 4 estratti dalle score della trilogia di Ritorno al futuro nella riesecuzione della Royal Scottish National Orchestra diretta da John Debney; il CD 5 la colonna sonora premio Oscar, in versione integrale, rieseguita sempre dalla Royal Scottish National Orchestra diretta da John Debney, de La mia Africa di John Barry; il CD 6 lo score esteso originale di Dave Grusin per The Goonies. Questi ultimi tre compact da tempo pubblicati ma reintegrati qui perché facenti parte, ovviamente, dell’anno cinematico musicale analizzato dall’album e ad ogni modo da godere per chi non li aveva o ha nella propria collezione. La cover pittorica ideata e dipinta da quel genio di Matthew Joseph Peak, illustratore di molti celeberrimi manifesti filmici e cover discografiche, soprattutto per la seguente etichetta, è pura commozione visiva, nostalgicamente tangibile.             

Cinema Affair (Silva Screen Records SILKD6053, 2016): Lisa Friend – 12 brani

Friend’ di cognome e d’esecuzione: l’eccellente flautista britannica Lisa Friend ha un’interpretazione ‘amichevolmente’ (giocando con il suo cognome) rasserenante e piacevole ascolto dopo ascolto; le sue performance coadiuvate dall’ottima The City of Prague Philharmonic Orchestra (non è dato sapere nel libretto chi la dirige) sono un succedersi di leitmotiv da commozione allo stato puro; temi romantici e intimisti tratti da Balla coi lupi, C’era una volta in America, Nuovo Cinema Paradiso, Vi presento Joe Black, Orgoglio e pregiudizio, La califfa, La tenda rossa, A.I., Vento di passioni, Le regole della casa del sidro e Love Affair quindi Ennio Morricone, che la musicista adora, John Barry, James Horner, Rachel Portman, Dario Marianelli, Thomas Newman e John Williams (la sua “Where Dreams Are Born” è da brividi).

Festival Muzyki Filmowej W Krakowie 23 – 30 maja 2016 (Varèse Sarabande 302 063 202 8, 2016): AA.VV. – 18 brani

Il Krakow International Film Music Festival esiste dal 2009 ed è diventato un evento cine-musicale di grande prestigio con premi alla carriera, un concorso per giovani compositori di musica applicata e concerti live. L’etichetta americana Varèse Sarabande ha stampato dal 2015 al 2017 tre raccolte omaggianti questo Festival rinomato e i compositori intervenuti e premiati, attingendo all’immensa produzione di colonne sonore in archivio o pubblicando inediti e versioni live rieseguite. Questa del 2016 è la migliore delle tre, perché possiede due chicche emozionalmente forti che a una distratta scorsa della track list, tra pezzi noti del cinema e videogiochi, potrebbero sfuggire: “A Letter to Mr. Desplat” eseguito al piano dal suo autore, Aleksander Dębicz, omaggio al compositore francese premio Oscar in puro stile minimale; “Colors of the Wind” di Alan Menken e Stephen Schwartz, brano e colonna sonora di Pocahontas vincitrici dell’Oscar nel 1996, in una meravigliosa cover soft jazz per violoncello, piano, batteria e contrabbasso dall’inebriante performance di Earl Rose and Friends.

Shortcuts 2018 (Moviescore Media/Quartet Records QR372, 2019): AA.VV. – 15 brani



Il claim del CD dichiara: “Le migliori colonne sonore di cortometraggi”. Probabilmente come classificazione risulta essere un po' azzardata, ma certamente questa raccolta di suite o leitmotiv originali di differenti compositori odierni o della vecchia scuola, è di totale interesse. Un motivo succulento per capire che gli autori di musica applicata, anche quando si trovano a doversi raffrontare con un corto, che forse vedranno in pochi, solo alcuni frequentatori di Festival specialistici o rintracciabile in rete per grazia divina, imprimono lo stesso impegno compositivo che hanno e avranno nei confronti di un lungometraggio. La professionalità è pur sempre professionalità, anche quando la si rapporta alle piccole cose, che poi piccole non sono. Specificato questo, la peculiarità di questa compilazione sta nelle prove di scrittura efficaci e stimolanti, che spaziano tra soggetti di fantascienza, azione, dramma, horror e fantasy, di compositori quali gli sgamati Nicholas Pike, Angelo Badalamenti, Cyrille Aufort, Joe Kraemer e i talenti appena sbocciati Marc Timòn Barcelò, Timothy Williams, Andrea Boccadoro, Anthony Lledo ed altri. Brani sinfonici si alternano a tracce per formazioni ridotte o pochi solisti con ugual carica compositiva di forte presa emotiva e drammaturgica. Ultimamente è uscito il volume 2019 con autori come Rachel Portman, Christopher Young, Bear McCreary, Joe Kraemer, Rob Simonsen.

Charles Gerhardt Conducts Classic Film Scores (Sony Classical/RCA 19075920642, 2020): AA.VV. – 12 CD – Durata totale: 9 h 50’12”

Finalmente – sottolineo ‘finalmente’ – la Sony Music ha deciso di rimettere in commercio quasi la totalità degli album di colonne sonore della Golden Age Hollywoodiana, dirette da quel Maestro indiscusso della rielaborazione e riesecuzione che va sotto il nome del compianto Charles Gerhardt, sul podio della nobile e poderosa National Philharmonic Orchestra; da pochissimo tempo dato alle stampe, ad un prezzo veramente ridicolo data la mole di musica e di CD che si trovano in questo cofanetto che dir strepitoso è dire poco. 12 album dai quali ‘apprendere’ chi e come ha fatto grande la Film Music di un passato glorioso della Settima e Ottava Arte di cui ancora oggi se ne parla a gran voce e con gli appropriati e strameritati elogi; un’Arte di comporre musica applicata alle immagini – e che ‘Immagini’ – che attualmente gli inetti scribacchini di colonne sonore ritengono obsoleta e troppo magniloquente o esageratamente mielosa, all'opposto chi è seriamente un compositore di musiche per film ammira, cita con calligrafica perizia e osanna analiticamente – d’altronde è pieno di Corsi o Masterclass sulla Musica per immagini in cui i docenti menzionano o prendono ad esempio, con contributi audio/video, queste colonne sonore che hanno veramente fatto la Storia del Cinema. Charles Gerhardt (nato Charles Allan Gerhardt) (6 febbraio 1927 – 22 febbraio 1999), ingegnoso, brillante e caparbio direttore d’orchestra statunitense, produttore discografico, arrangiatore e fondatore della National Philharmonic Orchestra con la quale realizzò una serie di album tra il 1972 e il 1978 intitolati per l’appunto “Classic Film Scores” per la RCA, esordendo con “The Sea Hawk: The Classic Film Scores” di Erich Wolfgang Korngold. Enorme competenza e massimo rispetto per le partiture originarie nonché una qualità delle registrazioni a dir poco scrupolosa. Le registrazioni si eseguirono in una sala dalla superba acustica, la Kingsway Hall alla presenza del figlio di Korngold, George. Da quel momento in poi, dato il successo del primo vinile, Gerhardt proseguì a registrare album contenenti una selezione delle migliori scores di Alfred Newman, Dimitri Tiomkin, Bernard Herrmann, Max Steiner, Miklós Rózsa, Franz Waxman, John Williams ed estratti di partiture dalle pellicole con Bette Davis, Humphrey Bogart ed Errol Flynn. Per lungo tempo questi album in CD erano o fuori catalogo o rintracciabili a prezzi esorbitanti; per fortuna alcune menti illuminate della Sony li hanno ristampati e così questa è l’occasione favorevole per introdurli, senza se e senza ma, nella vostra collezione. Così scoprirete (capirete), se non avete mai sentito nemmeno una nota dei succitati compositori, chi ha scritto realmente la Musica per Film e rimarrete a bocca aperta, perché vi renderete conto che oggigiorno gli autori di commenti cine-televisivi, per la stragrande maggioranza dei casi, vive di rendita o non ha inventato nulla.

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